lunedì 18 aprile 2011

La risposta pubblica di CommercioAttivo all'articolo apparso su PrimaPaginaMolise a firma del Segr. Gen. FisascatCisl Molise.

Ci dispiace molto che Lei non abbia preferito esprimere di persona ,in un appuntamento pubblico ,le sue perplessità in merito alle istanze univoche ma differenti poste con la petizione popolare promossa da CommercioAttivo per le imprese del commercio e dai sindacati per i lavoratori. Vorrei pertanto ricordarle che le imprese che non si riconoscono all'interno dei sindacati che esprimono opinioni differenti dalle nostre reali esigenze,hanno tutto il diritto di esprimere liberamente la loro opinione, in quanto forza di autoimpiego e nessuno ,fintanto che democrazia esiste, può impedire ad alcuno di organizzarsi in libera associazione al puro scopo di veder riconosciuti i propri diritti. La demagogia è propria di
chi irretisce le masse a scopo politico ,la cosa non ci riguarda. Noi ci impegniamo in maniera del tutto autonoma e non godiamo di finanziamenti pubblici , viviamo sulla nostra pelle il dramma della continua chiusura delle attività del piccolo commercio senza che ad alcuno faccia male la constatazione di ciò. Le piccole aziende sono tenute ad applicare semmai il contratto nazionale ma non a stipulare contratti aziendali con rappresentanti sindacali. Le chiami pure “iniziative estemporanee”, ma le firme rappresentano la libera opinione di oltre 300 imprese del capoluogo, delle nostre famiglie,dei nostri clienti che non vogliono vedere la città privata della linfa economica locale ,dei loro punti di riferimento. Sulle chiusure delle attività ruotano tante altre categorie che deperiscono, dai fornitori ,ai servizi ,alle banche ,alle assicurazioni,ai consulenti commerciali. Cosa resterà del Molise,quando a causa della perdurante crisi ,con tutte le aperture festive possibili , le società esterne allocate nel nostro territorio potrebbero comunque fare le valigie ,lasciando dietro di sé le macerie ? Cosa racconterà alle imprese che si ritrovano un carico fiscale enorme e senza agevolazioni,senza cassa integrazione che pagano di persona lo scotto di un territorio che non ha saputo far funzionare la produttività interna come dovuto , per cause strutturali e non ,che Lei conoscerà benissimo. Come regolarsi dinanzi al palese svantaggio di chi non può permettersi di pagare lo straordinario ai dipendenti , di chi da solo conduce la propria impresa e che comunque riesce a far “campare” la propria famiglia. Glielo dice lei che è meglio che se ne vadano a casa? Non è una fantasia la necessaria fuga dei nostri figli dal Molise, specialmente di quelli che non vogliono ricorrere a qualche “amico speciale” per un posto pubblico. Chi pagherà le tasse in Molise con una popolazione che invecchia sempre più e si dirada sempre più. Che strana l'esigenza di tutta questa offerta commerciale senza una adeguata domanda , non dovrebbe esserci il calcolo degli obiettivi di presenza ,a tutelare le imprese? Come mai si autorizzano nuove aperture ,se quelle già esistenti faticano a produrre i numeri necessari? Non ho sentito forti ribellioni su questo. Perché ,contestualmente, non è adeguatamente richiesto con forza , il necessario progetto per un vero cambiamento del commercio urbano ,che pure resiste in mezzo a mille avversità' ?
Il convegno su “Commercio e territorio” ha avuto un tratto di grande umanità e partecipazione. Se avesse partecipato ,avrebbe visto con quanta cura e passione abbiamo puntato la nostra attenzione alla necessaria ristrutturazione della città ,al suo decoro ,alla sua organizzazione complessiva tra commercio, servizi,mobilità e spazi di relazione. Vede noi esistiamo perché siamo “diversi”, non facciamo concorrenza alle confederazioni sindacali, abbiamo differenti obiettivi , oltre agli affari ci interessa la città ,la sua storia , la coesione sociale e la sopravvivenza delle nostre famiglie. E poi non servono le chiese nei centri del consumo, la fede è uno spazio libero. Vede, se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un'arma contro la rassegnazione, la paura , l'omertà. Le città con la loro storia ,con la loro compagnia quotidiana,educano uomini e donne a tener sempre viva la curiosità e lo stupore. Insegnano a vivere insieme liberamente ,senza essere necessariamente consumatori. Abbiamo infine il diritto di chiedere ,se non altro, quale sarà il nostro destino.

questo l'indirizzo dell'articolo del Segretario Generale Fisascat Cisl Molise:

Nessun commento:

OLD-POST: