mercoledì 11 gennaio 2012

LA BUONA NOTIZIA
Equitalia, mozione per riforma e trasparenza
Interventi - Istituzionali
«Non si aspetti il 2013 per cambiare, certi automatismi fuori stato di diritto»

«Totale e piena solidarietà ad Equitalia che sta subendo inaccettabili attacchi, ma proprio perché la sua funzione è importante, esigiamo anche la massima trasparenza sul suo funzionamento». Lo ha detto il leader di ApI Francesco Rutelli che come capogruppo a palazzo Madama di Terzo polo-Api-Fli ha illustrato ai giornalisti la mozione che sarà discussa oggi in aula sulla governance della società di riscossione e sui criteri seguiti negli accertamenti.
«Essendo una società interamente pubblica -ha affermato Rutelli - non può che operare come una pubblica amministrazione, ma se non segue i doveri della pubblica amministrazione per quanto riguarda assunzioni e consulenze, ciò non va bene». Rutelli ha riferito anche dati provenienti dalla Corte dei conti sui compensi del presidente e del vice presidente di Equitalia, quasi augurandosi che siano sbagliati: «Al vice presidente spettano 465.000 euro l'anno, al presidente 235.000, che non credo siano alternativi ad altri incarichi» ha ironizzato.
Per il leader di Api, «non si può aspettare la scadenza del dicembre 2013 prevista dal decreto “Salva-Italia” per la riforma del funzionamento di Equitalia, una struttura che costa oltre un miliardo di euro l'anno. Una riforma a quella data ci sembra tardiva». Altro punto dolente da
«curare» sono, in un periodo di crisi economica, «gli automatismi delle procedure: non si capisce perché lo Stato debitore aspetta fino a 500 giorni per pagare il dovuto mentre per il cittadino c'è la tassatività del termine di 60 giorni: così si va contro lo Stato di diritto».


IL TESTO DELLA MOZIONE
Il Senato,
considerato che:

