lunedì 15 febbraio 2010

la lettera di Mons. Bregantini alla Città di Campobasso tra i vari punti: "Sia rivisto il lavoro festivo, che smembra le famiglie e soprattutto strappa le mamme dalle loro case".


ARCIDIOCESI DI CAMPOBASSO-BOJANO
CAMPOBASSO

“LETTERA ALLA CITTÁ”
del vescovo GianCarlo Maria Bregantini

Carissimi,
anche in questi giorni quel fiume di fango che avevamo visto scorrere mesi fa, torna a invadere la nostra città. La droga sta bruciando i nostri giovani. E sta sconvolgendo le nostre famiglie.
Tutta la città prova un momento di grande fatica nel vivere. Come Vescovo ne raccolgo il grido di dolore!

Questi lutti e queste ferite rivelano una crisi che si unisce sia a quella di chi sta perdendo il lavoro nella nostra regione sia a quella che attanaglia i giovani che il lavoro lo cercano e non lo trovano.
A tutte queste famiglie in lacrime esprimiamo la nostra vicinanza affettuosa e fedele.
E’ un dramma di tutti, poiché portiamo gli uni i pesi dell’altro. La vita è una catena. Se si spezza l’anello più debole, si spezza per tutti. Tutti precipitiamo.
Ma insieme allo sdegno e all’immenso dolore, crediamo che questa emergenza ci interpelli per un diverso modo di vivere ed educare i nostri figli.

  • Cresca nelle famiglie l’ascolto Dio, soprattutto nella preghiera. Più ascoltiamo Dio più saremo capaci di ascoltarci tra di noi.
  • Cresca nelle famiglie il dialogo tra genitori e figli.
  • Sia rivisto il lavoro festivo, che smembra le famiglie e soprattutto strappa le mamme dalle loro case.
  • Nelle scuole si parli con chiarezza di questi problemi. Ma soprattutto si presentino sempre alti gli ideali della vita. Mai abbassare i valori. Il cuore è saziato dal bene e dal bello. Per tutti. Specie per i giovani.
  • Si valorizzino perciò prima di tutto le esperienze di recupero già presenti in diocesi – come la comunità di padre Lino - ma sia anche ascoltata la voce di altri testimoni, che ci aiutano a capire cosa sta succedendo. Soprattutto i genitori e gli educatori si mettano in seria riflessione. Il momento è grave. Tante cose vanno cambiate.
  • Guardiamo con fiducia alle famiglie con ragazzi che hanno problemi di droga, che si sono messe insieme, per un “gruppo di autoaiuto”. Senza inutili pudori e senza veli, queste famiglie ci stanno insegnando ad essere sinceri, a non chiudere i nostri occhi. Ma ad imparare dai nostri errori e limiti.
  • La politica stessa ascolti queste famiglie, si faccia carico concretamente degli urgenti e gravi problemi che esse denunciano e impari da loro.
  • Chi sa, parli, con coraggio, per fare muro al male tutti insieme.
  • Bello sarà se riusciamo a creare un gruppo di “operatori di strada”, che possano, ben preparati, farsi presenti nei luoghi della città dove la morte è venduta. Occupare cioè la città in tutte le sue dimensioni! Stare con i ragazzi e le ragazze. Stare con loro. Questo sia il nostro compito di preti e di educatori.
  • La Quaresima che si sta avvicinando ci aiuti a cogliere il messaggio di cambiamento che la realtà ci chiede e ci impone. In tutti e per tutti. Con una vita più sobria, meno consumismo, più sacrificio, più volontariato. Perché la sofferenza è l’unica strada che matura i nostri giovani. E la sofferenza redime. ”Guai a chi è sazio, arrogante, sicuro di sé, presuntuoso!”, ci dice Gesù nel vangelo di questa domenica. Beato invece chi incontra il dolore e lo sa valorizzare.
Dio benedica i nostri passi. Ci stia vicino. Soprattutto dia prospettive nuove e nuovo vigore a chi è immerso nel dramma della tossicodipendenza e alle loro famiglie.

Con forte condivisione del dolore di tutti, in rinnovata speranza
+ p. GianCarlo, Vescovo

Campobasso, 14 febbraio 2010


14/02/2010S.E. Rev.ma Mons. Giancarlo Maria Bregantini


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