In un incontro tenuto a Campobasso l’11
maggio sul tema della dignità della persona nel Molise nei nostri
interventi, contestuali a quelli di Giuseppe Berardi e Pierluigi
Giorgio, ci siamo fermati inizialmente a delineare il concetto di
dignità della persona nella sua connotazione storica, filosofica,
culturale, giuridica e politica ed in fase conclusiva abbiamo
comunicato alcune riflessioni orientate ad andare al di là delle pur
necessarie analisi critiche sulla condizione della dignità del
cittadino molisano.
La dignità personale è una condizione
che certo oggettivamente è appartenente alla persona fin dalla
nascita, ma richiede anche l’impegno di ognuno per conquistarne
continuamente le condizioni. E questa responsabilità di cittadinanza
attiva è il presupposto essenziale per l’ottenimento e la
conservazione della dignità, perché niente nella vita va
elemosinato e tutto, invece, va conquistato.
Sui singoli elementi della dignità
negata sul piano dei diritti oggi nel Molise proviamo a riferire le
linee di intervento da noi indicate in quel convegno e che ci
sembrano essenziali per garantire ai Molisani condizioni di vita che
non cozzino almeno con la decenza.
Per la verità su alcune esistono già
documenti elaborati a livello di base e presenti nel circuito
dell’informazione.
Nel Molise abbiamo anzitutto la
necessità di dare piena sovranità elettorale al popolo, rendendo
libero il voto dal sistema clientelare, riformando la legge
elettorale regionale ed eliminando taluni sistemi di nomina nelle
istituzioni come quello del listino maggioritario. Oltretutto con il
decreto legge 13 agosto 2011 si è avuto un altro passaggio
involutivo sul piano democratico nell’amministrazione dei piccoli
Comuni e niente sin qui si è fatto per evitare quello che è stato
un vero e proprio attentato alle autonomie locali. Di tale ultima
questione ci siamo occupati con precise proposte in un nostro recente
editoriale.
L’informazione nella nostra
regione va resa aperta, pluralista, triadica e garantita
tecnologicamente anche con la diffusione capillare della banda larga.
I sistemi di trasporto vanno
riorganizzati sul territorio a livello locale, con la responsabilità
gestionale dei Comuni, garantendo a tutti i cittadini una mobilità
accettabile sul territorio che non può più essere quella
antidiluviana risalente ancora all’immediato secondo dopoguerra.
Bisogna assicurare un’abitazione
stabile ed antisismica a tutti e rendere sicuri gli edifici pubblici
come ospedali, scuole, uffici.
Il salario minimo garantito
recentemente approvato dal Consiglio Regionale dev’essere solo un
primo passo verso un reddito di cittadinanza legato a lavori di
pubblica utilità ed al raggiungimento della piena occupazione come
redistribuzione equa del lavoro disponibile. Un progetto di sviluppo
per il lavoro e l’occupazione, soprattutto giovanile, è quanto
serve in immediato al riguardo.
Si deve lavorare sul piano sanitario
per costruire nella regione sistemi di tutela piena della salute e
strutture di diagnosi e cura della malattia in grado di rispondere, a
livello di eccellenza, alle necessità dei cittadini. Movimenti ed
associazioni sono al lavoro in tale direzione ed hanno espresso con
chiarezza in diversi documenti la necessità di difendere la sanità
pubblica in tutta la regione, articolandone razionalmente le
prestazioni sul piano territoriale.
Occorre rendere più efficienti, con
costi ridotti e legati al reddito adeguatamente accertato tutti i
servizi connessi alla quotidianità come quelli idrici, energetici,
telefonici, televisivi, relativi alla raccolta ed allo smaltimento
dei rifiuti. Non è pensabile, per fare un solo esempio, che un metro
cubo di metano da riscaldamento sia pagato la stessa cifra da un
pensionato al minimo e da un manager.
È necessario garantire servizi
pubblici di assistenza all’infanzia ed agli anziani con
un’articolazione territoriale e domiciliare degli stessi, impedendo
le attuali speculazioni di natura privatistica.
È opportuno rafforzare il diritto allo
studio con istituzioni scolastiche ben distribuite sul territorio a
livello di poli scolastici di eccellenza, attrezzati efficacemente
sul piano didattico e capaci di garantire un ottimo livello di
preparazione culturale in ogni fascia di età attraverso
un’organizzazione innovativa dell’educazione permanente che in
questa regione è un concetto mai preso davvero in seria
considerazione.
