domenica 20 maggio 2012

OLTRE LA DIGNITA' NEGATA

di Umberto Berardo
In un incontro tenuto a Campobasso l’11 maggio sul tema della dignità della persona nel Molise nei nostri interventi, contestuali a quelli di Giuseppe Berardi e Pierluigi Giorgio, ci siamo fermati inizialmente a delineare il concetto di dignità della persona nella sua connotazione storica, filosofica, culturale, giuridica e politica ed in fase conclusiva abbiamo comunicato alcune riflessioni orientate ad andare al di là delle pur necessarie analisi critiche sulla condizione della dignità del cittadino molisano.
La dignità personale è una condizione che certo oggettivamente è appartenente alla persona fin dalla nascita, ma richiede anche l’impegno di ognuno per conquistarne continuamente le condizioni. E questa responsabilità di cittadinanza attiva è il presupposto essenziale per l’ottenimento e la conservazione della dignità, perché niente nella vita va elemosinato e tutto, invece, va conquistato.
Sui singoli elementi della dignità negata sul piano dei diritti oggi nel Molise proviamo a riferire le linee di intervento da noi indicate in quel convegno e che ci sembrano essenziali per garantire ai Molisani condizioni di vita che non cozzino almeno con la decenza.
Si tratta di proposte operative schematizzate che poi ovviamente sarà necessario studiare nei dettagli e definire.
Per la verità su alcune esistono già documenti elaborati a livello di base e presenti nel circuito dell’informazione.
Nel Molise abbiamo anzitutto la necessità di dare piena sovranità elettorale al popolo, rendendo libero il voto dal sistema clientelare, riformando la legge elettorale regionale ed eliminando taluni sistemi di nomina nelle istituzioni come quello del listino maggioritario. Oltretutto con il decreto legge 13 agosto 2011 si è avuto un altro passaggio involutivo sul piano democratico nell’amministrazione dei piccoli Comuni e niente sin qui si è fatto per evitare quello che è stato un vero e proprio attentato alle autonomie locali. Di tale ultima questione ci siamo occupati con precise proposte in un nostro recente editoriale.
L’informazione nella nostra regione va resa aperta, pluralista, triadica e garantita tecnologicamente anche con la diffusione capillare della banda larga.
I sistemi di trasporto vanno riorganizzati sul territorio a livello locale, con la responsabilità gestionale dei Comuni, garantendo a tutti i cittadini una mobilità accettabile sul territorio che non può più essere quella antidiluviana risalente ancora all’immediato secondo dopoguerra.
Bisogna assicurare un’abitazione stabile ed antisismica a tutti e rendere sicuri gli edifici pubblici come ospedali, scuole, uffici.
Il salario minimo garantito recentemente approvato dal Consiglio Regionale dev’essere solo un primo passo verso un reddito di cittadinanza legato a lavori di pubblica utilità ed al raggiungimento della piena occupazione come redistribuzione equa del lavoro disponibile. Un progetto di sviluppo per il lavoro e l’occupazione, soprattutto giovanile, è quanto serve in immediato al riguardo.
Si deve lavorare sul piano sanitario per costruire nella regione sistemi di tutela piena della salute e strutture di diagnosi e cura della malattia in grado di rispondere, a livello di eccellenza, alle necessità dei cittadini. Movimenti ed associazioni sono al lavoro in tale direzione ed hanno espresso con chiarezza in diversi documenti la necessità di difendere la sanità pubblica in tutta la regione, articolandone razionalmente le prestazioni sul piano territoriale.
Occorre rendere più efficienti, con costi ridotti e legati al reddito adeguatamente accertato tutti i servizi connessi alla quotidianità come quelli idrici, energetici, telefonici, televisivi, relativi alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti. Non è pensabile, per fare un solo esempio, che un metro cubo di metano da riscaldamento sia pagato la stessa cifra da un pensionato al minimo e da un manager.
È necessario garantire servizi pubblici di assistenza all’infanzia ed agli anziani con un’articolazione territoriale e domiciliare degli stessi, impedendo le attuali speculazioni di natura privatistica.
