Ho letto l'articolo pubblicato su la Repubblica "Se le lobby non conoscono crisi" e credo che si stia sbagliando fortemente.Provi ad entrare nel mondo della piccola distribuzione e si accorgerà che oltre a difendere la qualità della vita ,difendiamo settori di nicchia che spesso ci preservano dalla massificazione,che alimentano le diversità e il made in Italy.Intere generazioni di commercianti hanno fatto la storia delle città e vorremmo continuare a farlo.Certamente abbiamo bisogno di essere più uniti ed organizzati dinanzi ad un cambio d'epoca.Ma non fagocitati da interessi miliardari che tutto difendono meno che il nostro Paese.
Giulia D'Ambrosio-presidente associaz. Commercio Attivo-Molise
Gentile signora, grazie della email. Io non vedo le dinamiche sociali in termini di "interessi miliardari" che "fagocitano" qualcuno. Non penso in termini semi complottistici. C'è un mercato, composto da milioni di consumatori che si dirigono dove meglio gli si aggrada per soddisfare le loro esigenze: chi può farlo prospera, chi non é in grado deve riorganizzarsi. Tutto lì. Cordialmente ADN
Da buon bocconiano...L'Italia è un paese straordinario che perderà interesse per turismo ,cultura ,tradizioni,per colpa della globalizzazione.DAL SALVAiTALIA IN POI ABBIAMO PERSO MIGLIAIA DI NEGOZI e i consumatori sono diventati automi in mano alle lobby non dei commercianti ma delle multinazionali.Mi creda la mia azienda ha 50 anni di storia alle spalle e la stima e l'apprezzamento di tutta la città se non anche quella dei territori limitrofi.Il nostro mondo è variegato e spesso anche troppo improvvisato.Ma lì è il consumatore che fa la selezione.Se i centri storici di tutte le città muoiono sarà pure colpa di qualcuno che non ha preservato il diritto al lavoro e alla propria dignità .Il diritto di nascere e crescere come tanti che da una bottega hanno creato una fabbrica ,un marchio ,la bellezza e la creatività.Non voglio essere polemica con lei che apprezzo e stimo,dico solo che nel nostro mondo spesso fatto di passione per il lavoro e amore per la qualità ,bisogna entrare per capire....Cordialmente.
Giulia D'Ambrosio.
SE LE LOBBY NON CONOSCONO CRISI
CHI ha detto che finito il governo Letta sono tramontate le larghe intese? Quando si tratta di allearsi contro i diritti di libertà economica o per motivi ideologici o a favore di lobby potenti per concrete ragioni di convenienza, il consociativismo regna sovrano.
Prendiamo l'annosa questione delle aperture festive degli esercizi commerciali. Una delle poche liberalizzazioni portate a termine dal governo Monti nell'inverno 2011-2012 fu quella degli orari dei negozi. Con il famoso decreto Salva-Italia il governo del professore sancì che la Pubblica amministrazione non poteva più frapporre ostacoli alla libera scelta dei commercianti di fare affari come e quando loro pareva.
Fin dall'inizio la riforma fu osteggiata sia dalle associazioni dei commercianti, i quali si sentivano minacciati dalla grande distribuzione che poteva organizzarsi in modo più flessibile ed efficiente, sia dai loro referenti politici, come la Lega, una parte sostanziosa dell'allora Pdl e deputati sparsi in ogni partito (per convinzione anti-capitalista o convenienza), cui si sono aggiunti i grillini, contrari alle aperture libere in attesa che le stampanti 3D aboliscano del tutto la necessità di far shopping e la Chiesa, preoccupata di santificare le feste e popolare le messe.
Questa variopinta coalizione ha trovato espressione in un disegno di legge bipartisan, a firma del deputato Pd Angelo Senaldi, approvato di recente dalla commissione attività produttive con il voto favorevole di tutte le forze politiche, tranne il Gruppo Misto che ha votato contro nonché con l'astensione di M5S (che vorrebbe qualcosa di più restrittivo) e di Scelta Civica (nota a margine: perché un partito quasi dissolto come SC almeno su