- Equitalia è una società a capitale interamente pubblico, detenuto per il 51% dall'Agenzia delle entrate e per il restante 49% dall'INPS, e svolgente attività di agente della riscossione per conto dell'Erario, degli enti pubblici di previdenza e assistenza, nonché di altri numerosi enti pubblici statali e non statali;
- in base ai dati desunti dai bilanci della medesima Equitalia e dalle analisi svolte dalla Corte dei Conti, negli ultimi anni l'attività di riscossione coattiva dei tributi e dei contributi svolta da Equitalia si è notevolmente intensificata, tanto che gli incassi sono più che raddoppiati nell'arco di un quinquennio passando da 3,8 miliardi di euro a quasi 8,9 miliardi di euro;
- la crescita degli incassi non può essere imputata esclusivamente al presunto incremento dell'efficienza operativa della struttura e delle procedure da parte di Equitalia, ma dipende in buona parte dall'inasprimento delle forme di coercizione e al peso delle sanzioni accessorie addebitate ai contribuenti destinatari delle cartelle esattoriali;
- in particolare negli ultimi tempi si è moltiplicata l'adozione di norme di legge che, con il solo scopo di rendere più celeri i tempi della riscossione ed eliminare ogni possibile ostacolo alla riscossione finale degli importi, hanno notevolmente attenuato le garanzie che tradizionalmente il nostro ordinamento riserva al contribuente;
- anche sulla scorta di tali norme Equitalia ha potuto intensificare la propria attività di riscossione, producendo nel solo 2010 oltre 1 milione 800 mila cartelle esattoriali, 577 mila fermi amministrativi, iscrivendo 135 mila ipoteche e 133 mila pignoramenti, e sono state 542 mila le istanze di fallimento di imprese e contribuenti direttamente ascrivibili alle azioni di riscossione avanzate da Equitalia nei loro confronti;
- con l'introduzione della cosiddetta «provvisoria esecutorietà», scaduto il termine previsto nell'avviso di accertamento, l'agente della riscossione è abilitato a eseguire la riscossione ovvero ad avviare le procedure per l'espropriazione forzata sulla sola base di una «presunzione di colpevolezza» del contribuente, e senza che il debito nei confronti del fisco sia stato ancora definitivamente accertato nelle competenti sedi della giustizia tributaria (nel caso le Commissioni tributarie di vario grado); a poco è servita in questo senso l'introduzione di una dilazione di 180 giorni prima della esecutorietà concessa al contribuente, perché i tempi per la definizione dei giudizi di primo grado presso le commissioni tributarie in media superano abbondantemente l'anno e quindi egli si troverà a dovere comunque pagare gli importi prima che il debito d'imposta venga accertato almeno in primo grado; questa criticità appare ancora più rilevante alla luce del fatto che almeno un terzo dei ricorsi presentati dai contribuenti risulta vincente in primo grado, e circa la metà dei restanti ricorsi risulta vincente in secondo grado;
- l'aggio di riscossione riconosciuto a Equitalia sulle cartelle esattoriali è ancora oggi stabilito nella misura del 9 per cento, di cui 4,65 per cento a carico del contribuente se il pagamento avviene entro 60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale o per intero se si supera tale limite; se un'impresa, un contribuente, un cittadino dovesse saldare una propria cartella esattoriale dopo un anno dalla notifica si troverebbe a pagare oltre l'11 per cento a titolo di vari interessi, una sanzione amministrativa del 30 per cento e un aggio di riscossione nella misura del 9 per cento, per un esborso totale superiore al 50 per cento; la norma introdotta con la conversione del decreto «salva-Italia» prevede la revisione della misura del predetto aggio, ma rinvia di fatto tale revisione alla fine del 2013, e tale scadenza risulta troppo lontana nel tempo viste le condizioni delle imprese sotto i colpi della crisi economica;
- le rateizzazioni «lunghe» a favore dei contribuenti in difficoltà, disciplinate da nuove disposizioni introdotte con il decreto-legge n. 225 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011 (c.d. mille proroghe 2011), per gli importi superiori a 5 mila euro, sono state concesse nei termini previsti dalla legge solo previa certificazione del peggioramento della situazione economica dell'impresa, laddove invece, in un periodo di crisi come quello attuale le imprese hanno di fatto subito indistintamente un peggioramento della situazione economica, e quindi l'obbligo della certificazione risulta essere di fatto un vincolo e un costo burocratico in più per le imprese che avrebbero avuto interesse ad accedere al beneficio dell'allungamento delle rateizzazioni;
- non si possono gravare le imprese, già in difficoltà, o minare le libertà individuali in base al principio di accorciare i tempi della riscossione con metodi coercitivi e aggressivi come il pignoramento presso terzi che mina l'immagine e la credibilità di aziende, disposte a pagare il loro debito ma impossibilitate a farlo in tempi così ristretti;
- l'iscrizione di ipoteca su una impresa fa scattare una comunicazione alla centrale rischi della banca e può causare la chiusura del fido; inoltre l'ulteriore pignoramento dei conti correnti ovvero dei crediti nei confronti dei clienti può portare al default dell'impresa, in particolare di tutte quelle scarsamente capitalizzate come sono tantissime imprese italiane;
