venerdì 15 ottobre 2010

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Serve coraggio politico per arrivare 
all'uguaglianza di genere


Esther Duflo, alla prima Bocconi Lecture, ha sottolineato che non bastano lo 

sviluppo economico e l'empowerment delle donne ma servono anche 

politiche mirate e decise per risolvere la discriminazione femminile. 

La promozione dello sviluppo economico e quella dell’empowerment femminile 

(il migliore accesso delle donne a istruzione, lavoro, sanità e partecipazione 

politica) sono due variabili fondamentali per arrivare all’uguaglianza di genere 

e legate una all’altra, ma non sufficienti in sé. Vanno infatti accompagnate da 

politiche mirate e decise, che comportano anche scelte difficili, per garantire 

nel mondo la piena parità tra uomini e donne. 


Questa la tesi illustrata da Esther Duflo, economista del Mit insignita quest’anno della John Bates
Clark Medal, il premio per il miglior economista sotto i 40 anni, davanti ad un’aula magna gremita in occasione della prima Bocconi Lecture, un nuovo ciclo di conferenze a cadenza annuale per onorare la memoria di Ferdinando Bocconi nate nell’ambito del forum Economia e società aperta, organizzato dall’Università Bocconi e Corriere della Sera. 

Dopo il saluto del presidente di Rcs MediaGroup, Piergaetano Marchetti, l'apertura dei lavori da parte di Mario Monti, presidente della Bocconi, e la presentazione da parte di Maristella Botticini, docente Bocconi, Duflo ha illustrato per prima, anche grazie al suo lavoro sul campo in Asia, la condizione di disuguaglianza delle donne nei paesi in via di sviluppo. 

“Sicuramente si nota,” ha spiegato, “che, dove promosso, lo sviluppo economico gioca un ruolo importante per ridurre la disuguaglianza fra uomini e donne. Ma non è sufficiente a produrre uguaglianza completa.” Per esempio, ha citato Duflo, sul mercato del lavoro, anche nei paesi sviluppati, le donne continuano a guadagnare meno.

Anche l’empowerment femminile, ha spiegato Duflo, gioca un ruolo importante, a stimolare sviluppo e ridurre le disuguaglianza. “Ma le donne hanno preferenze diverse dagli uomini e dare potere alle donne dunque incide sulle politiche adottate. E non è scontato che sia per il meglio.”

Tra sviluppo economico e empowerment femminile, ha spiegato Duflo, c’è un forte legame che è però anche complesso e se tale legame non è forte e duraturo gli effetti positivi tendono a estinguersi nel tempo.

"Né lo sviluppo economico né l’empowerment femminile sono il rimedio a tutti i mali,” ha concluso Duflo. “Per giungere alla parità tra uomini e donne sarà necessario introdurre politiche mirate a favore delle donne, avendo anche il coraggio politico di prendere decisioni che sfavoriscono gli uomini.”

“Il lavoro della Duflo ci illustra quanto sia importante avere idee che possono fare la differenza nel mondo reale, che non c’è contraddizione tra l’eccellenza nella ricerca e l’affrontare in modo pratico i problemi e, infine, l’importanza di essere visionari nel proprio lavoro e inseguire i sogni,” ha commentato il rettore Guido Tabellini prima di dare spazio alle domande dei discussant, tutti docenti Bocconi, Martina BjorkmannFrancesco GiavazziEliana La Ferrara e Paola Profeta. 

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