martedì 20 aprile 2010

DIRETTIVA “SERVIZI” FARE IMPRESA NELL’UE È DIVENTATO PIÙ SEMPLICE

La direttiva servizi è una normativa europea che impone ai paesi dell’UE di abbattere le barriere legali e amministrative che ostacolano le attività di servizi e di rendere più trasparente il contesto in cui operano le imprese. La direttiva, che tutti i paesi dell’Unione europea hanno
dovuto recepire entro il 28 dicembre 2009, mira a creare in tutta l’Unione europea nuove
opportunità per le imprese, soprattutto per le piccole e medie (PMI). Ma quali sono, in pratica, i
vantaggi della direttiva servizi per le PMI? Quali diritti e facilitazioni ne conseguono? E quali
vantaggi comporta, in generale, fare impresa nel mercato interno europeo?
La direttiva servizi è finalmente diventata realtà per le imprese e i consumatori di tutta l’Unione
europea. Entro la fine del 2009, i paesi dell’UE hanno dovuto semplificare il quadro normativo per le
imprese e ridurne il fardello amministrativo. Le PMI devono poter trarre beneficio da procedure più
semplici e da un numero ridotto di pratiche da compiere. Devono potersi rivolgere agli «Sportelli
Unici», portali amministrativi in rete presenti in tutti i paesi dell’UE grazie ai quali le PMI possono
ottenere tutte le informazioni e la documentazione di cui hanno bisogno.
Nel complesso, la direttiva servizi dovrebbe rendere la vita delle PMI più semplice e dare slancio al
settore dei servizi dell’UE, che non è solo il principale settore della nostra economia (costituisce circa
il 70% dei posti di lavoro e del PIL dell’Unione europea), ma è anche la principale fonte di crescita e di
occupazione. Negli ultimi anni, i servizi sono stati all’origine dell'intera creazione netta di posti di lavoro
in seno all’UE. Le numerose barriere che ostacolano il commercio tra i paesi dell’UE e, in generale, la
creazione di nuove imprese, fanno sì, tuttavia, che il potenziale di crescita dei servizi rimanga in gran
parte ancora non sfruttato. Di conseguenza, a tutt’oggi i servizi rappresentano solo il 20% circa degli
scambi transfrontalieri all’interno dell’UE.

La direttiva servizi è stata concepita al fine di rimuovere molte di queste barriere e di facilitare
la vita delle PMI in tutta l’UE. Tutti i paesi dell’Unione europea hanno dovuto recepirla entro il
28 dicembre 2009. In che modo la direttiva aiuta le PMI e quali servizi vi rientrano?

La direttiva servizi — principali vantaggi:
• I paesi dell’UE devono rimuovere gli ostacoli e snellire le procedure per la costituzione
di un’impresa, come nel caso in cui un singolo imprenditore o un’azienda intendano istituire
un’organizzazione stabile (un’impresa o una succursale) nel loro paese o in un altro paese
dell’UE.
Esempio: un’impresa di costruzione belga che desideri stabilirsi in Ungheria o un’azienda
spagnola che voglia aprire un nuovo punto vendita nel suo paese.
• I paesi dell’UE devono rimuovere gli ostacoli alla fornitura transfrontaliera di servizi,
come nel caso in cui un’impresa già stabilita in un paese dell’UE voglia fornire servizi in un
altro paese dell’Unione europea, senza costituire nel paese in questione un’organizzazione
stabile.
Esempio: un architetto stabilito in Francia che desideri progettare una casa in Germania, o ancora
un organizzatore di eventi in Finlandia che voglia gestire un festival all’aperto in Estonia.
• I paesi dell’UE devono creare degli «sportelli unici», ovvero dei punti di
contatto unici attraverso i quali le imprese possano ottenere informazioni e
tutta la documentazione di cui hanno bisogno in tutti i paesi dell’UE

QUALI SERVIZI RIENTRANO NELLA DIRETTIVA?
Nella direttiva rientra un’ampia gamma di attività di servizi, forniti sia da singoli che da
imprese, quali:
• Il commercio e la distribuzione, compresa la vendita all’ingrosso e al dettaglio di beni e servizi
• i servizi nel settore delle costruzioni
• i servizi artigianali
• la maggior parte dei servizi professionali, quali i servizi di consulenza legale e fiscale o quelli
prestati da architetti, ingegneri, contabili, periti, veterinari
• i servizi legati alle imprese, come la manutenzione degli uffici, la consulenza aziendale e in
materia di brevetti, l’organizzazione di eventi, la pubblicità, i servizi di ricerca del personale
• i servizi nel settore del turismo (agenzie di viaggio, guide turistiche)
• i servizi ricreativi (centri sportivi, parchi di divertimento)
• l’installazione di apparecchiature e i servizi di manutenzione
• i servizi d’informazione, come portali web, agenzie di stampa, editoria, programmazione
informatica
• i servizi di ristorazione e di alloggio (hotel, ristoranti, servizi di catering)
• le attività educative e di formazione, come università private, scuole guida o di lingue
• i servizi di noleggio o di leasing, compreso il noleggio d’auto
• i servizi immobiliari
• i servizi domestici (ad es.: servizi di pulizia, baby sitters, servizi di giardinaggio)
Sono escluse dalla direttiva diverse attività di servizi, in particolare i servizi finanziari, le reti di
telecomunicazione, i servizi di trasporto, quelli sanitari, i servizi audiovisivi, le attività di gioco
d’azzardo e alcuni servizi sociali.

HA MAI PENSATO DI FARE IMPRESA ALL’ESTERO? PERCHÉ LA DIRETTIVA SUI SERVIZI È IMPORTANTE PER LE PICCOLE IMPRESE

Il mercato interno dell’UE offre un potenziale enorme. Qualsiasi impresa dell’Unione europea
può contare su circa 500 milioni di possibili consumatori . La direttiva sui servizi aiuterà le
imprese, soprattutto le PMI, a sfruttare le opportunità offerte loro dal mercato interno.
La maggior parte delle imprese di servizi di piccole dimensioni opera oggigiorno unicamente sui
mercati locali o nazionali. Secondo cifre recenti, soltanto l’8% di queste imprese è attiva al di là delle
frontiere nazionali del proprio paese. In alcuni casi si tratta di una scelta commerciale, ma in altri ciò è
dovuto ai molteplici ostacoli di natura legale e amministrativa ancora presenti nei paesi dell’UE. Non vi
sono dubbi che le PMI siano desiderose di intraprendere attività oltrefrontiera, benché molto spesso
siano costrette ad abbandonare l’idea. In sostanza, per quanto riguarda i servizi, il mercato interno
non funziona ancora come dovrebbe e a subirne le conseguenze sono soprattutto le PMI. Gli ostacoli
sono ben noti e comprendono:
o difficoltà nell’ottenere informazioni circa le formalità da espletare
o difficoltà nell’individuare le autorità preposte all’espletamento delle formalità
o la necessità di contattare un gran numero di autorità per autorizzazioni diverse
o requisiti non trasparenti e ingiustificati
o procedure lunghe, laboriose e costose.
Gli ostacoli incontrati dalle imprese di servizi sono gravosi persino per le grandi aziende che
dispongono di grosse risorse finanziarie e hanno accesso ai servizi di consulenza legale. Per le PMI i
costi e il carattere dissuasivo di tali formalità possono risultare insormontabili. In molti casi, le PMI
rinunciano semplicemente all’idea di avventurarsi all’estero.
Tuttavia, tali barriere non ostacolano soltanto le PMI che intendono operare all’estero. Molte imprese
non vengono mai avviate e diverse opportunità commerciali non vengono prese in considerazione
soprattutto a causa di complicazioni legali e amministrative. Procedure farraginose e troppa burocrazia
possono risultare altrettanto onerosi per le PMI che operano unicamente nel loro paese.
La direttiva servizi abbatterà molti dei suddetti ostacoli e creerà condizioni meno gravose e più
trasparenti per le imprese. Ciò consentirà alle grosse aziende di trarre vantaggio dalle economie di
scala e aprirà nuove opportunità di mercato per le PMI, finora non sufficientemente invogliate ad
aprirsi ai mercati esteri, e darà loro la possibilità di esplorare nuovi mercati senza bisogno di grossi
investimenti, di diversificare la loro clientela e, per i servizi innovativi, di acquisire una massa critica di
consumatori.
I potenziali vantaggi sono immensi. Una recente ricerca mostra che, grazie alla direttiva servizi, in tutta
l’Unione europea i guadagni potrebbero aggirarsi, secondo stime prudenti, attorno ai 60-140 miliardi
di euro, ovvero un potenziale di crescita che potrebbe raggiungere l’1,5% del PIL.
Nel prosieguo viene spiegato in maggior dettaglio come funzionerà in pratica la direttiva sui servizi,
facilitando la vita delle PMI.

AVVIARE UN’IMPRESA, NEL TUO O IN UN ALTRO PAESE DELL’UE:
IN CHE MODO LA DIRETTIVA SERVIZI PUÒ ESSERTI D'AIUTO?
Sia che tu voglia aprire un’azienda, sia che tu voglia ingrandire la tua impresa nel tuo o in un altro
paese dell’UE, oggi ti è oggi possibile trarre vantaggio da procedure più semplici e da un numero
ridotto di pratiche da espletare. I paesi dell’UE hanno dovuto modernizzare il proprio quadro giuridico
e sopprimere procedure e requisiti onerosi entro la fine del 2009. In questo modo avviare un’impresa
sarà più semplice (sia che si tratti di una nuova impresa, di una succursale o di una seconda sede) o
espandere le sue attuali attività commerciali.
Cosa vuol dire in pratica? Una spiegazione succinta di come la direttiva ti aiuterà ad avviare o
ad ingrandire un’impresa:
o I paesi dell’UE devono abolire le procedure di autorizzazione ingiustificate o
eccessivamente onerose oppure devono sostituirle con strumenti meno restrittivi,
come semplici dichiarazioni che le aziende trasmettono alle amministrazioni competenti.
o Le procedure mantenute devono essere rese più chiare e trasparenti. Per esempio, i
requisiti dovranno essere resi noti in anticipo e i criteri per ottenere un'autorizzazione
dovranno essere chiari e non discriminatori.
o In linea di principio, permessi, licenze, ecc. devono essere rilasciati a tempo illimitato
ed essere validi su tutto il territorio nazionale e non solo in una specifica zona,
regione, comune, ecc.
o Se hai fatto domanda per ottenere un permesso e l’autorità competente non ha
risposto entro i termini stabiliti, in linea di principio si riterrà che il permesso, la licenza,
ecc. siano stati rilasciati («principio del silenzio assenso ») e potrai operare di
conseguenza.
o Devono essere aboliti requisiti discriminatori o particolarmente restrittivi quali, ad
esempio:
􀂾 i requisiti di nazionalità o di residenza (per esempio, una norma in base alla
quale una determinata attività di servizio può essere condotta unicamente da
società di proprietà di cittadini o residenti di un dato paese);
􀂾 i test di verifica della necessità economica che impongono alla tua azienda,
per esempio, di effettuare ricerche di mercato per «provare» alle autorità del
posto che esiste una richiesta per i servizi proposti;
􀂾 gli obblighi di ottenere garanzie finanziare o un’assicurazione da parte di
operatori (es. compagnie di assicurazioni) stabiliti nello stesso paese in cui si
vuole offrire un servizio.
o Le autorità sono tenute ad accettare documenti rilasciati da un altro paese dell’UE e
possono richiedere documenti originali o traduzioni certificate solo in casi limitati.
o La tua società può rivolgersi agli «sportelli unici» per ottenere tutte le informazioni
pertinenti ed espletare le dovute formalità (si rinvia alla sezione dedicata a questo
argomento).