- la criminalità organizzata risulta molto attiva nella partecipazione alle aste giudiziarie conseguenti a pignoramenti di beni immobili e, inoltre, il meccanismo della messa all'asta senza incanto può favorire l'azione delle cosche che possono mettere in atto meccanismi illeciti di partecipazione alle vendite giudiziarie; notevoli e numerose sono state le proteste da parte dei consumatori al punto da indicare una nuova questione sociale;
- risulta paradossale il fatto che, a fronte della intransigenza con la quale l'amministrazione finanziaria richiede ai contribuenti e alle imprese l'adempimento degli obblighi fiscali, la stessa Pubblica amministrazione paga i propri fornitori con un ritardo medio di 86 giorni (e punte massime di gran lunga maggiori, e che arrivano anche a 500 giorni); a tale proposito è il caso di citare che in Francia i tempi medi di pagamento sono di 22 giorni, nel Regno Unito di 19 giorni e in Germania di 11 giorni; ogni cittadino, contribuente o impresa si aspetta invece un comportamento leale e trasparente dello Stato sia quando è creditore sia quando è debitore;
- in base alle relazioni svolte dalla Corte dei conti, risulta che il costo annuo complessivo dell'intera struttura di Equitalia ammonta a oltre un miliardo di euro;
- essendo Equitalia una società a capitale interamente pubblico, anche la gestione strategica e operativa, nonché la sua organizzazione dovrebbero ispirarsi agli stessi criteri che ispirano la Pubblica amministrazione, soprattutto in termini di scelta del personale e delle consulenze, che dovrebbe avvenire attraverso principalmente se non esclusivamente sulla base di pubblici concorsi, nonché in termini di composizione e remunerazione degli organi collegiali e direttivi;
impegna il Governo:
- ad aggiornare entro trenta giorni in modo analitico il Parlamento sulla struttura del personale, sulle consulenze, sulle retribuzioni e sull'ottimizzazione dell'organizzazione di Equitalia; nonché sui criteri che sovrintendono alle assunzioni e alla definizione dei rapporti di consulenza; infine, sui criteri di priorità e discrezionalità adottati nella riscossioni;
- ad allungare le rateizzazioni previste, anche in considerazione del particolare periodo di crisi che il Paese sta attraversando;
- a ridurre in tempi stretti la misura dell'aggio e delle sanzioni rispetto alle percentuali ad oggi fissate, senza cioè che si debba attendere la scadenza di fine 2013 prevista dalla normativa adottata con il decreto salva-Italia, nonché a eliminare gli interessi di mora sulle cartelle esattoriali di Equitalia;
- a promuovere l'introduzione, per legge, di un limite massimo per le somme dovute relative ad aggi di riscossione, sanzioni ed interessi;
- a rendere immediatamente esecutive le sentenze che condannano il fisco a rimborsare, senza dover attendere il passaggio in giudicato della sentenza;
- a definire sempre un preventivo controllo sullo stato dell'eventuale contenzioso o del riesame degli atti in autotutela, per evitare che cartelle pazze o errate possano danneggiare seriamente il contribuente, anche dal punto di vista dell'immagine soprattutto nei rapporti con le banche e i clienti;
- ad assumere gli opportuni provvedimenti capaci di rendere maggiormente trasparente l'attività e la gestione della società pubblica Equitalia, sia per quanto riguarda la selezione e l'assunzione del personale e l'affidamento dei servizi di consulenza, sia per quanto riguarda la composizione e le remunerazioni dei vertici e dei componenti degli organi societari;
- ad assumere i più rigorosi provvedimenti mirati a rendere pienamente trasparente l'attività di riscossione, in particolare con riferimento alla selezione delle pratiche e degli affidamenti avviati a procedura di riscossione, allo stato del contenzioso e al destino delle cosiddette pratiche insolute;
- a disporre criteri di selezione delle posizioni debitorie, atti a meglio identificare e distinguere le situazioni soggettive di effettiva difficoltà dovuta agli andamenti dell'economia locale e nazionale, rispetto a comportamenti di sistematica omissione degli adempimenti fiscali e dei pagamenti e di conseguenza a disporre delle linee guida affinché all'agente della riscossione siano concessi margini di discrezionalità nel valutare la "qualità" del debito, legata al tipo di contribuente e a prevedere la relativa possibilità di applicare ulteriori rateizzazioni;
- ad adottare, nell'ambito degli annunciati provvedimenti per il Sud, disposizioni che consentano alle imprese operanti nelle aree maggiormente in crisi nel Mezzogiorno di iniziare a saldare le somme dovute, almeno per la parte che riguarda il fisco, sulla base di specifici piani di pagamento dilazionati;
- ad introdurre la possibilità di certificazione del debito delle pubbliche amministrazioni nei confronti delle piccole e medie imprese anche con la possibilità di scontare tale certificazione con gli istituti di credito ed in particolare per le attività agricole prevedere la possibilità di trasferire da Equitalia ad altro ente pubblico i debiti derivanti dalle correlate attività;
Firmato :
BRUNO , RUTELLI , RUSSO , MILANA , BAIO , MOLINARI , OLIVA , PISTORIO , DI NARDO , GALIOTO , DIGILIO , CONTINI , LANNUTTI, PETERLINI, POLI BORTONE.  FILIPPI ALBERTO
 

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