«Non si aspetti il 2013 per cambiare, certi automatismi fuori stato di diritto»
«Totale e piena solidarietà ad Equitalia che sta subendo
inaccettabili attacchi, ma proprio perché la sua funzione è importante,
esigiamo anche la massima trasparenza sul suo funzionamento». Lo ha
detto il leader di ApI Francesco Rutelli che come capogruppo a palazzo
Madama di Terzo polo-Api-Fli ha illustrato ai giornalisti la mozione che
sarà discussa oggi in aula sulla governance della società di
riscossione e sui criteri seguiti negli accertamenti.
«Essendo una società interamente pubblica -ha affermato Rutelli - non
può che operare come una pubblica amministrazione, ma se non segue i
doveri della pubblica amministrazione per quanto riguarda assunzioni e
consulenze, ciò non va bene». Rutelli ha riferito anche dati provenienti
dalla Corte dei conti sui compensi del presidente e del vice presidente
di Equitalia, quasi augurandosi che siano sbagliati: «Al vice
presidente spettano 465.000 euro l'anno, al presidente 235.000, che non
credo siano alternativi ad altri incarichi» ha ironizzato.
Per il leader di Api, «non si può aspettare la scadenza del dicembre
2013 prevista dal decreto “Salva-Italia” per la riforma del
funzionamento di Equitalia, una struttura che costa oltre un miliardo di
euro l'anno. Una riforma a quella data ci sembra tardiva». Altro punto
dolente da
«curare» sono, in un periodo di crisi economica, «gli
automatismi delle procedure: non si capisce perché lo Stato debitore
aspetta fino a 500 giorni per pagare il dovuto mentre per il cittadino
c'è la tassatività del termine di 60 giorni: così si va contro lo Stato
di diritto».
IL TESTO DELLA MOZIONE
Il Senato, considerato che:
- Equitalia è una società a capitale interamente pubblico, detenuto
per il 51% dall'Agenzia delle entrate e per il restante 49% dall'INPS, e
svolgente attività di agente della riscossione per conto dell'Erario,
degli enti pubblici di previdenza e assistenza, nonché di altri numerosi
enti pubblici statali e non statali;
- in base ai dati desunti dai bilanci della medesima Equitalia e
dalle analisi svolte dalla Corte dei Conti, negli ultimi anni l'attività
di riscossione coattiva dei tributi e dei contributi svolta da
Equitalia si è notevolmente intensificata, tanto che gli incassi sono
più che raddoppiati nell'arco di un quinquennio passando da 3,8 miliardi
di euro a quasi 8,9 miliardi di euro;
- la crescita degli incassi non può essere imputata esclusivamente al
presunto incremento dell'efficienza operativa della struttura e delle
procedure da parte di Equitalia, ma dipende in buona parte
dall'inasprimento delle forme di coercizione e al peso delle sanzioni
accessorie addebitate ai contribuenti destinatari delle cartelle
esattoriali;
- in particolare negli ultimi tempi si è moltiplicata l'adozione di
norme di legge che, con il solo scopo di rendere più celeri i tempi
della riscossione ed eliminare ogni possibile ostacolo alla riscossione
finale degli importi, hanno notevolmente attenuato le garanzie che
tradizionalmente il nostro ordinamento riserva al contribuente;
- anche sulla scorta di tali norme Equitalia ha potuto intensificare
la propria attività di riscossione, producendo nel solo 2010 oltre 1
milione 800 mila cartelle esattoriali, 577 mila fermi amministrativi,
iscrivendo 135 mila ipoteche e 133 mila pignoramenti, e sono state 542
mila le istanze di fallimento di imprese e contribuenti direttamente
ascrivibili alle azioni di riscossione avanzate da Equitalia nei loro
confronti;
- con l'introduzione della cosiddetta «provvisoria esecutorietà»,
scaduto il termine previsto nell'avviso di accertamento, l'agente della
riscossione è abilitato a eseguire la riscossione ovvero ad avviare le
procedure per l'espropriazione forzata sulla sola base di una
«presunzione di colpevolezza» del contribuente, e senza che il debito
nei confronti del fisco sia stato ancora definitivamente accertato nelle
competenti sedi della giustizia tributaria (nel caso le Commissioni
tributarie di vario grado); a poco è servita in questo senso
l'introduzione di una dilazione di 180 giorni prima della esecutorietà