IL PRINCIPIO DELLA «LIBERA PRESTAZIONE DEI SERVIZI»
POTER OFFRIRE FACILMENTE I PROPRI SERVIZI ALL’ESTERO
In genere, le PMI scelgono di offrire i loro servizi in paesi diversi dal loro spostandosi
temporaneamente oltrefrontiera. Spesso, almeno all’inizio, le PMI non possono permettersi di stabilire
una presenza permanente all’estero attraverso una società o una succursale. Specialmente per i
servizi specializzati o innovativi, l’accesso a mercati più vasti è essenziale per lo sviluppo delle attività
e la crescita commerciale.
Generalmente, gli ostacoli ancora presenti sul mercato interno rendono difficili le attività economiche
oltrefrontiera perché impongono alle imprese di espletare una serie aggiuntiva di formalità. Per una
PMI è spesso più facile fare affari nel proprio paese, anche se ciò implica percorrere lunghe distanze,
anziché offrire i propri servizi in zone confinanti e più vicine. Ad esempio, per una società di Monaco
che fornisca prodotti alimentari può risultare più semplice effettuare consegne ad Amburgo piuttosto
che in Austria o nel nord Italia le quali, data la vicinanza, sarebbero le loro destinazioni preferite.
La direttiva servizi impone ai paesi dell’UE la rimozione di un certo numero di restrizioni di cui è
attualmente oggetto la fornitura di servizi oltrefrontiera.
o Se la tua impresa è già stabilita in un paese dell’UE e desidera fornire servizi in un
altro paese dell’Unione europea, potrà farlo senza dover costituire un’organizzazione
nel paese in questione.
o Nel recarsi oltrefrontiera per prestare i Suoi servizi in un altro paese dell’UE, non avrai
bisogno, in linea di massima, di espletare le procedure amministrative o di
conformarsi alle norme di quel paese. Per esempio, non potrà venirti sarà richiesta
un’autorizzazione preliminare.
o Il paese in cui fornisci i tuoi servizi può imporre i suoi requisiti solo se esiste una
ragione valida per farlo e in casi molto limitati1, per esempio quando norme nazionali
si impongano in difesa dell’ordine pubblico, della sicurezza e della salute pubbliche o
dell’ambiente. Tali requisiti devono essere «proporzionati», ovvero non devono
andare oltre a ciò che è necessario a garantire la tutela di uno dei detti interessi e non
devono discriminare le imprese degli altri paesi dell’UE.
o I paesi dell’UE hanno ancora il diritto di imporre una serie di requisiti ai prestatori di
servizi che vengano da oltrefrontiera. Ti è possibile reperire tutte le informazioni del
caso ed espletare tutte le procedure necessarie online attraverso gli «sportelli unici»
(cfr. la sezione dedicata a questo argomento).
Esempi di servizi transfrontalieri
Un’impresa di costruzioni stabilita in Francia che si rechi oltrefrontiera per costruire una casa in
Germania; una società di catering stabilita in Austria che si occupi della ristorazione ad un evento
in Slovenia; una guida turistica stabilita in Lettonia che accompagni un gruppo di turisti in
Ungheria.
1 Il principio della «libera prestazione dei servizi» prevede una serie di deroghe generali. Tra queste rientrano le materie oggetto
della direttiva 96/71/CE relativa al distacco dei lavoratori e quelle disciplinate dal titolo II della direttiva 2005/36/CE relativa al
riconoscimento delle qualifiche professionali.

