venerdì 24 aprile 2015

DOMENICHE LIBERE DAL LAVORO E SANITA', IL MONITO DI BREGANTINI E DEI PARROCI DELLA CITTA' IN OCCASIONE DELLA FESTIVITA' DI SAN GIORGIO.

Carissimi fratelli e sorelle,

la festa di san Giorgio, patrono della nostra Città di Campobasso, è sempre un’occasione preziosa di riflessione e di gioia condivisa. Ma quest’anno assume un volto più bello. Per tanti fattori, iniziando dalla visita di papa Francesco in città. La sua presenza e la sua parola ci hanno tanto stimolato!
Inoltre, l’organizza­zione della festa è stata più unitaria. Si lega poi alla Visita pastorale che il Vescovo sta facendo alle parrocchie e negli ambienti di vita (scuole, ospedali, aziende …) e si innesta in gradite manifestazioni culturali, promosse dal Comune, che hanno messo in rete anche altri comuni molisani, che festeggiano san Giorgio come loro Patrono.

Questa festa si collega allora pienamente ai grandi momenti di celebrazione che vive il nostro popolo, sigillo di identità e energia per un cammino di speranza: il Corpus Domini, la processione del Venerdì santo, la devozione mariana alla Madonna dei Monti e la festa patronale di san Giorgio. Questi quattro appuntamenti rendono ben vissuto il nostro percorso di fede.
Con messaggi spirituali e civili sempre più preziosi.

L’immagine del santo guerriero che infilza il drago diventa allora un’occasione per risentire nel cuore le grandi parole di san Paolo, che scrivendo alla comunità di Efeso (6,10-20),”esorta a rivestirsi dell’armatura di Dio, per poter resistere alle insidie del diavolo“.
Ci chiede infatti di aver sempre come cintura la ve­rità, cioè la coerenza, la chiarezza e la trasparenza, mettendo la giustizia come corazza, perché la nostra Città sia retta da scelte di equità, per la costruzione del Bene Comune.
Non deve poi mancare lo zelo per annun­ciare nelle famiglie la Parola di Dio, per pregare di più nelle case, portando il Vangelo nelle realtà quotidiane della vita, in un cammino di santità.
Lo scudo della fede ci permetterà così di resistere alle frecce infuocate del diavolo. Cioè di avere quella fierezza di popolo, che resiste al fuoco di questa tremenda crisi.
L’elmo della salvezza e la spada della Parola completano la nostra armatura, con la fiducia e la passione per l’ascolto della Bibbia, da incarnare poi nel nostro quotidiano. In costante preghiera e saggia vigilanza.
E’ veramente un’armatura ben articolata: verità, giustizia, zelo, fede, parola, fierezza, preghiera. Sette strumenti indispensabili, oggi.

Il Santo Padre, papa Francesco, il 5 luglio scorso, nelle quattro soste che ha vissuto con noi: all’Università del Moliseallo Stadio Ex – Romagnoli , dove ha celebrato l’Eucarestia;nella Cattedrale, con la visita ai malati; alla Mensa, nella Casa degli Angeli ci ha lasciato concrete indicazioni, per vivere bene questa festa.
Come Vescovo e come sacerdoti della Città, in ascolto della Parola di san Paolo e riascoltando le indicazioni di papa Francesco, vi proponiamo queste concrete scelte da compiere, per rendere sempre più bella ed accogliente la nostra città!

1) Creiamo una maggior unità e una più intensa collaborazione tra le varie istituzioni, religiose, culturali, sociali e politiche. Coordinarsi meglio sarà fonte di forza e di speranza!

2) Regolamentare le aperture festive dei nostri negozi, con un ordinato scorrere delle aperture domenicali. A turno! Si potrà dare maggior slancio alle nostre famiglie, aiutare i genitori a fermarsi un po’ con i lori figli, perdendo tempo con loro, nell’ascolto e nella gioia di casa, anche nel gioco.
Ma è soprattutto importante la centralità della Domenica, come il “Dies Domini”, lasciando spazio libero e gioioso per la celebrazione dell’Eucaristia, forma eminente di appartenenza cristiana.
Sarà anche un modo per valorizzare di domenica il nostro bel centro storico, le nostre opere d’arte, nelle varie chiese e musei, così ricchi, per dare all’ambiente, ancora sano del Molise con una natura verdeggiante, quel respiro a pieni polmoni che rigenera e restituisce dignità. Nella quiete e nel silenzio potremo godere il giusto momento della meditazione.

