mercoledì 11 dicembre 2013

Crisi, in Italia meno ingressi e più espatri ed al primo posto chi?... IL MOLISE NATURALMENTE!!! + 147%

Nel 2012 emigrati 68 mila italiani.

Alcuni migranti a bordo di un barcone.
Alcuni migranti a bordo di un barcone.Nl nostroe Paese sembra essere entrata in crisi anche l'immigrazione.
ORFANI DI IMMIGRATI. Secondo quanto indicato da un rapporto pubblicato il 10 dicembre dall'Ismu, la fondazione che rileva le iniziative e gli studi sulla multietnicità, l'immigrazione in Italia si è fermata. La crisi economica sembrerebbe aver bloccato i nuovi arrivi, stimolando invece l'emigrazione di molti italiani delusi. La popolazione di origine straniera nel nostro Paese è stimata, al primo gennaio 2013, a 4,9 milioni di persone, dentro cui si sono contati 300 mila irregolari, il 6% in più rispetto al 2012 calcolando nascite, ricongiungimenti familiari e cittadini che non erano stati censiti nel 2011, anno in cui si erano trasferiti in un altro Paese 200 mila stranieri.
PERMESSI DI SOGGIORNO DIMEZZATI. Ne è emerso che i permessi di soggiorno rilasciati per motivi di lavoro nel 2012 sono stati 67 mila, ovvero la metà rispetto al 2011 e meno di un quinto del 2010, quando per motivi di lavoro erano arrivate 350 mila persone.
IL LAVORO CHE MANCA E LE OCCUPAZIONI. L'emergenza principale risulterebbe essere quella che riguarda il lavoro, senza distinzioni di nascita. Infatti da quando è il lavoro a

giovedì 5 dicembre 2013

MONS. BREGANTINI PRESENTA LA MARCIA PER LA PACE CHE SI SVOLGERA' IL 31 DICEMBRE A CAMPOBASSO.

Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della  lettera di Umberto Berardo:
"Marciare, ma soprattutto operare per la pace"
Oggi, mentre scriviamo, dopo un incontro nella sala Celestino V del 4 c.m. con Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, sul tema "La Politica come servizio alla pace ", mons. Bregantini ha presentato la marcia per la pace che si svolgerà quest'anno il 31 dicembre a Campobasso.
L'augurio che ci facciamo è che l'iniziativa rimanga propria della società civile, che non abbia nulla di accademico, che sia fortemente riflessiva e propositiva e soprattutto che non sia appaltata da una politica che non si pone come tecnica di soluzione dei problemi della collettività, ma come un sistema in mano a mestieranti privilegiati per accedere al potere in ruoli istituzionali non più per scelta elettorale, visto che il voto è stato ridotto solo ad una finzione, ma per cooptazione oligarchica o partitocratica ancora per poco, speriamo, visto il recente pronunciamento della Corte Costituzionale sul "Porcellum".

DOMENICA NO GRAZIE! : MOBILITAZIONI DEI LAVORATORI DOMENICA 8 DICEMBRE IN TUTTA ITALIA.... CAMPOBASSO DOV'E'?.......


Per ogni posto di lavoro creato nei centri commerciali se ne perdono sei nel piccolo commercio. Basta questo dato per capire la gravità della situazione dei lavoratori del commercio. Non solo, chi si guadagna da vivere nei centri commerciali lo fa in condizioni di grande precarietà. Ai lavoratori si richiede soprattutto grande flessibilità: straordinari, festivi obbligatori, orari che cambiano ogni giorno, ferie non concordate sono la normalità e rendono inconciliabili i tempi di vita e di cura della famiglia con il lavoro. A questo si aggiunge tutta una serie di meccanismi disciplinari e di abusi, come il mobbing, che minano qualsiasi forma di tutela. Insomma, la filosofia organizzativa tende a comprimere verso il basso i salari e i diritti dei lavoratori. Nel 2010, la CGIA di Mestre, ha stimato che tra il 2001 e il 2009 la superficie di vendita della grande distribuzione è cresciuta circa del 65%, nel frattempo le piccole attività sono diminuiti di oltre 51.000 unità. Nello stesso periodo a un aumento di poco più di 21.000 addetti nella grande distribuzione, nel piccolo commercio si sono persi quasi 130.000 posti di lavoro.
Per porre un freno a questa situazione è necessario che i lavoratori riacquistino il controllo dei propri diritti, a cominciare dal diritto al riposo domenicale e festivo e dei propri tempi di vita. L’8 dicembre la USB ha lanciato una giornata di mobilitazione nazionale per il diritto alle festività. In numerose città italiane, ci sarà “L’OTTO IO LOTTO”, con iniziative in difesa dei diritti e della democrazia dentro e fuori i centri commerciali. L’appuntamento nella zona di Milano è al Centro commerciale Sarca di Sesto San Giovanni.

