giovedì 14 aprile 2011

Riportiamo con piacere dal sito "IL BENE COMUNE" cosa scrivono di noi sul CONVEGNO "COMMERCIO e TERRITORIO"


            Commercio attivo, anzi attivissimo!
di redazione
Mercoledì 13 aprile, nella sala conferenze della Biblioteca Albino, ha avuto luogo il convegno "Commercio e territorio" che ha rappresentato la contrarietà dei piccoli commercianti molisani nei confronti della legge regionale sul commercio di recente approvazione, ma ha anche formulato proposte e strategie per ripensare ai modelli culturali e di consumo che troppo spesso subiamo in maniera acritica

I convegni troppo spesso sono un'inutile, stucchevole passerella, per discorsi stolidamente prevedibili e per persone (personaggi) 


altrimenti impresentabili. Non è stato così ieri sera alla Biblioteca Albino per quello intitolato "Commercio e territorio", organizzato con competenza e puntigliosità dall'associazione Commercio attivo e dalla sua infaticabile animatrice Giulia D'Ambrosio. Desueto innanzitutto l'orario d'inizio, le 20,00, in favore della partecipazione dei commercianti che a quell'ora avevano appena chiuso i loro esercizi e arrivavano alla spicciolata alla sala conferenze della Biblioteca Albino, gremita fino alla fine dell'incontro. 
L' iniziativa si è aperta con la visione di un filmato girato nel centro di Campobasso, da una saracinesca abbassata all'altra, per denunciare come il cuore pulsante della città si stia desertificando, a vantaggio dei centri commerciali i quali, insieme ai consumi dei cittadini, ne riplasmano in maniera subliminale le abitudini e addirittura i valori esistenziali. 
Si sono avvicendati gli interventi dal palco che hanno chiesto unanimemente la revisione della legge regionale sul commercio che prevede l'apertura domenicale indiscriminata, a discrezione dei sindaci, ottemperando alla richiesta delle società che gestiscono i centri commerciali, a discapito dei piccoli esercizi, dei tempi di vita dei commercianti e delle loro famiglie. Dal palco, Per primo è intervenuto Franco Spina, segretario regionale della Filmcams Cgil che ha sottolineato come per il Molise sia improcrastinabile un'idea di sviluppo che armonizzi gli sforzi delle sue forze produttive e le metta vicendevolmente in sinergia. Ha preso poi la parola l'assessore al commercio e al turismo della Regione Molise Franco Giorgio Marinelli, il quale ha ribadito la sua avversione alle aperture domenicali senza controllo e alla ventilata apertura di luoghi di culto all'interno dei centri commerciali. E' stata poi la volta di Luca Peotta, presidente e animatore appassionato dell'associazione "Imprese che resistono". Peotta arrivava da Cuneo, a sue spese, in automobile, avendo percorso poco meno di 1.000 (mille) chilometri per partecipare all'iniziativa campobassana e ha potuto dunque esordire con veemenza, stigmatizzando l'assenza alla riunione del Sindaco di Campobasso Di Bartolomeo che pure aveva assicurato la sua presenza e che non aveva oltretutto mandato nessuno a rappresentarlo. Peotta che ha già partecipato a trasmissioni televisive nazionali (Annozero, Ballarò, Presa diretta), ha raccontato la sua esperienza imprenditoriale, significativa e toccante nello stesso tempo. Piccolo imprenditore piemontese, con i suoi dieci dipendenti manda avanti una fabbrica metalmeccanica investita dalla crisi finanziaria che dal 2008 e dagli Stati Uniti ha toccato i Paesi europei riverberandosi sul loro assetto sociale. Non si dà per vinto; parla con altri piccoli imprenditori nella sua stessa situazione e crea un movimento che porta, con eccezionale clamore mediatico (di loro si è occupato addirittura il wall street journal) mille imprenditori piccoli e piccolissimi a sfilare in silenzio per il centro di Torino. Peotta conduce il suo avvincente intervento per una specie di calvario che disegna lo stato comatoso e antisociale al quale è ridotta la politica nel nostro Paese e invita i presenti alla partecipazione attiva, in maniera da essere più forti contrattualmente con tutti gli interlocutori e con la politica innanzitutto. E' intervenuto poi Pasquale Guarracino della Uiltucs Uil che ha ribadito come le richieste dei piccoli commercianti molisani intercettano l'interesse dell'intera comunità e si è (retoricamente) domandato come mai una legge come quella regionale sul commercio, avversata da tutti gli stakeholders del settore sia stata votata dalla maggioranza del Consiglio regionale. E' toccato poi a Silvia Carrozzi, commerciante con un'attività nel centro dell'Aquila distrutto dal terremoto. La sua testimonianza ha messo a fuoco i ritardi della ricostruzione della sua città e come sia indispensabile, per far ripartire davvero la vita in una delle più belle città d'Italia, ricostruire il suo centro storico che è la casa pulsante e identitaria della comunità. Gli interventi dal palco si sono conclusi con quello di Monsignor Bregantini che ha dichiarato ancora una volta la sua avversione alle aperture domenicali degli esercizi commerciali e naturalmente, ha sottolineato, all'apertura delle chiese all'interno dei supermercati. 
Il Vescovo ha chiuso il suo intervento con un apologo che invitava i presenti a collaborare con spirito di solidarietà e di condivisione. Contro la legge regionale sul commercio, che prevedeva anche un Osservatorio regionale che non ha mai visto la luce, la rete dei commercianti, dei consumatori e dei lavoratori del settore, ha raccolto 10.000 firme. Dalla platea, ancora, quand'era già tardissimo per le abitudini canoniche di una riunione civica, sono intervenuti commercianti e rappresentanti delle Istituzioni. Lo ha fatto Michele Petraroia, Consigliere regionale del Pd che ha testimoniato la sua disponibilità per rivedere la legge sul commercio, in ottemperanza alle necessità delle piccole imprese commerciali e della loro utenza. Ha preso la parola infine Michele Durante, Consigliere comunale di Campobasso per "costruire democrazia", a sua volta commerciante, che ha elencato una serie serrata di obiettivi che l'associazione di categoria potrebbe, oltre la revisione della legge regionale, praticare da subito proficuamente. Un'iniziativa intensa, vibrante di partecipazione e civilissima, che potrebbe diventare un vero e proprio laboratorio per ripensare agli stili di vita e ai modelli di relazione nella città di Campobasso, ma anche nel resto della regione.


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