giovedì 15 luglio 2010

IL DENARO DEI RIMBORSI.......... ELETTORALI (FINANZIAMENTO PUBBLICO AI PARTITI: STORIA DI UNA TRUFFA)

è possibile resistere, sono tante le piccole imprese italiane, che nonostante tutto continuano a produrre. resistere è un preciso dovere di chi ogni giorno alza la saracinesca e continua la sua attività a dispetto di una crisi che ha ragioni antiche, ma pochi danno la sensazione di averlo capito. l'unica speranza è l'unità delle piccole imprese. Denaro fresco per le casse dei cinque partiti che inviano parlamentari a Strasburgo, vale a dire Pdl, Pd, Lega, Italia 


dei Valori e Udc. Il partito di Silvio Berlusconi, ad esempio, avra’ oltre 103 milioni di rimborsi elettorali, mentre quello di Dario Franceschini circa 84. A bocca asciutta rimarranno invece, per la prima volta, i partiti rimasti sotto la soglia del 4% imposta con la modifica alla legge elettorale europea varata quest’anno. Il calcolo dei soldi che andrà a ciascun partito è un po’ complicato. Il monte complessivo da distribuire è di cinque euro per ogni cittadino avente diritto al voto, quest’anno 50.341.790. La torta da spartire è dunque di 251.708.950 di euro.
Una somma ingente, equivalente per esempio al taglio al Fondo sociale effettuato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti nella finanziaria del luglio scorso. Ad aver diritto ai rimborsi elettorali sono solo i partiti che eleggono almeno un eurodeputato; ma con la soglia del 4% introdotta quest’anno, sono solo cinque le formazioni che si spartiranno la somma complessiva. Quindi, ad esempio, il Pdl con il 35,25% dei voti non otterrà questa percentuale di rimborsi, bensì una fetta più grande. Infatti i suoi 10.807.176 voti vanno ponderati su quelli ottenuti dai soli cinque partiti che hanno acquisito il diritto al rimborso, vale a dire 26.391.247 (tutti i votanti sono stati infatti 30.645.386, al netto dell’astensione). La percentuale sale allora al 40,95%, ed è la fetta di rimborsi che otterrà. Stesso discorso vale per gli altri quattro partiti che accedono ai rimborsi.
La percentuale che spetta al Pd è del 30,34%, quella della Lega è dell’11,85%, quella di Di Pietro è del 9,29%, quella dell’Udc del 7,57%. Ecco dunque la tabella dei rimborsi che arriveranno nelle casse dei cinque partiti, secondo i calcoli fatti dall’ANSA sulla base dei risultati forniti dal ministero dell’Interno. Le somme saranno divise in cinque tranches uguali, che verranno assegnate annualmente a ciascun partito fino alla fine della legislatura europea, nel 2014.
PARTITO RIMBORSO ELETTORALE
Pdl 103.074.815,035 euro Pd 84.368.495,430 euro Lega 29.827.510,575 euro Idv 23.383.761,455 euro Udc 19.054.367,515 euro Per capire l’entità delle cifre che finiscono nelle casse dei partiti, basta considerare che 100 milioni sono quanto il governo ha destinato nel 2009 al Piano straordinario per costruire nuovi asili nido; 80 milioni sono l’intero piano di fondi per le politiche giovanili; 30 milioni è il finanziamento 2009 per le pari opportunità.