ORIENTARSI FACILMENTE NEL LABIRINTO AMMINISTRATIVO:
GLI «SPORTELLI UNICI »
Perso tra procedure e sistemi giuridici?
Stanco di avere a che fare con una serie interminabile di autorità nazionali, regionali e locali?
Tutto ciò ha i giorni contati. Entro la fine del 2009 ciascun paese dell’UE ha dovuto istituire uno
«sportello unico » per le imprese. Presso gli sportelli unici potrai :
— ottenere informazioni
— inviare le domande necessarie per ottenere un'autorizzazione, permesso, ecc.
— essere informato dalle autorità delle decisioni che ti riguardano o ancora ricevere da queste
qualsiasi altra risposta in merito alla tua domanda.
Non dovrai più avere a che fare, come è stato il caso finora1, con una miriade di autorità a diversi livelli
amministrativi. Gli sportelli unici ti permetteranno inoltre di espletare le procedure online, servendosi
di applicazioni amministrative su internet.
Sportelli unici
Un esempio pratico
Un’impresa di costruzioni svedese desidera aprire una succursale in Spagna. Per ottenere
informazioni sui requisiti ivi richiesti, l’impresa si connette al sito dello sportello unico spagnolo.
Successivamente, trasmetterà tutti i documenti richiesti e le domande per via elettronica e riceverà
tutti i permessi, le decisioni, ecc. attraverso lo stesso sito.
Come riconoscere gli sportelli unici ? E come posso trovarli?
Gli sportelli unici sono portali amministrativi su internet istituiti in ciascun paese dell’UE. Per facilitarne
il riconoscimento, i portali sono accomunati da uno stesso logo e in svariati paesi saranno affiancati da
uffici veri e propri che potrai contattare per telefono o via e-mail e dove potrai recarsi per ottenere
consigli di persona.
Dal momento che verrà istituito almeno uno sportello unico per ogni paese dell’UE, è essenziale
essere in grado di trovare facilmente sia quello nel tuo paese, sia quello nel paese straniero di tuo
interesse. Un architetto spagnolo ha per esempio bisogno di sapere a quale sportello unico rivolgersi
a seconda che voglia aprire uno studio in Francia o progettare un edificio in Ungheria.
Per aiutarti a trovare gli sportelli unici di ciascun paese dell’UE, la Commissione ha lanciato il
«portale degli sportelli unici » che funziona da punto d’accesso centrale e fornisce i link a tutti i
portali degli sportelli unici nazionali. Per accedere al portale, clicca su: http://ec.europa.eu/eu-go
1 Dal momento che il diritto del lavoro, la legislazione in materia di previdenza sociale o, ancora, il
diritto tributario sono esclusi dalla direttiva, le relative formalità non dovranno necessariamente essere
espletate attraverso gli sportelli unici, sebbene in molti paesi dell’UE sarà possibile farlo.
Quattro caratteristiche degli «sportelli unici»
1. Sportelli unici per le imprese, da istituirsi in ciascun paese dell’UE
2. Portali amministrativi in rete accessibili via internet
3. Forniscono informazioni chiare e complete sulle procedure amministrative e i requisiti specifici per
la tua impresa
4. Ti consentono di espletare online le procedure richieste (quali l’iscrizione presso albi commerciali e
professionali, l’ottenimento di permessi e licenze, l’invio delle notifiche, ecc.). Attraverso gli sportelli
unici potrai:
o inviare le informazioni e i documenti che ti sono richiesti
o ricevere decisioni, permessi, ecc. per via elettronica
Se desideri saperne di più
Visita il sito web della direttiva servizi
http://ec.europa.eu/internal_market/services/services-dir
Visita il portale degli sportelli unici:
http://ec.europa.eu/eu-go
CONTATTI
Unioncamere Molise
Piazza della Vittoria, 1
86100 Campobasso.
tel:+39 0874 471450
fax. +39 0874 415674
email: unioncamere.molise@cb.camcom.it
website: www.mol.camcom.it
Cittadella dell'Economia –
Innovation Point
C.da Selva Piana
86100 Campobasso
Tel: +39.0874.471450
Fax+39.0874.415674
email: innovation.point@cb.camcom.it
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