Riceviamo e pubblichiamo il testo integrale della lettera di Umberto Berardo:
"Marciare,
ma soprattutto operare per la pace"
Oggi,
mentre scriviamo, dopo un incontro nella sala Celestino V del 4 c.m.
con Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, sul tema "La Politica
come servizio alla pace ", mons. Bregantini ha presentato la
marcia per la pace che si svolgerà quest'anno il 31 dicembre a
Campobasso.
L'augurio
che ci facciamo è che l'iniziativa rimanga propria della società
civile, che non abbia nulla di accademico, che sia fortemente
riflessiva e propositiva e soprattutto che non sia appaltata da una
politica che non si pone come tecnica di soluzione dei problemi della
collettività, ma come un sistema in mano a mestieranti privilegiati
per accedere al potere in ruoli istituzionali non più per scelta
elettorale, visto che il voto è stato ridotto solo ad una finzione,
ma per cooptazione oligarchica o partitocratica ancora per poco,
speriamo, visto il recente pronunciamento della Corte Costituzionale
sul "Porcellum".
Se la pace non è solo assenza di guerre, purtroppo ancora numerose e cruente nel mondo, e di conflitti, ma realizzazione della dignità piena di ogni essere umano e costruzione della giustizia sociale, è evidente che la politica non è in questo momento servizio a queste finalità, avendo rinunciato ad una governance ormai in mano a lobbies finanziarie.
Capite
che diventa utopistico cercare nei partiti, in cui è sempre più
difficile abitare, una funzione della politica come servizio alla
pace.
Se,
come scrive papa Francesco nella "Evangelii Gaudium",
l'inequità, le nuove diseguaglianze e l'incombente baratro economico
sono il frutto dell'egoismo, dell'idolatria del denaro, che il
dilettantismo di classi dirigenti alla ricerca del privilegio e del
potere vorrebbero continuare a porre come valori fondanti della
società, a noi non è sufficiente l'indignazione; anzi perfino il
voto, senza una modifica delle leggi elettorali nazionali e locali,
diventa inutile o appena adeguato a scegliere il meno peggio.
Per
anni nella nostra regione, in indipendenza ed autonomia nei gruppi di
ricerca di base e tuttavia in dialogo con le forze politiche, molti
hanno provato ad elaborare idee per costruire un processo democratico
reale ed una società libera ed egalitaria.
Oggi
i partiti si sono trasformati in cartelli elettorali per la ricerca e
la conservazione del potere,
Se
la pace allora è inclusione, soprattutto dei più deboli, se la pace
è condivisione equa dei beni, se la pace è sempre più diretta
partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano la vita
comune, dobbiamo necessariamente pensare a nuove forme di
aggregazione politica di base capaci di rompere miti e sistemi di
conservazione degli attuali iniqui equilibri economici e sociali per
pretendere di variare l'agenda politica attuale, troppo legata agli
interessi di un capitalismo che ha prodotto un'economia che uccide,
come scrive ancora papa Francesco.
Quale
dev'essere dunque quest'agenda per una politica che voglia diventare
servizio alla pace?
Il
31 dicembre a Campobasso si dia voce unicamente a chi vuole costruire
canali di riflessione e proposta in ordine alle seguenti finalità:
rendere vincolante il "Trattato internazionale sul commercio
delle armi convenzionali", approvato in aprile dall'Assemblea
generale dell'ONU, raggiungendo la ratifica degli almeno 50 Paesi
necessari, mentre finora sono solo 8, impedendo o almeno limitando il
commercio di armi non solo convenzionali, ma allargando il trattato
anche ai robot armati ed ai droni; prospettare immediatamente leggi
elettorali di livello locale e negli organismi internazionali che
permettano ai cittadini di scegliere e decidere, di dare deleghe, ma
anche di revocarle, di avere referendum abrogativi, ma anche
consultivi e propositivi; costruire un'economia non più speculativa,
ma solidale e partecipativa attraverso forme di cooperazione e
socializzazione di base; garantire a tutti i diritti fondamentali non
con proclamazioni asettiche, ma attraverso realizzazioni concrete
come ad esempio un reddito minimo di cittadinanza.
Diamo
attuazione alla marcia della pace in una maniera intelligente e
costruttiva.
Usciamo
dal privato e costruiamo canali di elaborazione di idee e gruppi
decisi a farle camminare; riusciremo così a mettere alla base
dell'azione politica l'onestà, la lealtà, la coerenza, la
competenza e la responsabilità che dovrebbero essere i tratti della
carta di identità di chi assume un mandato politico che non può che
finalmente e necessariamente essere limitato nel tempo.
Se
non faremo questo, nulla migliorerà nella giustizia sociale ed il
business del mercato delle armi ci prospetterà qualcosa di peggiore
di quello che è successo, come informa l'Avvenire del 4 dicembre,
tra il 2007 ed il 2012, che ha visto l'esportazione delle armi
aumentare per la Cina del 293%, per la Russia del 43%, per l'Italia e
la Spagna del 22%, mentre il Marocco ha accresciuto le importazioni
del 2624%, l'Arabia Saudita del 373% e l'India e la Turchia del 108%
e 109% con esempi che sono limitati ma significativi.
Nessun commento:
Posta un commento