martedì 19 marzo 2013

COMMERCIOATTIVO MEMBER of the SUNDAY ALLIANCE


Welcome to COMMERCIOATTIVO – our new member from Italy!

March 2013
unknown
COMMERCIOATTIVO is an association of small- and medium-sized enterprises. Its principal objective is to raise awareness of the added value of the local economy, with particular regard to traditional neighbourhood business activities and public shops, in the context of the historical-cultural, environmental and social identities, by means of initiatives that promote the natural commercial centres of the city of Campobasso and its Province. It represents and protects commercial and artisanal businesses, entrepreneurs in general, artists, and relevant associated bodies, in their relations with public and private institutions, with the public administration and with economic and social organisations, at the local, national, European and international level. It organises study seminars, researches, conferences on economic and social themes of general interest. It promotes initiatives aimed at affirming policies in favour of enterprises. For more information: http://commercioattivo.blogspot.be/. The European Sunday Alliance welcomes its new member and is looking forward to our future cooperation!

http://www.europeansundayalliance.eu/site/home

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sabato 16 marzo 2013

IL BUCO NERO DEL COMMERCIO: IN 2 MESI PERSI 167 NEGOZI AL GIORNO


La crisi economica ha portato al dimezzamento delle nuove aperture nel primo scorcio del 2013, il dato peggiore degli ultimi 20 anni. Per Confesercenti se si confermerà il trend a fine anno le saracinesche si chiuderanno definitivamente su 60mila imprese, a rischio 200mila posti di lavoro. Centro-nord più colpito, ma la situazione più grave è a Roma. E scoppia la bolla dei negozi sfitti

Il buco nero del commercio: in due mesi persi 167 negozi al giorno
MILANO - La crisi economica e le difficoltà delle famiglie non si sono certo allentate con l'inizio del 2013. Quello che è ben noto a tutti è certificato oggi anche dalla crisi del commercio - che ovviamente fatica a crescere o addirittura a sopravvivere vista la scarsa domanda e l'impossibilità dei consumatori di sostenere gli acquisti. Non a caso, secondo l'allarme lanciato da Confesercenti, nei primi due mesi del 2013 sono spariti quasi 10mila esercizi commerciali. Le aperture sono crollate del 50%, dato peggiore degli ultimi 20 anni. Ogni giorno spariscono in media 167 imprese commerciali. Secondo l'Associazione "se continua così, nel 2013 sarà una ecatombe con un saldo negativo di 60mila imprese".

Confesercenti sottolinea che "nel commercio non si riesce più a fare impresa". Alla luce dei dati sopra esposti, l'Associazione sottolinea le "ovvie conseguenze negative su economia e occupazione nel nostro Paese" se davvero l'anno si dovesse chiudere con le saracinesche definitivamente chiuse su 60mila negozi. Anche i pubblici esercizi vivono un momento disastroso: in questi due mesi ne hanno chiuso più di 9.500 Tra bar, ristoranti e simili, per un saldo finale negativo di 6.401 Unità.

Tra gennaio e febbraio, riferisce Confesercenti, nel settore hanno chiuso i battenti 13.75 aziende, mentre le aperture sono state 3.992, Per un saldo negativo di 9.783 Unità. Praticamente, sono sparite oltre 167 imprese al giorno. Un bilancio destinato a peggiorare nel trimestre: secondo le nostre stime, dicono i commercianti, i primi tre mesi del 2013 termineranno con un saldo negativo di 14.674 unità (4mila unità in più rispetto al 2012), sintesi di 20.622 cessazioni e 5.988 nuove iscrizioni. La tendenza a fine anno porterebbe a una vera e propria ecatombe, con 200mila addetti in meno.

Che la ripresa del settore sia lontana emerge non solo dalla disparità tra la chiusura e l'apertura di nuovi esercizi, che genera il saldo negativo, ma anche dalla sola dinamica di questo secondo fattore. Alla fine di marzo si stimano infatti 5.988 aperture nel commercio al dettaglio, la metà del 2012 e il peggior dato degli ultimi 20 anni. Estendendo lo sguardo ai dati di aperture del primo trimestre 2011 e del primo trimestre 2010 in effetti, si conferma un crescente calo delle nuove iscrizioni, mentre le cessazioni restano sostanzialmente costanti, intorno alle 20-22 mila ogni anno. "Il fenomeno dimostra come la crisi non incide solo sul numero di chiusure, ma anche e soprattutto sulla possibilità di aprire una nuova impresa", ricorda Confesercenti.

Tra gli altri dati, spicca la ripartizione geografica: iI risultati peggiori si rilevano centro-nord, che registra 7.885 chiusure a fronte di 2.054 aperture; Sud e isole sembrano resistere un pò di più. Tra i comuni capoluoghi di provincia, invece, la maglia nera va a Roma, con 553 chiusure per un saldo negativo di 392 unità. Seguono Torino (306 cessazioni, saldo negativo di 231 unità) e Napoli (-133 imprese il saldo). A corollario, si sottolinea anche una nuova emergenza: quella degli affitti. Secondo una ricerca condotta da Anama-confesercenti, infatti, in Italia i negozi sfitti per "assenza di imprese" sono ormai 500mila per una perdita annua di 25 miliardi di euro in canoni non percepiti.

venerdì 15 marzo 2013

NUOVE "FOLLI" NORME CONTRO LE IMPRESE E LE FAMIGLIE....


