lunedì 29 ottobre 2012

L'INTERVISTA DI BUONGIORNO REGIONE MOLISE ALLA PRESIDENTE DI COMMERCIO ATTIVO GIULIA D'AMBROSIO ANDATA IN ONDA IL 23/10 u.s. SULLA CRISI ECONOMICA ED IN PARTICOLARE SULLE PICCOLE IMPRESE DEL SETTORE DEL COMMERCIO MOLISANO, PER DIRE BASTA ALLE TASSE CHE UCCIDONO LE IMPRESE NELLA MANIFESTAZIONE DI TORINO. PROMOSSA DA IMPRESE CHE RESISTONO.


IL LINK PER VEDERE LA TRASMISSIONE CON L'INTERVISTA INTEGRALE
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-212913ce-8c9d-4c05-bd3c-4246dabb19a9.html#p=

"A MARCIA INDIETRO" LA MANIFESTAZIONE DI TORINO DELLE PMI, PER DIRE BASTA ALLA BUROCRAZIA ALL'AUMENTO DELLE TASSE E ALL'ASSENZA DELLA POLITICA RISPETTO AI REALI PROBLEMI DELLE IMPRESE.


 TORINO.
È finita "a marcia indietro" la manifestazione organizzata ieri a Torino da "Imprese che resistono". Un gesto simbolico, quasi un flash mob, per dire «che l'Italia intera sta andando indietro, come i gamberi» sottolinea il fondatore dell'associazione, Luca Peotta, imprenditore cuneese che ha costituito l'associazione nel 2009.
Imprenditori e artigiani, circa un migliaio, si sono alternati al megafono, durante la marcia ieri mattina, per protestare contro i ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, contro una fiscalità eccessiva, contro la burocrazia e l'assenza della politica rispetto ai problemi delle imprese. «Sono proprio le Pmi – sottolinea Peotta – a soffrire di più per i ritardi della pubblica amministrazione, perché spesso lavorano in subappalto, come accade nella sanità o nel comparto costruzioni». Altro tema sul tavolo, i crediti Iva, un tema non secondario sul fronte dei ritardi della Pa. «Le aziende anticipano regolarmete l'Iva per vedere poi sempre più allungarsi i tempi delle compensazioni» aggiunge l'organizzatore.
Alla protesta hanno partecipato gruppi provenienti da mezza Italia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise, accanto a molte organizzazioni di categoria come  CommercioAttivo associazione delle piccole attività del commercio Molisano, l'Api di Torino, Cna, Confartigianato e

venerdì 26 ottobre 2012

Ma se c'e' la crisi e se ci sono 2.8 milioni di disoccupati in Italia, perche' vedo ancora ristoranti pieni e belle auto in giro?.

Uriel Fanelli, "La crisi che sale dal basso (dovrebbe essere questa la fonte, da controllare):
La crisi che sale dal basso.
Ho ricevuto una richiesta , ovvero una domanda, che recita piu' o meno cosi': "ma se c'e' la crisi e se ci sono 2.8 milioni di disoccupati in Italia, perche' vedo ancora ristoranti pieni e belle auto in giro?". La domanda sotto sotto e' meno stupida di quanto non sembri a prima vista, e la risposta e' che ... le grandi crisi arrivano dal basso.
Provate ad immaginare una ipotetica catena alimentare. C'e' l'erba che nutre la gazzella, la gazzella che nutre il leone, il leone che fa arrivare i turisti che pagano il parco naturale per mantenere tutto questo intatto.
Avuta l'immagine? Mettetela da parte e andiamo a ragionare, la ritroveremo in seguito.
Partiamo dal presupposto che i 7/8 del paese vivano di rendita. Che cos'e' una rendita? La rendita e' una posizione tale per cui , una volta raggiunta, non occorra alcuno sforzo competitivo per essere mantenuta. Facciamo alcuni esempi:
1. Ho comprato due appartamenti e li affitto. In tal caso, vivo perche' ho comprato due case. Posizione di rendita classica.
2. Una legge dice che ogni azienda debba avere una contabilita' certificata e quindi io faccio il commercialista oppure sono CNA, Conf* e offro servizi di contabilita'.
3. Una legge dice che la scuola e' obbligatoria e io vendo/stampo libri scolastici che le famiglie sono costrette a comprare, perche' la legge impone anche il titolo dei libri senza dare scelta.
4. Una legge impone che tutti i negozi abbiano una certificazione X sugli impianti elettrici e io devo andare per forza da un elettricista abilitato a tali certificazioni.
5. Una legge impone che le auto debbano essere collaudate e testate ogno tot anni e io ho un'officina automobilistica.
6. Per essere ascoltati da una assicurazione dopo un incidente occorre che scriva un avvocato, e io faccio proprio l'avvocato e il mio lavoro e' per cospicua percentuale di fare lettere alle assicurazioni.
Potremmo continuare all'infinito. Ebbene, se il mondo del lavoro in se' e' l'erba, questo e' il primo strato di rendite , diciamo che la gazzella mangia l'erba.