È fondamentale assicurare a tutti la
purezza degli elementi indispensabili alla vita come l’acqua,
l’aria, il verde pubblico, impedendo la deprivazione in atto del
territorio con discariche non a norma, impianti eolici e fotovoltaici
troppo diffusi ed a pesante impatto ambientale.
Occorre creare nelle diverse comunità
locali strutture adeguate per il turismo, le attività culturali ed
il tempo libero.
Bisogna rimuovere l’esosità fiscale,
che in Molise, a causa di gravi errori politici nella conduzione
della Res Publica, ha raggiunto livelli insostenibili, con il
recupero delle somme mancanti a causa dell’evasione e
dell’elusione, ma anche con l’eliminazione degli sprechi
indecenti nella spesa pubblica dovuti anche all’esistenza di enti
ed incarichi privi di qualsiasi utilità. Occorre che ci siano
rigorosi controlli al riguardo che oggi purtroppo sono del tutto
carenti.
È necessario eliminare il
provincialismo e l’elitarismo culturale che affligge ancora la
regione lavorando a progetti di promozione della cultura molisana nel
mondo e rendendone partecipi tutti i cittadini sul piano della
fruizione e della ricerca.
Tutti i sistemi di assunzione ai
diversi incarichi vanno fondati sul merito e perciò legati a
concorsi pubblici organizzati con criteri di trasparenza.
Bisogna creare regole per garantire
pari opportunità in ordine a scelte di vita e di lavoro.
Le criticità dell’apparato
giudiziario vanno superate, snellendo le procedure pur nella loro
rigorosità, ma garantendo soprattutto che la legge sia uguale per
tutti nei procedimenti e nelle sanzioni.
Per ciò che riguarda i sistemi di
rappresentanza nelle istituzioni, noi siamo convinti fermamente che
si debba operare per giungere ad uno Statuto Regionale condiviso e
con linee di alto profilo democratico che in parte abbiamo già
cercato di contribuire a delineare; pensiamo anche che i costi della
politica debbano essere abbattuti in maniera drastica eliminando
qualsiasi privilegio e che si debbano definire con chiarezza un
codice etico per le candidature ed un limite ai mandati in modo che
la politica cessi di essere un mestiere e diventi un servizio
provvisorio offerto ai concittadini. In tal modo la classe dirigente
sicuramente sarà meno autoreferenziale e più disponibile al
confronto democratico.
Se vogliamo, poi, impedire il
trionfo dell’antipolitica che si realizza nel forte astensionismo
elettorale o nell’affermazione di un populismo di stampo
personalistico, occorre garantire reale rappresentanza ai cittadini,
mentre oggi quella esistente sembra non convincere più tanti
elettori.
Ci piace concludere questa serie di
indicazioni con quella che a noi sembra la più rilevante in ordine
alle esigenze della collettività molisana e ci riferiamo alla
creazione ed al sostegno di una cultura dell’impegno, della
responsabilità, del lavoro e dell’imprenditorialità a qualsiasi
livello.
Al di là delle proposte per la
garanzia a tutti dei diritti inalienabili della persona, esiste poi a
nostro avviso un secondo piano di intervento, che è quello legato al
piano individuale della coerenza comportamentale con i principi etici
condivisi ed al rispetto delle norme democraticamente fondate.
Non sapremmo davvero dire se la
corruzione sia prevalentemente figlia di un individualismo
esasperato, di sistemi economici poco legati alla solidarietà, di
condizioni sociali ed ambientali ostiche o di modelli comportamentali
diffusi in maniera errata da strutture culturali, religiose e
politiche.
Su questo versante si deve lavorare sul
piano educativo, antropologico e culturale per eliminare sistemi di
vita che affondano nell’egoismo e nel familismo amorale e
degenerano nella corruzione cercando di riportare tutti alla
rettitudine.
Quanto sta accadendo intorno a noi a
livello istituzionale e sul piano dell’assunzione di responsabilità
da parte dei cittadini ci dice con chiarezza che i tempi sono forse
maturi per tentare un’inversione di tendenza sul piano culturale,
sociale, economico e politico.
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