È opportuno rafforzare il diritto allo studio con istituzioni scolastiche ben distribuite sul territorio a livello di poli scolastici di eccellenza, attrezzati efficacemente sul piano didattico e capaci di garantire un ottimo livello di preparazione culturale in ogni fascia di età attraverso un’organizzazione innovativa dell’educazione permanente che in questa regione è un concetto mai preso davvero in seria considerazione.
È fondamentale assicurare a tutti la purezza degli elementi indispensabili alla vita come l’acqua, l’aria, il verde pubblico, impedendo la deprivazione in atto del territorio con discariche non a norma, impianti eolici e fotovoltaici troppo diffusi ed a pesante impatto ambientale.
Occorre creare nelle diverse comunità locali strutture adeguate per il turismo, le attività culturali ed il tempo libero.
Bisogna rimuovere l’esosità fiscale, che in Molise, a causa di gravi errori politici nella conduzione della Res Publica, ha raggiunto livelli insostenibili, con il recupero delle somme mancanti a causa dell’evasione e dell’elusione, ma anche con l’eliminazione degli sprechi indecenti nella spesa pubblica dovuti anche all’esistenza di enti ed incarichi privi di qualsiasi utilità. Occorre che ci siano rigorosi controlli al riguardo che oggi purtroppo sono del tutto carenti.
È necessario eliminare il provincialismo e l’elitarismo culturale che affligge ancora la regione lavorando a progetti di promozione della cultura molisana nel mondo e rendendone partecipi tutti i cittadini sul piano della fruizione e della ricerca.
Tutti i sistemi di assunzione ai diversi incarichi vanno fondati sul merito e perciò legati a concorsi pubblici organizzati con criteri di trasparenza.
Bisogna creare regole per garantire pari opportunità in ordine a scelte di vita e di lavoro.
Le criticità dell’apparato giudiziario vanno superate, snellendo le procedure pur nella loro rigorosità, ma garantendo soprattutto che la legge sia uguale per tutti nei procedimenti e nelle sanzioni.
Per ciò che riguarda i sistemi di rappresentanza nelle istituzioni, noi siamo convinti fermamente che si debba operare per giungere ad uno Statuto Regionale condiviso e con linee di alto profilo democratico che in parte abbiamo già cercato di contribuire a delineare; pensiamo anche che i costi della politica debbano essere abbattuti in maniera drastica eliminando qualsiasi privilegio e che si debbano definire con chiarezza un codice etico per le candidature ed un limite ai mandati in modo che la politica cessi di essere un mestiere e diventi un servizio provvisorio offerto ai concittadini. In tal modo la classe dirigente sicuramente sarà meno autoreferenziale e più disponibile al confronto democratico.
Se vogliamo, poi, impedire il trionfo dell’antipolitica che si realizza nel forte astensionismo elettorale o nell’affermazione di un populismo di stampo personalistico, occorre garantire reale rappresentanza ai cittadini, mentre oggi quella esistente sembra non convincere più tanti elettori.
Ci piace concludere questa serie di indicazioni con quella che a noi sembra la più rilevante in ordine alle esigenze della collettività molisana e ci riferiamo alla creazione ed al sostegno di una cultura dell’impegno, della responsabilità, del lavoro e dell’imprenditorialità a qualsiasi livello.
Al di là delle proposte per la garanzia a tutti dei diritti inalienabili della persona, esiste poi a nostro avviso un secondo piano di intervento, che è quello legato al piano individuale della coerenza comportamentale con i principi etici condivisi ed al rispetto delle norme democraticamente fondate.
Non sapremmo davvero dire se la corruzione sia prevalentemente figlia di un individualismo esasperato, di sistemi economici poco legati alla solidarietà, di condizioni sociali ed ambientali ostiche o di modelli comportamentali diffusi in maniera errata da strutture culturali, religiose e politiche.
Su questo versante si deve lavorare sul piano educativo, antropologico e culturale per eliminare sistemi di vita che affondano nell’egoismo e nel familismo amorale e degenerano nella corruzione cercando di riportare tutti alla rettitudine.
Quanto sta accadendo intorno a noi a livello istituzionale e sul piano dell’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini ci dice con chiarezza che i tempi sono forse maturi per tentare un’inversione di tendenza sul piano culturale, sociale, economico e politico.

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