3) Valorizzando il centro storico e meglio regolamentando i grandi centri commerciali, saremo capaci di contrastare l’ondata di chiusure dei piccoli negozi, in città.
Che squallore, in certe vie, notare i tanti negozi costretti a chiudere. Va continuata la battaglia anche in Comune e in Regione, per modificare la iniqua legge delle inutili aperture domenicali!

4) Diamo la giusta attenzione alla Mensa, benedetta da papa Francesco, con cuore grande. Sta avvenendo in quel luogo un vero miracolo di carità solidale, da parte di volontari, famiglie e aziende. Segno di quella generosità che ha sempre contraddistintola nostra brava gente del Molise e che ha sorpreso lo stesso Papa.
Perciò diamo sempre impulso a tutto il volontariato, ad ogni livello, per non rischiare chela solidarietà, in questo tempo di crisi, possa conoscere rallentamenti. Più metteremo impegno in tal senso, più troveremo la forza di andare avanti, ed è – questa – la vera medicina, contro ogni paura e indifferenza!

5) La realtà sanitaria chiede a tutti noi di compiere scelte unitarie e solidali. Intrecciando i vari luoghi di cura. Unire, coordinare, stimare le nostre realtà sanitarie presenti in città. Non andare fuori regione, ma restar qui, qui rimanere, qui pretendere di essere curati con qualità.
Questa è la forza contro il drago della rassegnazione e della fuga. Troveremo allora, attraverso le nostre scelte pastorali, la maniera giusta di stare accanto al malato. Nelle nostre case e nei nostri ospedali cresca l’impegno per offrire, insieme ai ministri straordinari della comunione, il necessario nutrimento etico e spirituale, con sacerdoti in ascolto, operatori in servizio e sanitari attenti.

6) Regolamentare gli orari per le aperture notturne dei luoghi di svago! La stessa libertà notturna del chiasso va seriamente ben definita. Il nostro viene prima del mio. Con genitori responsabili, offriamo così ai nostri giovani stimoli a cogliere la propria libertà in continuità con quella dell’altro, nel rispetto di chi ha bisogno di riposare per svolgere il giorno dopo il proprio lavoro,
Ma è altresì importante aiutare i nostri ragazzi a trovare maggiori spazi nello sport e nella cultura, nel tempo libero e nello studio, con biblioteche e musei, con le scuole curate e sicure.
Nondimeno spronare le nuove generazioni ad incontrare nella loro vita Cristo, l’Amico che possa dare loro un sicuro approdo di speranza, con testimonianze concrete e visibili. Tutto questo, è una forte sollecitazione alle nostre parrocchie e alla stessa pastorale giovanile cittadina.

7) Il prossimo Giubileo sulla misericordia ci chiede di guardare, infine, alle nostre carceri, così centrali nella struttura cittadina, con occhi di misericordia. In carcere operano due fattive cooperative, che costruiscono le arnie per le api, lavorando il miele e la cera. Pensiamo sia bello manifestare la nostra solidale vicinanza di misericordia, anche comprando i loro prodotti!

Per concludere, ci piace ricordare le parole di chiarezza che papa Francesco ci ha rivolto con la sua Omelia durante la Messa, guardando a Maria, Madonna della Libera, da noi venerata anche in città con grande affetto, in una chiesa che speriamo di vedere presto riaperta: “Costruiamo quella libertà che ci metta a servizio gli uni degli altri, senza gelosie, senza partiti, senza chiacchiere; liberi da ambizioni e rivalità, dalla sfiducia e dalla tristezza (pericolosa, perché ci butta giù), liberi dal vuoto interiore, all’isolamento, da rimpianti e lamentele“.

