lunedì 22 dicembre 2014

TTIP il trattato preparato dalle multinazionali.

NON SOTTOVALUTIAMO LE CONSEGUENZE DI QUESTO ACCORDO VOLUTO DALLE MULTINAZIONALI! SARA' FONTE DI NUOVE POVERTA'   E MENO TUTELE PER LA VITA E PER LA SALUTE.
TTIP il trattato preparato dalle multinazionali “L’austerità uccide la solidarietà in Europa.
Il nuovo accordo USA-UE sancisce la vittoria delle multinazionali” Susan George – Europa: un patto sociale per l’Europa
Novo Modo 2014
Il tema è stato trattato nella prima edizione di Novo Modo, a metterci in guardia dal TTIP è stata Susan George, economista, presidente del Transnational Institute, personaggio simbolo dei movimenti alternativi alla globalizzazione neoliberista, che non ha esitato a dire “il TTIP è una guerra contro la democrazia”. Vediamo il perché di tale pericolo nella seguente scheda.
Il Transatlantic Trade and Investment Pact o TTIP è una accordo per la liberalizzazione degli investimenti negoziato tra Unione Europea e USA. Una campagna promossa da decine di organizzazioni denuncia da tempo i rischi e le minaccie di un tale accordo, lavorando in collaborazione con analoghe campagne in tutta Europa e negli USA. Rischi che riguardano le legislazioni ambientali, le tutele e i diritti del lavoro, partite che spaziano dagli OGM e l’agricoltura fino ai servizi.
Uno degli aspetti più controversi è la creazione di un organo di risoluzione delle dispute o in inglese Investor-State Dispute Settlement – ISDS. Tale organo dovrebbe dirimere le controversie tra un investitore che pensi che i propri “diritti” siano minacciati da una legislazione esistente in uno Stato.
Si riunisce a porte chiuse nel nome della “confidenzialità commerciale”, anche quando ci sono in gioco normative che interessano l’insieme dei cittadini, come quelle sull’ambiente o sul lavoro, con totale mancanza di trasparenza. Se uno Stato pensa di avere subito un torto, non può ricorrere agli ISDS. Una “giustizia” a senso unico: un’impresa che danneggia, inquina o viola i diritti del lavoro non è attaccabile tramite organismi che permettono al privato di chiedere una compensazione a volte miliardaria per una Legge democraticamente approvata in uno Stato sovrano.
Una singola impresa privata potrebbe arrivare a fare abrogare Leggi e normative di uno Stato sovrano. In molti casi non è nemmeno necessario arrivare a giudizio: la semplice minaccia di una disputa basta a modificare le decisioni dei governi. In parte per il costo di tali procedimenti, in parte per il rischio di dovere poi pagare multe che possono arrivare a miliardi di euro, ma anche per un altro aspetto: un governo che dovesse incorrere in diverse dispute dimostrerebbe di essere poco incline agli investimenti internazionali. In un mondo che ha fatto della competitività il proprio faro e che si è lanciato in una corsa verso il fondo in materia ambientale, sociale, fiscale, sui diritti del lavoro pur di attrarre i capitali esteri, l’introduzione di leggi “eccessive” e l’essere citato in giudizio in un ISDS diventano macchie inaccettabili.
Per questi e per altri motivi la campagna chiede di fermare il TTIP. Come primo passo, è inaccettabile la mancanza di trasparenza sul negoziato, e il fatto che i cittadini non possono nemmeno conoscere il contenuto di accordi che potrebbero avere un impatto enorme sulle loro vite.
Ricordiamo in Italia la campagna Stop TTIP, la prossima giornata di mobilitazione europea prevista il 19 dicembre.
Per ulteriori approfondimenti sull’argomento consigliamo anche la scheda realizzata dall’organizzazione Finance Watch “Understanding Finance”
Pubblicato dicembre 17, 2014 in: Notizie by admin
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