lunedì 30 aprile 2012

COMMERCIOATTIVO SCRIVE AL GOVERNO MONTI ,L'UFFICIO STAMPA RISPONDE.....



Campobasso, 26/06/2012
MESSAGGIO AL GOVERNO MONTI  da:
COMMERCIO ATTIVO ASSOCIAZIONE COMMERCIANTI CAMPOBASSO: NON CESTINI QUESTA MAIL !

Siamo una libera associazione di piccoli commercianti e artigiani del Molise.Non riusciamo più nostro malgrado a mantenere i livelli occupazionali delle nostre imprese ,nè tantomeno le nostre botteghe aperte.Le maggiori imprese del Molise sono in difficoltà.Disoccupazione elevata ,Governo regionale non accettato ed assai compromesso da forze clientelari diffuse e vari episodi di sospetta corruzione.Comparti economici importanti quasi paralizzati: agricoltura,edilizia in primis.Ne deduciamo che la riforma del lavoro per quanto importante, debba tener conto della importanza fondamentale della salvaguardia delle imprese oneste soffocate da una pressione fiscale insopportabile, da una concorrenza dei monopoli economici distruttiva ,dall'ingresso in Italia di troppe aziende straniere alle quali andrebbe imposta una tassazione a parte.Nei nostri piccoli comuni la vita è assicurata dalle piccole imprese.Deficitarie le infrastrutture e le vie principali di collegamento assai pericolose(non abbiamo strade a 4 corsie, altro che TAV !)La nostra è una regione ricca di gente sana e con un habitat naturale di tutto rispetto.Sentiamo il bisogno di più Stato e meno privatizzazioni per tutelare i fondamentali della democrazia e lo stesso lavoro.Ove mai vi fosse la disponibilità ad un dialogo costruttivo ci mettiamo a vs completa disposizione.Siamo tutti fuoriusciti dalle associazioni di categoria maggiormente rappresentative a causa delle forti contraddizioni del loro operato.Non siamo favorevoli alle liberalizzazioni degli orari che ci hanno di fatto emarginati a categoria in via di estinzione.Il nostro blog può essere visionato su http:// commercioattivo.blogspot.com.
Abbiamo accolto con favore il Governo Monti ma ad oggi ne siamo fortemente spaventati.Siamo fuggiti volentieri dallo scadimento morale e culturale della politica ma chediamo con forza al premier Monti di porre in essere "il cuore" e l'etica .Doti senza le quali il mondo può anche fermarsi qui.Ho cercato di accennare i nostri problemi quasi per "spot" per non tediarVi. Spero ardentemente in una risposta e meglio ancora in un incontro.L'amore per l'Italia è smisurato e non vorremmo essere costretti ad andare via per vivere.
Giulia D'Ambrosio
Presidente COMMERCIOATTIVO-

Questa la lettera di risposta "preparata"  dell'ufficio stampa del Governo Monti rispetto all'allarme del comparto commercio.
 