Ci aiuti Maria, per essere realmente “una chiesa materna, accogliente e premurosa verso tutti”, specie oggi, vero i tanti immigrati che bussano alle nostre porte, con tanta drammaticità, certi della protezione di san Giorgio, per vincere sempre il male con il bene. (Rom 12,21).

+ p. Giancarlo M. Bregantini – arcivescovo,
don Luigi Di Nardo – parroco SS. Giorgio e Leonardo,
i Parroci della città di Campobasso

martedì 21 aprile 2015

LA FELICITA' di Giulia D'Ambrosio Presidente di CommercioAttivo.

E' uno degli l'ultimi articoli scritti, in un momento particolare della propria esistenza ed a pochi giorni dalla sua prematura dipartita, per il mensile "La Fonte" di aprile. Forse è il testo più intenso perché in poche righe, viene espresso con semplicità  il vero senso della vita. Senso che oggi più che mai l'essere umano stà perdendo di vista. Vogliamo ricordarla così e ringraziarla per il grande impegno sociale che ha dato alla nostra Associazione.

Giulia D'AmbrosioGiulia D'ambrosio
Chissà perché papa Francesco ha voluto ancora stupirci annunciando che il suo tempo su questa terra sarà breve. Forse perché il tempo del Messia è breve e deve annunciare cose ancora più forti a questo mondo perso nel nulla? O perché davvero come dice Massimo Gramellini su La Stampa, ha talmente vissuto, che davvero il tempo della morte non gli fa assolutamente paura. Forse entrambe le cose.
Eppure dico, che il momento della verità, dell’essenziale è giunto da tempo. Ma dov’è che ci siamo persi? L’infinito attende donne e uomini veri, non fantocci attenti a ciò che esteriormente appare. Dio vuole sorrisi di bambini nel giardino della vita, profumato di fiori e vibrante di alberi e foglie che tagliano il vento e proteggono la terra con le loro radici. Uccellini pronti a nidificare e varcare il cielo in lungo e in largo e poi laghi, fiumi, mari e montagne dove il respiro si fa grande e sulla cui cima il mondo sembra così piccolo.
Sì. Il mondo è così piccolo e la felicità sta proprio qui, tra poche care cose, tra i nostri affetti familiari, con le nostre abitudini semplici e il sorriso di chi incontri al mattino uscendo di casa e il tuo lavoro libero e dignitoso che ti consente di vivere senza grandi bisogni. Tutto il resto, quello che ogni giorno ci avvilisce è costruito sul fango, sulla corruzione, su un paradiso distrutto, su rapporti non più umani. Una inutile Gomorra, un demonio infame in cambio di denaro e lussi che non servono a nessuno se non a seminare odio e inutili guerre quotidiane. Così noi, poveri uomini semplici, veniamo calpestati nei nostri bisogni essenziali, il lavoro diventa schiavitù, il nostro cibo diventa veleno, i nostri rapporti sempre più vuoti. Mentre inutili ottantenni stirano le rughe e pagano processi per rifarsi una verginità. Ma agli occhi di chi
giuliadambrosio@hotmail.it

sabato 18 aprile 2015

The Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP) e Trans-Pacific Partnership,(TTP) sono gli accordi segreti megaregionali per la totale globalizzazione del mondo e sono (appoggiati dalle elites tecnocratiche e da gran parte del mondo accademico) quali soluzioni neoliberiste necessarie contro la crisi globale ma assolutamente devastanti per la vita quotidiana di tutti noi.

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DI THOMAS FAZI
Parallelamente all'accordo commerciale attualmente in discussione con l'Unione Europea (il TTIP), gli USA stanno negoziando un accordo analogo con 11 paesi dell'Asia e del Pacifico: l'accordo TransPacifico (Trans-Pacific Partnership, TPP). Walden Bello, uno dei critici più importanti della globalizzazione neoliberista delle multinazionali, identifica qual è la strategia globale che sostiene i due trattati. Il giornalista italiano Thomas Fazi l'ha intervistato per il sito web Open Democracy.


