martedì 2 ottobre 2012

ALLARME ROSSO (La sistematica distruzione del sistema economico distributivo delle città)



 di Giulia D'Ambrosio
La crisi morde e continua a mietere vittime. A cadere, in questo periodo, sono soprattutto i commercianti, piccoli imprenditori che si dedicano alla vendita al dettaglio. Tra tasse e calo delle vendite sopravvivere, per molti di noi, è diventato quasi impossibile.
Sembra quasi che il governo abbia deciso di distruggere il sistema distributivo delle città. Laliberalizzazione degli orari è stato il primo passo, con la convinzione che aprendo la domenica sarebbero aumentate le vendite di almeno 3-4 punti percentuale, secondo le megaricerche bocconiane commissionate dalla grande distribuzione. Invece le vendite sono crollate del 6-7% con una perdita del sistema negozi al dettaglio che non ha eguali. In Italia si stima una perdita di circa 150.000 negozi per l’anno 2012. Inutile dire che in Molise la situazione è semplicemente drammatica.
Altro provvedimento iniquo il decreto sulle semplificazioni, che contribuirà ad eliminare i livelli di professionalità soprattutto nel settore alimentare. Dal 14 settembre con la soppressione degli obblighi dei requisiti professionali per il commercio all’ingrosso di alimentari, si aprono
ampie possibilità per l’abusivismo commerciale in barba alla tutela della salute del consumatore e della qualità del servizio offerto.
Altro provvedimento assurdo, l’obbligo di pagare con bancomat per acquisti superiori a 50 euro. Pagare col sistema elettronico impone costi all’esercente che variano dallo 0,5% al 2,5% del transato e, siamo certi, il governo non azzererà mai i costi delle transazioni. Dunque altro favore alle banche e meno libertà ai cittadini. Immaginate i nostri anziani  abituati a gestire le poche banconote risparmiando il centesimo! Se il governo volesse davvero controllare l’evasione fiscale comincerebbe a ritirare tutte le banconote da 500 euro che servono a trasferire capitali ingenti con poco ingombro! Le transazioni fino a 100 euro a costo zero furono promesse ai benzinai che però si sono visti arrivare le disdette contrattuali dalle banche ed oggi pagano le commissioni. Dunque perché chiedere con obbligo di legge ciò che si potrebbe ottenere azzerando i costi di transazione?
Distruggere il piccolo commercio procurerà un abbassamento delle professionalità e dell’offerta con gravi ricadute sul servizio, sulla competitività della rete distributiva e per i presidi territoriali che i negozi rappresentano. Come avrete potuto verificare anche nei centri molisani alle attività di pregio non si sostituiscono nuove aperture qualificate bensì negozi cinesi, “compro oro”, o locali per ubriacature notturne.
Nella mia esperienza commerciale ultratrentennale, per ogni nuova apertura l’esercente doveva superare un esame, sottoporre l’apertura ad una commissione commercio che ne valutava collocazione e validità. Tutto questo non era un limite bensì tutela e rispetto per una categoria.
La mancanza di liquidità delle famiglie, l’abbattimento di migliaia di posti di lavoro, i maggiori costi della benzina, per l’energia, pongono in serio rischio tutto il sistema economico e sociale. La pressione fiscale sulle imprese ha raggiunto livelli vessatori e Fare Impresa è diventato veramente un’Impresa, dobbiamo difendere i nostri diritti, e non trovare scorciatoie per vivere.
Purtroppo buona parte degli italiani è abituata a lamentarsi, e ad aspettare il 
Messia che venga a salvarli, ma presto anche i più scettici si renderanno conto che non sarà così. Anche chi ancora ha “l’orticello” un po’ più florido degli altri, in queste condizioni incomincerà a patire e sarà un inverno così  duro che ce lo ricorderemo per anni. 
giuliadambrosio@hotmail.it

CommercioAttivo, che aderisce per il Molise a IMPRESE CHE RESISTONO, comitato nazionale  di imprese composto per l’80% circa da piccole aziende, trasversali alle associazioni ed apartitici parteciperà alla grande mobilitazione nazionale prevista per il 24 Ottobre a Torino.

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