> Date: Mon, 30 Apr 2012 11:10:42 +0200
> Subject: Re: Allarme comparto commercio
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> Gentile cittadina,
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> Abbiamo letto con attenzione la sua lettera. Il Governo è particolarmente attento alla voce dei cittadini, all’ascolto delle loro difficoltà e problemi, ma anche alla valutazione delle critiche e suggerimenti che costoro fanno sul suo operato. Ogni opinione è preziosa per un Governo che vede nel “bene comune”, democratico e partecipato, l’obiettivo da raggiungere. Anche per questo motivo, il Governo, recependo le sollecitazioni provenienti dai cittadini, è impegnato con tutte le sue forze per ridurre gli squilibri sociali, dare nuove opportunità ai giovani, garantire alle famiglie condizioni economiche meno difficoltose di quelle attuali. Molto è stato fatto, molto altro dovrà essere fatto nei prossimi mesi.
> Il tema del lavoro è, tra tutti, quello più complesso. Le tante, e diverse, esigenze dei lavoratori e dei datori di lavoro, le motivazioni espresse dal mondo delle imprese, e le legittime aspettative delle giovani generazioni rendono il quadro estremamente incerto e frammentario. È necessario uno sforzo intenso e prolungato che
possa garantire il successo delle prossime iniziative, colpendo le posizioni di privilegio non giustificabili, e mantenendo inalterati – o, se possibile, accrescendo – le garanzie di coloro i quali non godono di posizioni di privilegio e, più in generale, delle categorie deboli.
> È vero anche, e ci preme ricordarlo, che molte cose sono state già fatte. La riforma del sistema pensionistico ad esempio. È il primo tassello di una riforma più completa che riguarderà anche il mercato del lavoro (che dovrà recuperare efficienza ed efficacia nell’impiego delle risorse) e gli ammortizzatori sociali. Per questo motivo, l’insieme dei provvedimenti relativi alle pensioni abbraccia un’ottica di lungo periodo. Al tempo stesso, orienta nell’immediato l’applicazione di principi di equità, di trasparenza, di semplificazione e di solidarietà sociale. Anche la riforma delle professioni introdotta dal decreto “Cresci Italia” segna un passo avanti in direzione di un mercato equo e concorrenziale. L’accesso facilitato all’esercizio delle professioni intellettuali si propone di avvantaggiare i giovani, eliminando le barriere del mercato dei servizi professionali. Sono, peraltro, misure pensate per agevolare la condizione delle famiglie italiane. Tra tutte le misure adottate, merita un cenno la riforma dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) prevista in “Salva Italia”, con cui si modificano i criteri di selezione dei soggetti bisognosi da ammettere alle prestazioni sociali a condizioni agevolate. Con il nuovo sistema di calcolo entreranno a far parte del computo anche le quote di reddito di tutti i componenti della famiglia e i carichi familiari (nel caso vi siano più di due figli o disabili a carico). Se poi, guardiamo al mondo delle imprese, anche qui troviamo molti – e importanti – provvedimenti. Il sistema imprenditoriale italiano è caratterizzato, per la gran parte, dalla presenza di microimprese. Consapevole dell’importanza dei piccoli e medi imprenditori per la ripresa dell’economia italiana, soprattutto in una fase complessa come quella attuale, il Governo ha varato una serie di misure volte a favorire l’attività delle piccole e medie imprese. Ne sono esempio l’Aiuto alla Crescita Economica o la Banca nazionale dei contratti pubblici.
> Veniamo alla riforma del mercato del lavoro. Si tratta, come sa, di una riforma lungamente attesa dal Paese, fortemente auspicata dall’Europa, e per questo discussa con le Parti Sociali con l’intento di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile e inclusivo, capace cioè di contribuire alla crescita e alla creazione di occupazione di qualità, di stimolare lo sviluppo e la competitività delle imprese, oltre che di tutelare l’occupazione e l’occupabilità dei cittadini. Il disegno di legge presentato dal Governo è il frutto del confronto con le parti sociali. Ne emerge una proposta articolata che, una volta a regime, introdurrà cambiamenti importanti, così sintetizzabili:
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> 1. Favorirà, anzitutto, la distribuzione più equa delle tutele dell’impiego, contenendo i margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e adeguando all’attuale contesto economico la disciplina del licenziamento individuale;
> 2. Renderà più efficiente, coerente ed equo l’assetto degli ammortizzatori sociali e delle relative politiche attive;
> 3. Introdurrà elementi di premialità per l’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili;
> 4. Favorirà, infine, il contrasto più incisivo agli usi elusivi degli obblighi contributivi e fiscali degli istituti contrattuali.
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> Per ottenere questi risultati, il disegno di legge individua alcune macro-aree di intervento, 7 in tutto. Sono coinvolti gli istituti contrattuali, le tutele dei lavoratori nel caso di licenziamento illegittimo, la flessibilità e le coperture assicurative, i fondi di solidarietà, l’equità di genere e le politiche attive. Di seguito, in sintesi, le novità più importanti:
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> 1. La prima area riguarda gli istituti contrattuali esistenti. Con la riforma se ne preservano gli usi virtuosi, limitano quelli impropri. Il nuovo impianto del mercato delle professioni attribuisce massimo valore all’apprendistato – inteso nelle sue varie formulazioni e platee – che diviene il “trampolino di lancio” verso la maturazione professionale dei lavoratori. È un punto sul quale tutte le parti coinvolte nella concertazione si sono trovate d’accordo. È per questo motivo che la riforma insiste fortemente sul valore formativo dell’apprendistato. Si introduce, a tal fine, un meccanismo che collega l’assunzione di nuovi apprendisti al fatto di averne stabilizzati una certa percentuale nell’ultimo triennio (50%); si prevede la durata minima di sei mesi del periodo di apprendistato (ferma restando la possibilità di durate inferiori per attività stagionali); infine, si innalza il rapporto tra apprendisti e lavoratori qualificati dall’attuale 1/1 a 3/2.
