mercoledì 1 febbraio 2012

Ancora sperperi della politica.... molisana sul numero de "LAFONTE" di febbraio 2012 in edicola.




























Chi pensava che per il Governo dei Tecnici sarebbe stata una passeggiata risolvere i problemi del Paese sbagliava di molto. Il cancro che ha colpito il sistema è molto più profondo di quanto si potesse pensare. La crisi, come più volte abbiamo sostenuto, è soprattutto morale e sociale, prima che economica e finanziaria. Se non si ha il coraggio di denunciare i profitti di pochi, in particolare delle banche, e la povertà dei tanti non si risolve nulla. Servono all’intera classe
politica, che ha ereditato una situazione tragica dal governo Berlusconi, senso di responsabilità e coesione per il bene comune, che devono guidare l’agire di tutti.
I cittadini hanno ampiamente dimostrato che sono disposti a fare sacrifici, ma chiedono che tutti partecipino a rimettere in sesto la barca, senza alcuna esclusione.  
Non ci associamo alla campagna populistica di dire che chi si impegna in politica lo deve fare gratuitamente perché significa affidare nelle mani dei ricchi, dei potenti, di chi ha denaro la sorte e la scelta di tutti i cittadini, ma sicuramente pensiamo ad una classe politica
ridimensionata negli agi e nei benefit che guardi al bene comune, ad un sistema che abbia alla base equità sociale e ponga al centro di ogni azione la famiglia.
Certo non gioca a favore dei parlamentari il meschino tentativo di rinviare la revisione delle loro indennità dicendo che con le trattenute ecc. prendono meno degli altri. Questa è sì una vergogna. Ci vuole coerenza e dire chiaramente che emolumenti ammontanti ad oltre 18.000 euro al mese sono uno scandalo e che i tempi delle vacche grasse sono finiti. Così come devono finire tanti altri privilegi e lussi che, anche in tempi normali, non dovevano esistere ed erano un insulto a chi con tanto lavoro e sudore riusciva a portare a casa poco più di mille euro. Una classe politica che ha pensato più a se stessa e al presente e non ha mai adottato provvedimenti di lungo respiro ha distrutto le speranze dei giovani. Giovani e famiglia negli altri Paesi sono fattori di crescita, in Italia sono soggetti dimenticati.
Adottare provvedimenti da farsa, oserei dire, non solo è dannoso ma è peccaminoso. Tra questi provvedimenti di presa per i fondelli va inclusa sicuramente la legge finanziaria della regione Molise. Oltre 70 articoli per non dire nulla e far credere di aver operato grandi tagli e grandi risparmi a danno della popolazione molisana che, veramente, deve fare sacrifici per un pezzo di pane. Leggendola ci si riempie la testa con i tagli alle tante commissioni, consulte dei vari assessorati che diventano quasi tutte onorifiche. Riduzione dei costi quasi niente o pochi spiccioli.
Di tagli alle tante inutili collaborazioni ed incarichi nessun accenno e parliamo di milioni di euro che escono dalle casse regionali; tagli e riduzioni agli Enti dipendenti ed Agenzie nessuna parola. Tantissimi articoli per dire che le indennità, i gettoni, sono ridotti del 5, del 10 o del 15 per cento. Non sono queste le cose che riducono i costi della politica, ma la riflessione e poi la decisione se un organismo è utile o meno alla popolazione. L’ARSIAM, carrozzone da milioni di euro, serve al Molise e alla promozione dei prodotti del territorio?  Così com’è serve solo per avere un Consiglio di Amministrazione. Ridurre il gettone di presenza o l’indennità di una certa percentuale non serve in quanto si mantiene in piedi il contenitore della spesa, quella vera.
Il ragionamento fatto per l’ARSIAM vale per gli EPT, per l’IRESMO, i consorzi di bonifica e per tante altri organismi. Tra le società partecipate della regione troviamo anche il KORAI che fino a qualche anno fa era una semplice associazione turistica ma, per dare un ruolo ad ex consiglieri regionali, si è pensato bene di trasformarlo in una società di capitali e quindi partecipata totalmente dalla regione. Tra quelle partecipate indirettamente tramite la FinMolise scopriamo anche “Aeroporto Molise SpA”: abbiamo una società, un consiglio di Amministrazione per un aeroporto che non esiste e non esisterà mai.
Un fiume in piena di costi è rappresentato dalla grande moltitudine di commissari liquidatori che non chiudono mai le gestioni commissariali, ma continuano a spendere e a gravare sul bilancio regionale.  
Ci eravamo illusi in un cambio di passo, in un cambio di metodo, ma così non poteva essere visto che al timone dell’asses- sorato al bilancio e alla programmazione ci sta sempre l’Ingegnere di Termoli che è riuscito a portarci quasi al fallimento. Non tarderemo a doverne prendere atto.
Riformista85@libero.it

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