Thomas Fazi: Oggi gli accordi di libero commercio bilaterali e regionali (o meglio, gli accordi megaregionali, come il TTIP e il TPP) hanno di fatto sostituito i negoziati nel seno dell'OMC. Siamo entrati in una nuova fase della globalizzazione?
 Walden Bello: Si. Credo che la fase trionfale della globalizzazione, che ebbe il suo zenith negli anni '90 e poi cominciò a decadere dopo le mobilitazioni di Seattle del 1999, sia definitivamente finita.
Oggi ci troviamo in una situazione nella quale la globalizzazione spinta dalle grandi imprese e dal neoliberismo ha condotto ad una grande crisi. Potremmo dire che il concetto stesso di globalizzazione spinto dalle grandi imprese è in crisi. La sua credibilità è stata gravemente danneggiata. Però, naturalmente, esistono tutt'ora interessi molto forti (appoggiati dalle elites tecnocratiche e da gran parte del mondo accademico) che continuano a promuovere soluzioni neoliberiste, come il TTIP e il TTP.
In che misura il movimento anti-globalizzazione e anti-libero commercio del finale dei '90 e primi 2000 ha contribuito a minare il paradigma della globalizzazione spinta dalle grandi imprese?
Credo che il risultato più importante del movimento fu che diede un autentico scossone al trionfalismo e alla credibilità di tutto il progetto di una globalizzazione spinta dalle grandi imprese. Seattle fu un avvenimento veramente storico, nel quale l'azione della gente nelle strade rivelò alla fine che il Re era nudo. Anche prima di Seattle, risultava già chiaro in molte statistiche che la globalizzazione stava portando ad una maggior povertà e disuguaglianza e stava creando vari tipi di inefficienze, però in un certo senso questa realtà non riusciva a farsi

PROMUOVERE LA CULTURA MOLISANA


Risultati immagini per PROMUOVERE LA CULTURA MOLISANA

riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Umberto Berardo

Proviamo a lanciare un'idea pensata da tempo, sperando che possa essere raccolta, discussa, arricchita, ma soprattutto realizzata.
Certo, con la carenza di risorse economiche, i tempi non sono i migliori; è vero, tuttavia, che senza un'adeguata valorizzazione del patrimonio culturale ed un suo costante arricchimento è difficile che una regione possa pensare ad una seria qualità della vita.
La cultura molisana presenta una ricchezza straordinaria in tutti i settori, dalla letteratura alla musica, all’arte, alla scienza.
Essa affonda le radici in un passato ricco di autori di grande fama e continua oggi con espressioni che riscuotono largo interesse sul piano regionale; tuttavia tale patrimonio, nonostante gli sforzi di qualche associazione o di singoli soggetti, non è stato mai sufficientemente pubblicizzato né all’interno del Molise e tantomeno fuori, sul piano nazionale ed internazionale.
A parte le iniziative degli stessi autori, enti ed associazioni danno ancora scarso impulso alla conoscenza e diffusione delle opere.
Siamo dunque rimasti provinciali nel senso più lato del termine, non perché, secondo noi, non

mercoledì 8 aprile 2015

Continua la protesta contro la liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011. Il sindacato: "Sviluppo insostenibile del commercio. I piccoli commercianti non reggono i costi di gestione di 365 giorni di apertura. La differenza si può fare: alcuni supermercati saranno chiusi per scelta"


Pasqua 2015, shopping? Cgil: “Festa non si vende”. Scioperi in Emilia e ToscanaChi alla gita fuori porta di Pasquetta preferisce una passeggiata tra i negozi per fare shopping potrebbe rimanere deluso. I sindacati confederali di categoria dell’Emilia Romagna, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil, hanno proclamato uno sciopero a catena dei dipendenti del commercio e degli addetti ai servizi negli ipermercati, con l’astensione dal lavoro per l’intero turno nelle giornate di Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e 1° maggio. Braccia incrociate e diverse saracinesche abbassate, quindi, nelle tre principali feste di primavera, per protestare contro la “liberalizzazione degli orari introdotta nel 2011 con il decreto Salva Italia”, e per garantire a tutti i lavoratori del settore “la possibilità di stare a casa con le proprie famiglie in festività

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