BASTA CON IL LAVORO FESTIVO: L’8 DICEMBRE MOBILITAZIONE DEI LAVORATORI DEI CENTRI COMMERCIALI :

Questi alcuni dei luoghi dove si svolgeranno le mobilitazioni dei lavoratori
DOMENICA 8 DICEMBRE: 

A Roma (centro commerciale ROMAEST),
Firenze (centro commerciale I GIGLI) ,
Bologna (Coop & Coop di S. Ruffillo),
Milano (centro commerciale SARCA),
Napoli (Zona Commerciale di Casoria - IKEA),
Bari (Centro Commerciale Mongolfiera Santa Caterina),
Catanzaro (centro commerciale DUE MARI),
Schio, in provincia di Vicenza, (Supermercato Coop), saranno indetti presidi dentro e fuori i centri commerciali per denunciare le condizioni ormai insostenibili delle donne e degli uomini che lavorano nel commercio.
VOLETE FARE QUALCOSA???!!PARTECIPATE!!!!! DOMENICA NO GRAZIE E NESSUN FESTIVO!!!!!

TESTIMONIANZA DIRETTA DI UN IMPRENDITORE.

Foto: ...Monfalcone(Friuli)...ogni lumino è un negozio chiuso.."Commercio, ecco come si vive nell'età delle liberalizzazioni"

A 36 anni, otto anni fa, ho lasciato un lavoro cosidetto “sicuro” da impiegato e ho intrapreso la professione di imprenditore aprendo un’attività commerciale assieme a mia moglie, all’interno di un centro commerciale. I primi anni sono filati via lisci, l’attività è cresciuta e c’è stato spazio anche per due dipendenti. Poi la crisi che ben conosciamo, implacabile, ma non solo quella. Da Gennaio 2012 il decreto Salva Italia dell’allora governo Monti ha introdotto, di punto in bianco, la completa liberalizzazione del commercio in termini di orari e giorni lavorativi. La Grande Distribuzione ha preso la palla al balzo e nel centro commerciale dove lavoro si è deciso di tenere aperto sempre. 7 giorni su 7, 12 ore al giorno pena multe salatissime.

La mia vita è cambiata, come quella di tanti altri colleghi e dipendenti del settore. Ad un tratto, da arbitro della mia vita professionale, mi sono sentito obbligato a vivere un’esistenza pre-confezionata che qualcuno ha deciso per me. L’aumento delle ore di apertura, il relativo aumento dei costi di gestione, il calo dei consumi generalizzato hanno reso precario non solo il mio futuro, ma anche quello dei miei dipendenti e della mia famiglia. E’ subentrato un senso di abbandono, di solitudine, di continua tensione. La mia vita è peggiorata.

MOLISE UN'ALTRA STORIA: la politica sconfitta dalla Cultura




Riceviamo e pubblichiamo testo integrale, lettera del Prof. Valerio Mancini:
"Causa le indisposizioni dell’età, ho seguito Molise un’altra storia per mezzo di internet grazie alla solerzia con cui i bravi amici delle Forche Caudine hanno introdotto i contributi.
Penso che a Roma sia stata tradotta in realtà la migliore ipotesi di marketing territoriale,. E’ stato fatto ciò che i tanti consulenti regionali susseguitisi negli anni non sono riusciti a concretizzare non soltanto, in qualche caso, per inefficienza, ma soprattutto perché hanno risentito delle pressioni della politica locale, indirizzata ai tornaconti immediati per il proprio territorio specifico o per le proprie clientele estranee al merito, smembrando un’offerta che invece deve essere complessiva ed elevata specialmente per un territorio piccolo come il Molise.
Nelle immagini di tutte le adunanze si rivelano grandi passioni e massima professionalità da parte dei relatori: è indiscutibile il livello altissimo dei dibattiti, incantevole quello sull’Atene del Sannio con la perfetta disamina della scuola da parte del professor Plinio Perilli o quello sull’integrazione con la giornalista Ida Santilli che cita il filosofo Jürgen Habermas, o quello sull’economia con l’avvocato Donato Iannone che ricorda i testi di Tito Livio. Il Molise non è la spazzatura di Zalone, ma queste menti!
E’ la cultura che stana la politica: gli amministratori molisani più intelligenti accettano il confronto, recepiscono sollecitazioni, accorciano distanze generazionali. Vedendo su internet i resoconti delle tante iniziative debbo riconoscere che molti non hanno stonato alla Garbatella, sono riusciti a sintonizzarsi sulle interessanti tematiche proposte dagli organizzatori. Altri politici, vogliosi delle sole passerelle, probabilmente hanno preferito defilarsi per non fare brutte figure."

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