lunedì 29 ottobre 2012

"A MARCIA INDIETRO" LA MANIFESTAZIONE DI TORINO DELLE PMI, PER DIRE BASTA ALLA BUROCRAZIA ALL'AUMENTO DELLE TASSE E ALL'ASSENZA DELLA POLITICA RISPETTO AI REALI PROBLEMI DELLE IMPRESE.


 TORINO.
È finita "a marcia indietro" la manifestazione organizzata ieri a Torino da "Imprese che resistono". Un gesto simbolico, quasi un flash mob, per dire «che l'Italia intera sta andando indietro, come i gamberi» sottolinea il fondatore dell'associazione, Luca Peotta, imprenditore cuneese che ha costituito l'associazione nel 2009.
Imprenditori e artigiani, circa un migliaio, si sono alternati al megafono, durante la marcia ieri mattina, per protestare contro i ritardi dei pagamenti da parte della pubblica amministrazione, contro una fiscalità eccessiva, contro la burocrazia e l'assenza della politica rispetto ai problemi delle imprese. «Sono proprio le Pmi – sottolinea Peotta – a soffrire di più per i ritardi della pubblica amministrazione, perché spesso lavorano in subappalto, come accade nella sanità o nel comparto costruzioni». Altro tema sul tavolo, i crediti Iva, un tema non secondario sul fronte dei ritardi della Pa. «Le aziende anticipano regolarmete l'Iva per vedere poi sempre più allungarsi i tempi delle compensazioni» aggiunge l'organizzatore.
Alla protesta hanno partecipato gruppi provenienti da mezza Italia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio, Molise, accanto a molte organizzazioni di categoria come  CommercioAttivo associazione delle piccole attività del commercio Molisano, l'Api di Torino, Cna, Confartigianato e
Confcontribuenti. Si sono ritrovati davanti al teatro Nuovo, hanno sfilato fino a piazza Vittorio e poi al Palazzo della Rai, in via Verdi. «Ho provato a regalare al sindaco della mia città – dice in maniera provocatoria Rosa Maria Polidori, presidente Piccola industria di Cna Torino – un pezzo del mio stabilimento, dove l'Imu pesa come su una seconda casa, ma non l'ha voluto. Questo per dire che per ovviare ai profondi disagi provocati alle imprese dai ritardi della pubblica amministrazione si dovrebbe introdurre un sistema di compensazioni tra debiti e crediti verso la Pa». L'emergenza pagamenti, aggiunge Polidori, è un problema tutto italiano, un po' come burocrazia e corruzione. «L'eccesso di burocrazia tutto italiano – aggiunge Peotta – è all'origine della corruzione così dilagante nel paese. Un enorme spreco di risorse che fa schizzare in alto il debito pubblico e azzera i sostegni alle piccole imprese italiane».

Nessun commento:

OLD-POST: