mercoledì 12 agosto 2015

SCIOPERO NAZIONALE DEI COMMERCIANTI SABATO 15 AGOSTO CONTRO L'ECCESSO DI APERTURE DOMENICALI E FESTIVE. Alla mobilitazione nazionale, proclamata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil, hanno aderito tutte le sigle sindacali della provincia di Padova. In provincia di Campobasso i sindacati che fanno?

La mobilitazione nazionale è stata proclamata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil. L'iniziativa è stata organizzata per sabato 15 agosto, per protestare contro "l'eccesso di aperture domenicali e festive"
Una giornata di sciopero del settore commercio è stata indetta per il prossimo 15 agosto. L'iniziativa avrà luogo non a caso nella giornata di Ferragosto, per protestare contro l'apertura dei negozi nei giorni festivi. Alla mobilitazione nazionale, proclamata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil, hanno aderito tutte le sigle sindacali della provincia di Padova contro il lavoro festivo.
"La liberalizzazione prevista nel decreto Monti, che ha sancito le aperture festive - scrivono i sindacati - non ha portato ai risultati positivi sperati, creando dumping tra piccola e grande distribuzione, svuotando i centri storici delle città a favore delle cittadelle del consumo. Pertanto è necessario fare un passo indietro e tornare alla situazione precedente, la politica deve intervenire per promuovere una legge che regoli in maniera diversa l'eccesso di aperture domenicali e festive, restituendo dignità ed equilibrio a migliaia di donne, uomini, madri, padri, figli e valore alla famiglia".

da: "PadovaOggi"

sabato 1 agosto 2015

TOTALMENTE DISTRUTTA DALL'EURO E DALLA UE, L'ITALIA TRA DIECI ANNI NON ESISTERA' PIU'. E' QUANTO ASSERISCE IL PROF. ROBERTO ORSI DELLA LONDON SCHOOL OF ECONOMICS.

Degrado di Roma
















“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso
 perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione
 prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di
desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica,
di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione
culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un
 serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo,
con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto
 deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%.
E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso
la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.

Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento
 del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli:
 “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in
 Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse.

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