concessa al contribuente, perché i tempi per la definizione dei giudizi
di primo grado presso le commissioni tributarie in media superano
abbondantemente l'anno e quindi egli si troverà a dovere comunque pagare
gli importi prima che il debito d'imposta venga accertato almeno in
primo grado; questa criticità appare ancora più rilevante alla luce del
fatto che almeno un terzo dei ricorsi presentati dai contribuenti
risulta vincente in primo grado, e circa la metà dei restanti ricorsi
risulta vincente in secondo grado;
- l'aggio di riscossione riconosciuto a Equitalia sulle cartelle
esattoriali è ancora oggi stabilito nella misura del 9 per cento, di cui
4,65 per cento a carico del contribuente se il pagamento avviene entro
60 giorni dalla notifica della cartella esattoriale o per intero se si
supera tale limite; se un'impresa, un contribuente, un cittadino dovesse
saldare una propria cartella esattoriale dopo un anno dalla notifica si
troverebbe a pagare oltre l'11 per cento a titolo di vari interessi,
una sanzione amministrativa del 30 per cento e un aggio di riscossione
nella misura del 9 per cento, per un esborso totale superiore al 50 per
cento; la norma introdotta con la conversione del decreto «salva-Italia»
prevede la revisione della misura del predetto aggio, ma rinvia di
fatto tale revisione alla fine del 2013, e tale scadenza risulta troppo
lontana nel tempo viste le condizioni delle imprese sotto i colpi della
crisi economica;
- le rateizzazioni «lunghe» a favore dei contribuenti in difficoltà,
disciplinate da nuove disposizioni introdotte con il decreto-legge n.
225 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 10 del 2011
(c.d. mille proroghe 2011), per gli importi superiori a 5 mila euro,
sono state concesse nei termini previsti dalla legge solo previa
certificazione del peggioramento della situazione economica
dell'impresa, laddove invece, in un periodo di crisi come quello attuale
le imprese hanno di fatto subito indistintamente un peggioramento della
situazione economica, e quindi l'obbligo della certificazione risulta
essere di fatto un vincolo e un costo burocratico in più per le imprese
che avrebbero avuto interesse ad accedere al beneficio dell'allungamento
delle rateizzazioni;
- non si possono gravare le imprese, già in difficoltà, o minare le
libertà individuali in base al principio di accorciare i tempi della
riscossione con metodi coercitivi e aggressivi come il pignoramento
presso terzi che mina l'immagine e la credibilità di aziende, disposte a
pagare il loro debito ma impossibilitate a farlo in tempi così
ristretti;
- l'iscrizione di ipoteca su una impresa fa scattare una
comunicazione alla centrale rischi della banca e può causare la chiusura
del fido; inoltre l'ulteriore pignoramento dei conti correnti ovvero
dei crediti nei confronti dei clienti può portare al default
dell'impresa, in particolare di tutte quelle scarsamente capitalizzate
come sono tantissime imprese italiane;
- la criminalità organizzata risulta molto attiva nella
partecipazione alle aste giudiziarie conseguenti a pignoramenti di beni
immobili e, inoltre, il meccanismo della messa all'asta senza incanto
può favorire l'azione delle cosche che possono mettere in atto
meccanismi illeciti di partecipazione alle vendite giudiziarie; notevoli
e numerose sono state le proteste da parte dei consumatori al punto da
indicare una nuova questione sociale;
- risulta paradossale il fatto che, a fronte della intransigenza con
la quale l'amministrazione finanziaria richiede ai contribuenti e alle
imprese l'adempimento degli obblighi fiscali, la stessa Pubblica
amministrazione paga i propri fornitori con un ritardo medio di 86
giorni (e punte massime di gran lunga maggiori, e che arrivano anche a
500 giorni); a tale proposito è il caso di citare che in Francia i tempi
medi di pagamento sono di 22 giorni, nel Regno Unito di 19 giorni e in
Germania di 11 giorni; ogni cittadino, contribuente o impresa si aspetta
invece un comportamento leale e trasparente dello Stato sia quando è
creditore sia quando è debitore;
- in base alle relazioni svolte dalla Corte dei conti, risulta che il
