Partite Iva: dove c'è un lavoratore autonomo c'è rischio povertà
Se la fonte principale di reddito è da lavoro autonomo, una famiglia su quattro vive con meno di 9.456 euro annui. Dove si vive di pensione si scende al 20,9% e per i dipendenti al 14,4%. La Cgia: "Quando una partita Iva chiude bottega non ha nessuna misura di sostegno. Troppe barriere al reinserimento". Il popolo delle partite Iva "dimenticato" dalla Finanziaria
08 novembre 2014
(fotogramma)MILANO - Le famiglie
con fonte principale da lavoro autonomo sono quelle più a rischio povertà. Nel 2013,
il 24,9 per cento ha vissuto con un reddito disponibile inferiore a 9.456 euro annui
(soglia di povertà calcolata dall'Istat). Praticamente, al lordo
delle possibili distorsioni delle dichiarazioni reddituali messe in luce anche
da Bankitalia, una su quattro si è trovata in seria difficoltà economica.
Per quelle con reddito da pensioni, il 20,9 per cento ha percepito entro la fine
Per quelle con reddito da pensioni, il 20,9 per cento ha percepito entro la fine
dell'anno un reddito al di sotto della soglia di povertà, mentre per quelle dei
lavoratori dipendenti il tasso si è attestato al 14,4 per cento (quasi la metà rispetto
al dato riferito alle famiglie degli autonomi). I dati presentati dall'Ufficio studi
della Cgia dicono che la crisi ha colpito soprattutto le famiglie dei piccoli imprenditori,
degli artigiani, dei commercianti, dei liberi professionisti e dei soci di cooperative.
Dopo quasi sette anni di crisi, il cosiddetto ceto medio produttivo e' sempre più in
affanno: oggi è il corpo sociale che più degli altri è scivolato verso il baratro della
povertà e dell'esclusione sociale.
"A differenza dei lavoratori dipendenti - fa notare il segretario della Cgia, Giuseppe
"A differenza dei lavoratori dipendenti - fa notare il segretario della Cgia, Giuseppe
Bortolussi - quando un autonomo chiude definitivamente bottega non dispone di
alcuna misura di sostegno al reddito. Ad esclusione dei collaboratori a progetto che
possono contare su un indennizzo una tantum, le partite Iva non usufruiscono
dell'indennità di disoccupazione e di alcuna forma di cassaintegrazione in deroga e/o ordinaria/straordinaria. Una volta chiusa l'attività, ci si rimette in gioco e si va alla
ricerca di un nuovo lavoro. Purtroppo non è facile trovarne un altro: spesso l'età
non più giovanissima e le difficoltà del momento costituiscono una barriera
invalicabile al reinserimento, spingendo queste persone verso forme di lavoro
completamente in nero".
Dalla Cgia fanno notare che dal 2008 al primo semestre di quest'anno gli autonomi
Dalla Cgia fanno notare che dal 2008 al primo semestre di quest'anno gli autonomi
(ovvero, i piccoli imprenditori, gli artigiani, i commercianti, i liberi professionisti,
i coadiuvanti familiari, etc.) che hanno chiuso l'attività sono stati 348.400: sempre
in questo periodo la contrazione è stata del 6,3 per cento. La platea dei lavoratori
dipendenti, invece, si è ridotta di 662.600 unità, ma in termini percentuali e' diminuita
"solo" del 3,8.
Prosegue il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: "E' sempre più evidente a tutti
Prosegue il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi: "E' sempre più evidente a tutti
che la precarietà nel mondo del lavoro si annida soprattutto tra il popolo delle partite Iva.
Detto ciò, la questione non va affrontata mettendo gli uni contro gli altri, ipotizzando
di togliere alcune garanzie ai lavoratori dipendenti per darle agli autonomi, ma allargando
l'impiego di alcuni ammortizzatori sociali anche a questi ultimi che, almeno in parte,
dovranno pagarseli".
Per questo la Cgia segnala al Governo Renzi che la legge di Stabilità prevede pochissime
Per questo la Cgia segnala al Governo Renzi che la legge di Stabilità prevede pochissime
misure a sostegno di questi lavoratori. Il regime fiscale agevolato, ad esempio, presenta
molti ancora molti punti oscuri, il taglio dell'Irap non interesserà le attività che non hanno dipendenti, mentre sembra ormai sfumata l'ipotesi di estendere anche agli autonomi il bonus
degli 80 euro.
A livello territoriale, il popolo delle partite Iva ha segnato la contrazione peggiore al Sud:
A livello territoriale, il popolo delle partite Iva ha segnato la contrazione peggiore al Sud:
in particolar modo in Calabria, in Sardegna e in Campania. Tra il 2008 e il primo semestre
di quest'anno la riduzione nel Mezzogiorno è stata del 9,9 per cento (- 160.000 unità).
Segue il Nordovest con il -7,8 per cento (-122.800 unità), mentre il Nordest (-4,3 per cento)
e il Centro (-1,3 per cento) fanno segnare delle contrazioni più contenute. Infine, il reddito
delle famiglie con fonte principale da lavoro autonomo ha subito in questi ultimi anni una "sforbiciata" di oltre 2.800 euro (-6,9 per cento), mentre quello dei dipendenti è rimasto
pressoché lo stesso. In aumento, invece, il dato medio dei pensionati e di quelle famiglie
che hanno potuto avvalersi dei sussidi (di disoccupazione, di invalidità e di istruzione)
che sono stati erogati ai nuclei più in difficoltà.
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