Di Fernando Rossi – da facebook

Due notizie che “segnano” ulteriormente la crisi delle imprese e delle famiglie italiane.
Aumenta dello 0,50% il tasso per il pagamento delle cartelle esattoriali e conseguenzialmente sugli importi rateizzati con Equitalia. Il tasso annuale a questo punto arriva a oltre il 5,50%.
Ma la notizia piu’ grave arriva dal Consiglio di Stato che con una sentenza la n. 6389 del 5.3.2013, che definiamo “schizofrenica”, ritiene che le imprese che rateizzano il debito con Equitalia non possono più partecipare alle gare d’appalto perché come recita la sentenza “chi vuole lavorare con la pubblica amministrazione deve rispettare gli obblighi di correttezza e lealtà”.
Insomma, chi paga le rate regolarmente per estinguere dei debiti tributari è condannato a chiudere.
Le imprese che hanno rateizzano i debiti con Equitalia sono quasi un milione.
Con questa sentenza, se applicata dalla Pubblica Amministrazione appaltante, dice il presidente di Confedercontribuenti Carmelo Finocchiaro, si mette fine al lavoro di centinaia di migliaia di imprese con il conseguente licenziamento di un numero e norme di lavoratori.
Il presidente Finocchiaro chiede provocatoriamente, cosa pensa il Consiglio di Stato, degli oltre 100 miliardi che la Pubblica Amministrazione deve invece alle imprese?
Insomma, questa mattina un risveglio amaro per imprese e famiglie, che arriva direttamente da due organi dello Stato italiano. E’ necessario mettere il punto su queste questioni perché il rischio ormai prossimo è quello della “morte” del nostro Paese, conclude amaramente Finocchiaro.

venerdì 1 marzo 2013

CommercioAttivo , tra i membri della European Sunday Alliance, aderisce DOMENICA 3 MARZO 2013 ALLA GIORNATA EUROPEA PER LE DOMENICHE LIBERE DAL LAVORO


DOMENICA 3 MARZO 2013
GIORNATA EUROPEA PER LE DOMENICHE LIBERE DAL LAVORO


CommercioAttivo continua la sua battaglia contro la liberalizzazione delle aperture domenicali con la campagna nazionale “LIBERA LA DOMENICA” con Federstrade Roma insieme alla Confesercenti Nazionale, ed alla Conferenza Episcopale Italiana, con una raccolta firme che fino a tutto Aprile p.v.  per avanzare una
proposta di legge di iniziativa popolare che sarà portata in Parlamento per abolire l'Art. 31 del Decreto Salva Italia in cui Governo e Parlamento hanno praticamente deciso che negozi e supermercati possono restare aperti 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana festivi compresi. Il risultato è che si stanno uccidendo migliaia di botteghe, ponendo sul lastrico tante famiglie, facendo perdere tanti posti di lavoro, desertificando i centri urbani senza contare la perdita di ogni equilibrio familiare e sociale. La grande distribuzione organizzata dispone in Italia di 18.976 punti vendita e nel 50% dei casi potevano già effettuare un congruo numero di aperture festive. A nulla sono serviti i ricorsi alla Corte Costituzionale delle regioni più fiorenti d’Italia:Lombardia , Toscana, Piemonte,Veneto. Ci resta solo la speranza della nostra proposta di legge da presentare al nuovo Parlamento. Per poter firmare rivolgersi alla propria sede comunale o presso le maggiori parrocchie. Restituire la domenica alle famiglie. Perché il lavoro di domenica, come ha ricordato l’arcivescovo di Campobasso-Boiano Giancarlo Bregantini (che presiede la Commissione CEI per i problemi sociali, la giustizia e la pace), «si traduce nella triste domanda di tanti bambini: mamma, ma neanche oggi stai con me?».
Abbiamo aderito alla European Sunday Alliance per rafforzare la nostra battaglia. Questo organismo nasce nel giugno del 2011 ed ha sede a Bruxelles , rappresenta una rete di circa 80 organismi dai sindacati alle chiese cristiane ed unisce tutti i Paesi europei nel contrasto al lavoro festivo nel commercio. Lo scopo è garantire il valore del tempo libero per tutte le società europee. La deregulation porta solo danno alla economia del commercio, aumento delle spese di gestione e la perdita dei diritti dei lavoratori del settore.
La Chiesa spinge da tempo per un maggior rispetto della domenica come giorno dedicato al riposo ed alla preghiera. Anche il nostro Papa Emerito, Benedetto XVI ha più volte invitato i fedeli a riscoprire la domenica “come giorno di Dio e della comunità”. In Europa il sostegno arriva anche da altre confessioni religiose che hanno giorni diversi dedicati al riposo ed alla preghiera. La nostra è una battaglia in difesa dei piccoli imprenditori letteralmente mangiati dalle lobby più potenti, è la difesa per il nostro lavoro ,della nostra vita e quella delle nostre famiglie.

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