domenica 25 agosto 2013

Cibo e politica, il “metodo Eataly” di Farinetti si inceppa a Bari - Il Fatto Quotidiano

Cibo e politica, il “metodo Eataly” di Farinetti si inceppa a Bari - Il Fatto Quotidiano

GIA' CIBO E POLITICA ! Le grane di Farinetti a Bari non saranno del tutto un fatto di cattiveria .A quanti produttori  locali starà pestando i piedi ? Oppure oggi tutta la ricchezza  deve essere incanalata tra potenti e     " agganciati" con la politica ? Bari è ricca di produttori locali che hanno già la loro catena di distribuzione microdiffusa e certamente una grande realtà come Eataly sconvolge gli equilibri.Nata per promuovere i prodotti italiani all'estero ora vuole estendersi a tappeto in Italia con la lusinga di creare occupazione.Quanti  altri saranno costretti a chiudere ?



martedì 20 agosto 2013

Il Pd in Emilia silura Monti: “Negozi sempre aperti? Decide la Regione, non il governo” - Il Fatto Quotidiano




L'assessore Melucci: "Ricorreremo alla Corte Costituzionale. Noi siamo ad uno stadio già avanzato ed equilibrato". La Lega Nord si schiera con la maggioranza e Sel si divideLe liberalizzazioni degli orari nel commercio sono materia di competenza regionale. Questa la risposta dell’Emilia Romagna al pacchetto normativo Cresci Italia confezionato dal governo Monti assieme ai ministri Passera, Moavero e Severino, e al presidente dell’Antitrust Catricalà.“Noi siamo una regione che ha già raggiunto un equilibrio molto avanzato, risultato di concertazione fra tutti i soggetti protagonisti del settore”, spiega l’assessore regionale al Commercio, il riminese del Pd, Maurizio Melucci, “neanche in Europa c’è una liberalizzazione così spinta. Mi pare una materia che andrebbe affrontata con più

cognizione di causa”. Cognizione che appartiene, non solo per legge ma soprattutto per competenze, agli enti locali: “Per noi è normale avere la rete distributiva aperta quindi: liberalizziamo cosa? Un’attività commerciale che possa tenere aperto tutta la notte? Lo può fare già. Non c’è bisogno di ulteriori liberalizzazioni. L’equilibrio che avevamo raggiunto noi permetteva ai commercianti di scegliere l’orario più idoneo per la clientela a cui faceva riferimento”. Ecco perché l’Emilia Romagna sta valutando di presentare ricorso alla Corte costituzionale, assieme a Toscana, Puglia e Piemonte, e a cui stanno pensando di unirsi anche Lazio e

martedì 13 agosto 2013

IL REDDITOMETRO: IL FISCO CONTRO IL RISPARMIO.


redditometro_2013.jpgIl Fisco è contro il risparmio, con il redditometro devi rendere conto anche delle spese non coperte dal reddito annuale. Ma non è il cittadino che deve dimostrare allo Stato come spende i suoi soldi, ma è lo Stato che deve spiegare,al centesimo, al cittadino come spende i soldi delle sue tasse. Il redditometro, una mostruosità, va abolito insieme ad Equitalia. Prima è, meglio sarà per tutti.

da Brunoleoni.it
"La circolare con cui, pochi giorni fa, l’Agenzia delle entrate ha reso operative le norme sul nuovo redditometro non contiene indicazioni particolarmente significative rispetto a quanto già non sapessimo dal testo della legge e del decreto attuativo. Sapevamo già che da un lato il nuovo redditometro è più severo del precedente, dal momento che lo scostamento tra reddito dichiarato e spese presunte si riduce da un quarto a un quinto, che è sufficiente che lo scostamento si verifichi per un solo periodo di imposta, anziché due, e che si ritiene che le spese siano sostenute con redditi dell’anno in corso, come se il risparmio non esistesse; dall’altro lato, più garantista nel valorizzare il contraddittorio presso gli uffici dell’agenzia, evenienza tuttavia necessaria data la mole e l’importanza delle presunzioni introdotte.
Erano note anche le tipologie di spese che finiscono sotto lo sguardo dell’Agenzia e come si calcolano induttivamente in mancanza di dati certi, provenienti, ad esempio, dall’anagrafe tributaria o dimostrati dal contribuente. Sapevamo pure che il nuovo redditometro segna la mortificazione del risparmio, quell’attitudine costituzionalmente tutelata che ha evitato finora di individuare una nuova Bastiglia da assaltare.
La circolare, quindi, conferma lo spirito e la ratio che hanno animato il legislatore nella perenne lotta al fantasma dell’evasore, contribuendo a delinearne il profilo: un uomo qualsiasi; un piccolo borghese che si ricorda, bontà sua, di detrarre le spese farmaceutiche dai redditi imponibili e che si premunisce per i tempi duri con una polizza sanitaria. Gente di cui l’Italia è piena, che ha un abbonamento alla stagione teatrale per trascorrere qualche serata diversa, o che si allieta voltairianamente nella cura del proprio orticello (piante e fiori sono elemento indicativo di capacità contributiva per la categoria tempo libero, cultura e giochi). Uomini qualunque, di quelli che ancora per poco avranno la forza morale e economica di foraggiare questo Stato vorace, che da loro tutto vuol sapere, compreso quante volte al giorno chiamano i loro figli (v. voce “spese telefono”), ma che a loro nessuna spesa deve giustificare.
Come si è detto, gli effetti di questo redditometro andranno valutati una volta che sarà utilizzato, dal momento che molto dipenderà dall’uso che l’Agenzia ne farà. Accantonando il fatto che già questa discrezionalità, per non dire alea, è di per sé inquietante, ciò che più inquieta è che in un sistema fiscale da Ancien Régime, in cui una pressione insopportabile sta schiacciando imprese e famiglie, la vite della vessazione giri ancora una volta intorno alla gola del contribuente: sono le sue spese ancora una volta ad essere messe in discussione, mai quelle dello Stato o chi per esso.
Per l’Agenzia delle entrate, questi uomini di medie qualità, così simili l’uno all’altro nei gusti, nei comportamenti e nelle priorità, al punto che ad ogni comportamento di spesa è assegnato un valore medio come se non esistessero le preferenze individuali, sono evasori “salvo prova contraria”, nemici dello Stato, spettri a cui dare la caccia a scopo dimostrativo, perché tutti imparino non più che le tasse sono una cosa bellissima, ma che le spese e i risparmi sono una cosa bruttissima."

venerdì 9 agosto 2013

INCONTRO A DURONIA "LA FAMIGLIA SPERANZA E FUTURO PER LA SOCIETA' ITALIANA " 11 AGOSTO 2013


CHI COMANDA IN ITALIA?


chi_comanda_in_italia.jpg


http://www.beppegrillo.it
Chi comanda in Italia? Per rispondere a questa domanda bisogna andare per esclusione. Non comanda il Parlamento che non legifera più e che ha, come unico compito, l'approvazione di decreti legge ripieni di nulla del Governo di capitan Findus Letta. Non comanda quest'ultimo che non riesce neppure a decidere quando e come fare pagare l'IMU o se aumentare di un punto l'IVA. Allora è il popolo che comanda? Gli elettori? Neppure per sogno. I referendum (solo abrogativi) non vengono rispettati come per l'eliminazione del finanziamento pubblico ai partiti e le leggi di iniziativa popolari non sono neppure discusse, come per Parlamento Pulito. Se Parlamento, Governo e elettori non comandano, chi comanda in questo Paese? Non comandano le piccole e

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