mercoledì 24 ottobre 2012

TORINO: IMPRENDITORI IN PIAZZA, bloccato il traffico in Corso Massimo d'Azelio e Corso Vittorio Emanuele II. Tra i partecipanti COMMERCIOATTIVO in rappresentanza delle piccole imprese del commercio Molisano.

Manifestazione degli imprenditori a Torino, bloccato corso Massimo d'Azeglio

di Redazione - 24 ottobre 2012

Questa mattina per le strade di Torino hanno sfilato in corteo un migliaio di imprenditori provenienti da tutta Italia. La manifestazione è stata promossa dall'associazione 'Imprese che resistono', movimento nato quattro anni fa a Torino.

Partito dal Teatro Nuovo, il corteo ha bloccato corso Massimo d'Azeglio e corso Vittorio Emanuele II, mandando in tilt la circolazione stradale. Tra i partecipanti al corteo ci sono Api, Cna e Confartigianato. Numerosi gli striscioni dietro ai quali sfilano gli imprenditori, tra cui 'Dopo il rigore e' tempo di crescita ed equita", 'imprese che resistono... è un'impresa resistere', 'Che futuro lasceremo ai giovani', 'La globalizzazione è una opportunità per pochi'.

Gli imprenditori delle varie associazioni che hanno aderito alla manifestazione si alternano su un furgoncino elencando le cose che non vanno. Il corteo risponde scandendo lo slogan 'Basta'. Tra i partecipanti anche l'associazione COMMERCIOATTIVO in rappresentanza delle piccole imprese del commercio Molisano.
Dopo quasi tre ore dall'inizio del corteo, i manifestanti sono arrivati davanti alla sede della Rai. Qui hanno srotolato uno striscione con scritto 'L'Italia sta andando indietro'. Alle loro spalle un'enorme bandiera tricolore. "Tre anni fa siamo scesi in piazza - ha detto l'imprenditore Luca Peotta, fondatore del movimento - e da allora non è cambiato nulla, soltanto la pressione fiscale. Siamo tornati a manifestare perché vogliamo aiutare le piccole e medie imprese a rialzare la testa. La situazione è insostenibile. In questa piazza ci sono anche giovani, studenti, disoccupati".


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domenica 21 ottobre 2012

SUMMIT MMT: CRISI, GRIDO D'ALLARME DI GIAVARINI IMPRENDITRICE DI PARMA E PRESIDENTE DI REIMPRESE ASSOCIAZIONE DI PICCOLE E MEDIE IMPRESE


SUMMIT MMT: ULTIMO GIORNO DI LEZIONI, ''E' ORA DI USCIRE DALL'EUROCRIMINE''



di 
RIMINI - Si apre la seconda e ultima giornata del summit numero 2 dedicato alla Modern Money Theory (MMT), al pala 105 di Rimini.
Il convegno sull'economia organizzato dal giornalista Paolo Barnard ha coinvoltoWarren MoslerMathew Forstater eAlain Parguez, economisti di fama mondiale chiamati a spiegare al pubblico presente, che ha finanziato il convegno, le soluzioni per uscire dall'Euro e dalla crisi che ha investito l'eurozona.
Dopo la lunga sessione di ieri, nel corso della quale gli economisti hanno spiegato i motivi della crisi europea e fornito le 'armi' per uscirne, come il ritorno alle sovranità monetarie e della spesa a deficit positivo per i Paesi dell'Unione, si torna oggi sul palco del palasport riminese per la sessione conclusiva delle lezioni e per la parte dedicata alle domande del pubblico agli economisti.
Prima di iniziare e dopo la performance di Forstater, che ha 'suonato' a parole il 'blues della Mmt', Barnard ha lasciato la parola a Rossella Giavarini, imprenditrice di Parma e presidente di Reimpresa, associazione che si è fatta promotrice del summit.
"Non lasceremo distruggere le nostre imprese - ha dichiarato la Giavarini - quello che sta succedendo alle nostre aziende è un crimine, ma noi non siamo delle multinazionali potenti, noi siamo persone che hanno

CHI PERDE E CHI GUADAGNA DALLA LEGGE DI STABILITA' PROPOSTA DAL GOVERNO


di Domenico Moro da “Pubblico
Alcuni continuano a chiedersi qual è il senso di una manovra che prende con una mano e dà con un’altra. In realtà, Monti non dà nulla e prende molto più di quanto sembri. Prende dai redditi più bassi e dai lavoratori e dà alle grandi imprese, realizzando un gigantesco trasferimento di ricchezza sociale. I provvedimenti avranno ulteriori effetti recessivi, sulla linea di quelli già varati e che hanno depresso domanda e produzione. Con una mossa degna di un giocatore delle tre carte, il governo ha gettato fumo negli occhi riducendo le prime due aliquote dell’Irpef. La prima dal 23% al 22%, la seconda dal 27% al 26%. Nel migliore dei casi si realizzerebbe un risparmio di 280 euro per contribuente, che in totale nel 2013 sarebbe di circa 4,27 miliardi in meno per l’erario. Si tratta però per i cittadini di risparmi del tutto aleatori. In primo luogo, il governo ha introdotto una franchigia di 250 euro su deduzioni e detrazioni e un tetto di 3000 euro alle spese detraibili.
Il risultato è un aggravio di imposta di 2 miliardi di euro, che colpirà 21 milioni di persone, di cui il 94,5% lavoratori dipendenti e pensionati. Per quanto riguarda le spese sanitarie la franchigia a

giovedì 18 ottobre 2012

I COSTI DELLA POLITICA (NIENTE) A CONFRONTO CON "CE LO CHIEDE L'EUROPA"


Un fiore sulla mia tomba

 Costi politica comparati spese unione
 A sinistra potete vedere i costi dei partiti, del Senato, della Camera, delle Regioni, dei Comuni e delle Province. Le ultime due colonne a destra, invece, rappresentano quello che dovremo sborsare a causa del Fiscal Compact (ogni anno) e del MES, Ilfondo salva-stati (solo come anticipo).

 Ma sul MES e sul Fiscal Compact, e solo all'indomani della loro approvazione, c'eranocinque righe e mezza a pagina 7 del Corriere della Sera.  Per Fiorito, Belsito, per gli stipendi dei parlamentari, per le auto blu e per le

lunedì 8 ottobre 2012

LAVORO DOMENICALE, IL "NO" IN PIAZZA. Dipendenti e famiglie prendono parte a iniziative in numerose località per protestare contro la liberalizzazione degli orari commerciali


COMMESSE IN MARCIA: NO AL LAVORO DOMENICALE" Costrette al turno festivo per solo 15 euro in più. Cortei in cinque città contro l'apertura dei negozi. COMMERCIOATTIVO ADERISCE ALLA MANIFESTAZIONE.