costo annuo complessivo dell'intera struttura di Equitalia ammonta a
oltre un miliardo di euro;
- essendo Equitalia una società a capitale interamente pubblico,
anche la gestione strategica e operativa, nonché la sua organizzazione
dovrebbero ispirarsi agli stessi criteri che ispirano la Pubblica
amministrazione, soprattutto in termini di scelta del personale e delle
consulenze, che dovrebbe avvenire attraverso principalmente se non
esclusivamente sulla base di pubblici concorsi, nonché in termini di
composizione e remunerazione degli organi collegiali e direttivi;
impegna il Governo:
- ad aggiornare entro trenta giorni in modo analitico il Parlamento
sulla struttura del personale, sulle consulenze, sulle retribuzioni e
sull'ottimizzazione dell'organizzazione di Equitalia; nonché sui criteri
che sovrintendono alle assunzioni e alla definizione dei rapporti di
consulenza; infine, sui criteri di priorità e discrezionalità adottati
nella riscossioni;
- ad allungare le rateizzazioni previste, anche in considerazione del
particolare periodo di crisi che il Paese sta attraversando;
- a ridurre in tempi stretti la misura dell'aggio e delle sanzioni
rispetto alle percentuali ad oggi fissate, senza cioè che si debba
attendere la scadenza di fine 2013 prevista dalla normativa adottata con
il decreto salva-Italia, nonché a eliminare gli interessi di mora sulle
cartelle esattoriali di Equitalia;
- a promuovere l'introduzione, per legge, di un limite massimo per le
somme dovute relative ad aggi di riscossione, sanzioni ed interessi;
- a rendere immediatamente esecutive le sentenze che condannano il
fisco a rimborsare, senza dover attendere il passaggio in giudicato
della sentenza;
- a definire sempre un preventivo controllo sullo stato
dell'eventuale contenzioso o del riesame degli atti in autotutela, per
evitare che cartelle pazze o errate possano danneggiare seriamente il
contribuente, anche dal punto di vista dell'immagine soprattutto nei
rapporti con le banche e i clienti;
- ad assumere gli opportuni provvedimenti capaci di rendere
maggiormente trasparente l'attività e la gestione della società pubblica
Equitalia, sia per quanto riguarda la selezione e l'assunzione del
personale e l'affidamento dei servizi di consulenza, sia per quanto
riguarda la composizione e le remunerazioni dei vertici e dei componenti
degli organi societari;
- ad assumere i più rigorosi provvedimenti mirati a rendere
pienamente trasparente l'attività di riscossione, in particolare con
riferimento alla selezione delle pratiche e degli affidamenti avviati a
procedura di riscossione, allo stato del contenzioso e al destino delle
cosiddette pratiche insolute;
- a disporre criteri di selezione delle posizioni debitorie, atti a
meglio identificare e distinguere le situazioni soggettive di effettiva
difficoltà dovuta agli andamenti dell'economia locale e nazionale,
rispetto a comportamenti di sistematica omissione degli adempimenti
fiscali e dei pagamenti e di conseguenza a disporre delle linee guida
affinché all'agente della riscossione siano concessi margini di
discrezionalità nel valutare la "qualità" del debito, legata al tipo di
contribuente e a prevedere la relativa possibilità di applicare
ulteriori rateizzazioni;
- ad adottare, nell'ambito degli annunciati provvedimenti per il Sud,
disposizioni che consentano alle imprese operanti nelle aree
maggiormente in crisi nel Mezzogiorno di iniziare a saldare le somme
dovute, almeno per la parte che riguarda il fisco, sulla base di
specifici piani di pagamento dilazionati;
- ad introdurre la possibilità di certificazione del debito delle
pubbliche amministrazioni nei confronti delle piccole e medie imprese
anche con la possibilità di scontare tale certificazione con gli
istituti di credito ed in particolare per le attività agricole prevedere
la possibilità di trasferire da Equitalia ad altro ente pubblico i
debiti derivanti dalle correlate attività;
Firmato :
BRUNO , RUTELLI , RUSSO , MILANA , BAIO , MOLINARI , OLIVA , PISTORIO
, DI NARDO , GALIOTO , DIGILIO , CONTINI , LANNUTTI, PETERLINI, POLI
BORTONE. FILIPPI ALBERTO |
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