sabato 27 febbraio 2010

EVASIONI.....





di Giulia D'Ambrosio.
Mentre si parla di appalti gonfiati, collusione, concussione, usura, mazzette e massaggi terapeutici per uomini stressati, ecco che torna il vero grande problema del Paese: l'evasione fiscale.
A chi ancora crede che ci sia un futuro in questa repubblica delle banane, questo è il futuro che ci aspetta:
aumento dei costi bancari, già in atto in tutti gli istituti di credito; le spese bancarie e i tassi d'interesse lieviteranno a dismisura; aumento della tassazione e dei costi burocratici perché alla fine siamo noi commerciati e artigiani che dovremo far lavorare tutti quei consulenti che non hanno lavoro.

Chi rattopperà i buchi contributivi lasciati da tutte quelle aziende che hanno chiuso e da quelle che sono scappate a gambe levate da questo Paese? Tutto questo a fronte di un mercato ristretto che non consentirà di pagare i debiti accumulati tra il 2008 e il 2009 con in più i costi del 2010.

I cosiddetti studi di settore che consistono in un calcolo presunto di imposte evase, senza diritto di replica o di dimostrazione, continueranno a mettere le mani in tasca anche a quei piccoli lavoratori autonomi onesti che lottano per resistere, mentre le frontiere hanno aperto i cancelli d'oro a miliardi di vera evasione, dicendo pure grazie. Giustizia a colpi di scudo.

Per chi poi paga molti interessi passivi alle banche, ai leasing e via dicendo per investimenti oggi sovradimensionati, arriva la moratoria con la scusa dei rating e per chi sperava in una riduzione dell'IRAP, la risposta è: minor deduzione dalla base imponibile degli interessi passivi cioè più tasse per chi è in difficoltà.

L'Agenzia delle Entrate constatando la riduzione del gettito fiscale decide di reagire con una nuova campagna di controlli che per taluni sarà una specie di guerra preventiva a tutte quelle PMI che già per conto loro si trovano in disagio per un anno di fatturato ai minimi storici. Ogni sforzo è stato sempre proteso a salvare grande industria, capitali, multinazionali e interessi di soliti noti o ignoti.

Il saldo negativo tra chiusure e nuove aperture dei negozi è impressionante in Molise ed in tutto il territorio nazionale. Noi piccoli siamo sempre più invisibili ma il peggio è che le chiusure si susseguono anche nella grande distribuzione e fanno notizia, mentre i nostri negozi chiudono nell'indifferenza delle Istituzioni, che dopo dieci anni preparano una legge che non tutelerà, né strutturerà il commercio locale. Troppo commercio per troppa poca gente, bisognava avere più responsabilità e senza alcuna distinzione politica perché il mercato delle “convenienze” è trasversale. L'impoverimento delle famiglie il cui reddito negli ultimi anni è stato eroso da una serie di aumenti sui beni primari, utenze domestiche ed imposte ruba ormai la gran parte dei nostri potenziali clienti. Senza contare tutti coloro che il posto di lavoro e il reddito non ce l'hanno più. Eppure un provvedimento nazionale come quello della riduzione dell'aliquota Iva potrebbe giovare a tutti, abbassando immediatamente i prezzi al consumo, senza creare particolarismi o mere operazioni da marketing aziendale come la social card o il buono vacanze in favore di chi dovrebbe dimostrare di avere dei bisogni ancora una volta indotti e verso direzioni già programmate.

E noi, nella nostra piccola regione, come sopravvivremo dopo il crollo di tutto il comparto economico con l'aggiunta di un territorio aggredito da calamità naturali, collegamenti stradali e ferroviari in condizioni di grave disagio e una quota di abbandono della popolazione in età lavorativa destinato ad aumentare sempre più? Per un governo-azienda come il nostro potremo urlare come voce che grida nel deserto. Potevamo fare in questi anni molto di più e meglio con le risorse a disposizione, e se solo si volesse, potremmo cominciare ad invertire la rotta.

Cosa abbiamo nel DNA noi molisani o meglio “Molisani” come qualcuno ci ha definiti per non reagire nemmeno quando si arriva con l'acqua alla gola?

Pesano su di noi, come macigni, anni di politica clientelare, di mancanza di partecipazione civile che fanno sempre più il gioco di coloro che in maniera indebita scrivono la trama di un film dove i veri protagonisti sono tragicamente solo pallide comparse.☺


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