MILANO: CAUSA CRISI, POSSIBILE ANTICIPO DEI SALDI AL 7 DICEMBRE. COMMERCIOATTIVO NETTAMENTE CONTRARIO, in sintonia con il vice Direttore Generale Confesercenti ed il Presidente di Federstrade Lazio.


FEDERStrade - Confesercenti
10:50 (22 ore fa)
FEDERStrade-Co.

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Pertanto richiamarsi al classico "l'unione fa la forza" sembrerà banale, ma è esattamente quello che ci aspettiamo: se saremo in tanti, sarà certo che le nostre richieste arriveranno fino in fondo.

Cordialmente

(Mina Giannandrea-Presidente FEDERStrade-Confesercenti)


Saldi anticipati contro la crisi: «Si parte il 7 dicembre, il giorno di Sant'Ambrogio»

La decisione dell'Osservatorio del commercio Regione Lombardia. Confesercenti: è un errore

MILANO - Non solo la prima della Scala. Quest'anno Sant'Ambrogio porterà con sé anche l'inizio dei saldi. Pardon: «delle promozioni», come precisano commercianti e Regione. Fatto sta che i negozi saranno liberi di tagliare i listini. Trenta giorni prima dell'inizio dei ribassi veri e propri, previsti subito dopo la Befana.

ESPERIMENTO ANTI CRISI - La novità di quest'anno è frutto di una sperimentazione annuale che la scorsa primavera ha avuto il via libera del consiglio regionale.
A settembre, però, Confesercenti ha rimesso tutto in discussione: «I nostri iscritti si sentono danneggiati dalle promozioni anticipate», ha detto in sostanza l'associazione. Per dirimere la faccenda (e valutare la necessità di un passo indietro) giovedì l'assessore al Commercio del Pirellone, Margherita Peroni, ha convocato l'Osservatorio sul commercio. Al tavolo, insieme con l'assessore, i rappresentanti delle associazioni lombarde del settore: Unioncamere, Anci, Uncem, Confcommercio, Uniascom Varese, Confesercenti, Federdistribuzione, Legacoop. Oltre alle associazioni dei consumatori Adusbef e Adiconsum. E al sindacato confederale.
«L'opinione espressa dall'Osservatorio è che si continui e si concluda la sperimentazione tenendo presente che l'ultima parola spetta al consiglio - ha tirato le somme l'assessore al termine dell'incontro -. La condivisione delle strategie è un valore imprescindibile».
FAVOREVOLI E CONTRARI - Durante l'incontro, l'unica voce contraria alle promozioni anticipate è rimasta quella diConfesercenti Lombardia. «Spero davvero di sbagliare previsioni - dice il presidente regionale, Pier Giorgio Piccioli - ma questa operazione rischia di costringere i molti piccoli negozi già in seria difficoltà ad abbassare la saracinesca. Con gli sconti anticipati rischiamo di non vendere nulla a novembre. E anche i saldi di gennaio ne risentiranno».
Di parere diverso Confcommercio. «In questo momento l'abbigliamento non può stare fermo, sarebbe un suicidio. Anche perché sulle altre merceologie, dai computer ai telefonini, per esempio, le promozioni ci sono eccome», valuta il presidente di Federmoda, Renato Borghi. «E poi i dati dell'esperienza di giugno ci dicono che i saldi sono andati meglio proprio in Emilia Romagna, Trentino e Lombardia, le regioni dove è stato dato il via libera alle promozioni anticipate», aggiunge Borghi.
GRANDE DISTRIBUZIONE - Se il piccolo commercio resta diviso rispetto all'utilità delle promozioni in tempi di crisi, la grande distribuzione non ha dubbi. «Certo, le nostre aziende approfitteranno di questa opportunità per tagliare i prezzi su alcuni prodotti - assicura Giovanni Cobolli Gigli, presidente di Federdistribuzione - . Il 72 per cento lo ha gia fatto a giugno. Questa volta, con più tempo per organizzarsi, sono sicuro che la percentuale salirà». Favorevoli anche le associazioni dei consumatori. «È stata decisa una sperimentazione, è serio portarla a termine fino in fondo - conclude Angela Alberti di Adiconsum -. Un segno di coerenza verso i consumatori».

Rita Querzé5 ottobre 2012 | 10:59© RIPRODUZIONE RISERVATA


CRISI: CONFESERCENTI, UN CONTROSENSO SALDI IL 7 DICEMBRE
(V.'CRISI: A MILANO E LOMBARDIA SALDI...' DELLE 11,02)
   (ANSA) - ROMA, 5 OTT - Anticipare i saldi ? Piuttosto fare una battaglia per farli posticipare, come anni fa quando i saldi cominciavano a gennaio. 
La posizione dei commercianti della Confersercenti è netta: contrari ad anticipare le vendite scontate.
   <<I saldi si adottano alla fine di una stagione, quando si vuole fare pulizia delle rimanenze non quando la stagione, in questo caso invernale, è appena cominciata. I saldi il 7 dicembre sono un controsenso>> dice Mauro Bussoni, vice direttore generale della Confesercenti a proposito del possibile anticipo di un mese dei saldi a Milano. 
<<'E' pur vero che la tendenza delle imprese ad anticipare c'è e va consolidandosi>>.
Fare sconti prima favorisce la vendita ma i negozianti sono divisi sull'opportunità di scontare la merce in anticipo, oltre il 50% è contraria''. 
  Le piccole imprese si trovano dunque dall'altra parte della barricata rispetto alla grande distribuzione favorevole invece a liberalizzare tutto, dai saldi alle vendite promozionali. 
Ora si teme l'effetto-domino: le regioni vicine potrebbero adeguarsi al calendario commerciale della Lombardia per non subirne la concorrenza.  
A essere ''totalmente contrari'' sono intanto i negozi di vicinato.
< - dice Mina Giannandrea, presidente di FEDERStrade Lazio - un anticipo è inammissibile per noi. 
A gennaio il cliente non si accontenta più dello sconto del 30-40% che ha avuto a dicembre ma esige il 50%. Così non copriamo neanche le spese, i negozi continuano a chiudere e le città si spengono. Sopravviveranno solo i centri commerciali''>>.
(ANSA).

Lo staff di FEDERStrade

martedì 2 ottobre 2012

STOP: E' ORA DI DIRE BASTA... TORINO 24 OTTOBRE 2012 IMPRESE CHE RESISTONO INSIEME A COMMERCIOATTIVO

ALLARME ROSSO (La sistematica distruzione del sistema economico distributivo delle città)



 di Giulia D'Ambrosio
La crisi morde e continua a mietere vittime. A cadere, in questo periodo, sono soprattutto i commercianti, piccoli imprenditori che si dedicano alla vendita al dettaglio. Tra tasse e calo delle vendite sopravvivere, per molti di noi, è diventato quasi impossibile.
Sembra quasi che il governo abbia deciso di distruggere il sistema distributivo delle città. Laliberalizzazione degli orari è stato il primo passo, con la convinzione che aprendo la domenica sarebbero aumentate le vendite di almeno 3-4 punti percentuale, secondo le megaricerche bocconiane commissionate dalla grande distribuzione. Invece le vendite sono crollate del 6-7% con una perdita del sistema negozi al dettaglio che non ha eguali. In Italia si stima una perdita di circa 150.000 negozi per l’anno 2012. Inutile dire che in Molise la situazione è semplicemente drammatica.
Altro provvedimento iniquo il decreto sulle semplificazioni, che contribuirà ad eliminare i livelli di professionalità soprattutto nel settore alimentare. Dal 14 settembre con la soppressione degli obblighi dei requisiti professionali per il commercio all’ingrosso di alimentari, si aprono

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