>
> 2. La seconda area di intervento riguarda le tutele del lavoratore nel caso di licenziamento illegittimo. Con la riforma si riduce l’incertezza che circonda gli esiti dei procedimenti eventualmente avviati a fronte del licenziamento. A tal fine, si introduce una precisa delimitazione dell’entità dell’indennità risarcitoria eventualmente dovuta e si eliminano alcuni costi indiretti dell’eventuale condanna (ad esempio le sanzioni amministrative dovute a fronte del ritardato pagamento dei contributi sociali). Grazie a questi provvedimenti il costo sostenuto dal datore di lavoro in caso di vittoria del lavoratore è “svincolato” dalla durata del procedimento e dalle inefficienze del sistema giudiziario.
> Si prevede inoltre che il diritto alla reintegrazione nel posto del lavoro debba essere disposto dal giudice nel caso di licenziamenti discriminatori o in alcuni casi di infondatezza del licenziamento disciplinare. Negli altri casi, tra cui il licenziamento per motivi economici, il datore di lavoro può essere condannato solo al pagamento di un’indennità. Particolare attenzione è riservata all’intento di evitare abusi. È prevista, infine, l’introduzione di un rito procedurale abbreviato per le controversie in materia di licenziamenti, che ridurrà ulteriormente i costi indiretti del licenziamento.
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> 3. La terza area riguarda il Fondo di solidarietà per la tutela dei lavoratori nei settori non coperti da Cassa Integrazione Straordinaria. La riforma prevede la salvaguardia e l’estensione della Cassa integrazione guadagni: un importante istituto assicurativo che ha permesso alle imprese italiane di affrontare la crisi meglio che in altri Paesi. L’istituto, infatti, offre un’integrazione salariale in caso di riduzione dell’orario di lavoro durante una congiuntura sfavorevole, consentendo di adeguare rapidamente l’orario di lavoro al calo di domanda, preservando però i singoli rapporti di lavoro e il loro contenuto di professionalità e di investimento. Allo stesso tempo, si potenzia l’istituto dell’assicurazione contro la disoccupazione estendendone l’accesso ai più giovani, a coloro che sono da poco entrati nel mercato del lavoro e alle tipologie d’impiego attualmente escluse (ad esempio quella degli apprendisti).
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> 4. La quarta area è quella della tutela dei lavoratori anziani. La riforma crea una cornice giuridica per gli esodi con costi a carico dei datori di lavoro. A tal fine è prevista la facoltà per le aziende di stipulare accordi con i sindacati maggiormente rappresentativi, finalizzati a incentivare l’esodo dei lavoratori anziani.
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> 5. La quinta area è quella dell’equità di genere. Oggi, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro risulta ancora limitata rispetto a quella degli uomini. Il divario risulta particolarmente ampio nel Mezzogiorno e tra le fasce meno qualificate è presente anche tra le fasce qualificate e di vertice (ad oggi, infatti, anche le giovani laureate trovano lavoro meno frequentemente dei colleghi maschi). Per diminuire questo divario la riforma interviene su quattro ambiti. Il primo è l’introduzione (a favore di tutti i lavoratori, per quanto il fenomeno riguardi prevalentemente le lavoratrici) di norme di contrasto alla pratica delle cosiddette “dimissioni in bianco”, con modalità semplificate e senza oneri per il datore di lavoro e il lavoratore e il rafforzamento (con l’estensione sino a tre anni di età del bambino) del regime della convalida delle dimissioni rese dalle lavoratrici madri. Il secondo ambito mira a favorire una cultura di maggiore condivisione dei compiti di cura dei figli. Viene quindi introdotto il congedo di paternità obbligatorio. Il terzo ambito riguarda il potenziamento dell’accesso delle donne alle posizioni di vertice. Si approva il regolamento che definisce termini e modalità di attuazione della disciplina delle cd “quote rosa” alle società controllate da pubbliche amministrazioni.
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> 6. L’ultima area di intervento riguarda le politiche attive e i servizi per l’impiego. In questa area, che prevede un forte concerto tra Stato e Regioni, ci si propone di rinnovare le politiche attive, adattandole alle mutate condizioni del contesto economico e assegnando loro il ruolo effettivo di accrescimento dell’occupabilità dei soggetti e del tasso di occupazione del sistema mediante:
> • attivazione del soggetto che cerca lavoro, in quanto mai occupato, espulso o soprattutto beneficiario di ammortizzatori sociali, al fine di incentivarne la ricerca attiva di una nuova occupazione
> • qualificazione professionale dei giovani che entrano nel mercato del lavoro
> • formazione nel continuo dei lavoratori
> • riqualificazione di coloro che sono espulsi, per un loro efficace e tempestivo ricollocamento
> • collocamento di soggetti in difficile condizione rispetto alla loro occupabilità.
>
> Le sue osservazioni critiche – e quelle dei moltissimi cittadini che decidono di scriverci, condividendo con noi le loro idee – saranno certamente uno sprone ulteriore per il varo dei nuovi provvedimenti. Peraltro, in merito alla specifica questione che lei solleva, trattandosi di una questione tecnica molto precisa, le suggeriamo di fare riferimento direttamente alle strutture competenti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il Ministero ha attivato un canale diretto di consultazione con i cittadini, che può essere contattato ai seguenti recapiti: 800.196.196 oppure scrivendo a centrodicontatto@lavoro.gov.it.
>
> Cordiali saluti,
>
> Ufficio stampa e del Portavoce

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