mercoledì 31 marzo 2010

Conciliazione lavoro e famiglia: cosa dicono il Libro Bianco e il Ministero del Lavoro

Il Libro Bianco rappresenta la cornice entro cui si realizzeranno gli interventi del Governo in materia di politiche del lavoro e sociali, in altre parole rappresenta il nuovo modello di Welfare. Proprio sul tema del lavoro il Ministro si sofferma, nell'introduzione al Libro Bianco, sostenendo che:"Il principio di una vita buona ha le sue radici in una vita attiva, nella quale il lavoro, valorizzato in tutte le
sue forme ed espressioni, non sia una maledizione o, peggio, un'attesa delusa, ma costituisca fin da subito nel ciclo di vita, la base dell'autonomia sociale delle persone e delle famiglie".

Pertanto, l'obiettivo principale che le nuove politiche del lavoro si prefiggono è un innalzamento dei tassi di occupazione regolare, soprattutto tra l'altro delle donne, e un allargamento della base dei contribuenti. A questo proposito il Libro Bianco riconosce che la maternità costituisce un aspetto fondamentale della società attiva, e che le donne vorrebbero più figli di quelli che in realtà fanno. Si pone così un problema inedito di libertà femminile, che riguarda la possibilità di procreare, di avere bambini senza essere pesantemente penalizzate. Emerge il problema di come promuovere la maternità e la paternità e la possibilità di conciliazione tra ciclo di vita della famiglia, tempi di cura per i figli e in generale per i familiari a carico e impegno lavorativo, consapevoli del fatto che questi temi non riguardano solo ed esclusivamente le donne.

Il Ministero del Lavoro: risposta all'interpello n. 68 del 31 luglio 2009.
Al Ministero del Lavoro è stata presentata istanza di interpello da parte dell'Organizzazione sindacale NURSIND in merito all'orientamento e alla corretta interpretazione della normativa a sostegno della maternità e paternità per la cura dei figli e, in particolare, sulla sussistenza del diritto delle lavoratrici ad usufruire di particolari forme di flessibilità dell'orario e dell'organizzazione del lavoro, indipendentemente dalla presentazione da parte dell'azienda di un progetto di richiesta di contributi, ai sensi dell'art. 9 della L. 53/2000.
Il Ministero del Lavoro ha affermato che l'esercizio del potere organizzativo del datore di lavoro rientra nella libertà di iniziativa economica garantita dall'articolo 41 della Costituzione italiana e va contemperato con la protezione di altri interessi anch'essi tutelati dall'Ordinamento costituzionale quali l'articolo 3 (sull'uguaglianza) e 37 ("la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione"), facenti capo al lavoratore.

Il Ministero afferma, in sintesi, che il datore di lavoro è tenuto a valutare diverse forme di organizzazione del lavoro e/o una flessibilizzazione degli orari e comunque ogni soluzione utile a consentire al lavoratore di assolvere anche ai suoi compiti familiari, in particolar modo se questo non comporta difficoltà organizzative per il datore di lavoro stesso.





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