Con un referendum abrogativo del 1993 promosso dai Radicali, il 90,3% degli elettori votanti (77%) ha deciso di abrogare il finanziamento pubblico dei partiti. Partiti che non si sono dati per vinti, e hanno in breve tempo rimediato al brutto colpo subito.
Già nel 1996, tre anni dopo la consultazione referendaria, si è subdolamente reintrodotto un meccanismo di finanziamento pubblico. Nel 1999 arriva la famigerata legge sul “rimborso elettorale” (chè chiamarlo di nuovo “finanziamento pubblico” non si può), che viene quantificato in800 Lire per ogni voto. Soldi rimborsi elettoraliNel 2002, con il governoBerlusconi, si passa da 800 Lire a 1 Euro. Un aumento più del doppio! Inoltre, la cifra calcolata per il “rimborso” è fissa e calcolata non sugli effettivi votanti, ma sul numero totale degli aventi diritto; l’unica logica che può stare dietro a questa norma è quella del “prendi i soldi e scappa”. Da notare poi che la quota di ogni avente diritto al voto lievita sempre più nel tempo, oggi è arrivata a 5 Euro. Infine, nel febbraio 2006, secondo governo Berlusconi, l’ultima porcata parassitaria: in caso di scioglimento anticipato dellaCamere l’erogazione del rimborso è comunque effettuata fino alla fine naturale della legislatura. Cosa che è avvenuta con la scorsa legislatura terminata qualche mese fa. Quindi, partiti come Forza Italia o il PD intascheranno il doppio dei rimborsi. Insomma, per il solo 2008 l’ammontare complessivo dei “rimborsi” equivale a più di 407 milioni di Euro.
STRANI RIMBORSI – Ho scritto “rimborsi” perché in realtà questo è puro e semplice (ampio, amplissimo) finanziamento pubblico ai partiti dato che, come attesta la Corte dei conti, per le politiche del 2006 i partiti hanno speso un quarto di quello che è stato rimborsato loro: 117,3 milioni contro 498,5 milioni. I partiti quindi si trovano le casse piene di denaro generosamente versato loro dallo Stato. Ricordatevelo la prossima volta che, per esempio, sentirete parlare di loft o vedrete le città innondate di cartelloni immensi con faccioni di politici; è tutto denaro nostro con il quale i partiti e i politici fanno gli splendidi. Splendidi con i soldi altrui. Denaro che è alla portata anche dei partiti più minuscoli. Infatti, altra porcata parassitaria, non è necessario avere eletti in parlamento per spartirsi il denaro: basta superare l’1%. Praticamente un incentivo all’accattonaggio. L’Udeur di Mastella non si è presentato alle elezioni del 2008, nessun problema perché potrà usufruire fino al 2011 dei fondi della scorsa legislatura. Stesso discorso per i socialisti di Boselli, i quali per soli 8942 voti non hanno raggiunto l’1% utile per far scattare i rimborsi; tranquilli, ci sono sempre quelli della scorsa legislatura validi fino al 2011.
US Congress WashingtonLET’S GO WEST! - Il sistema americano non sarà perfetto e non sarà la soluzione definitiva, ma a mio parere è auspicabilissimo che questa scalcagnata Italia si muova verso quella direzione. Grazie alle primarie americane (quelle vere, non la brutta copia ridicola alla quale abbiamo assistito qui in Italiaqualche mese fa) che si stanno svolgendo negli USA, tutti noi abbiamo potuto constatare come i candidatiDemocratici e Repubblicani si siano fatti in quattro per due cose: essere votati e racimolare soldi; due cose che possono essere molto collegate tra loro, anche se non è detto. Infatti, tenetevi forte, negli USA i partiti non sono finanziati dallo Stato. Incredibile, eh? Un Paese nel quale lo Stato non foraggia a fondo perduto i partiti e nel quale la democrazia va avanti benone; basti osservare, appunto, l’effervescenza democratica di queste lunghe elezioni primarie. Negli USA il politico deve andare porta a porta a chiedere il soldino per andare avanti nelle costose campagne elettorali, e se i soldi finiscono sono guai. Negli USA la legge è molto chiara: il denaro deve arrivare dai singoli (un massimo di 2300$ per le primarie e altri 2300$ se il candidato ottiene la nomina). Le aziende o i sindacati non possono fare donazioni ma possono organizzare deiPAC, Political Action Committee. Ossia una specie di fondo comune nel quale il gestore raccoglie dei soldi e poi decide a chi donarli. Altro metodo sono i cosiddetti comitati 527, che organizzano campagne tematiche e devono essere indipendenti dalla campagna elettorale del candidato. Per esempio, ad alcuni di questi comitati, tutti a favore dei Democratici, George Soros ha devoluto per la campagna del 2004 più di 23 milioni di dollari. La caratteristica comune di tutti questi metodi per finanziare la politica è la tracciabilità e la trasparenza. L’opinione pubblico conosce le fonti dei finanziamenti dei politici e ne tiene conto.
Manifesti elettorali
VOLONTARIETA’ vs. COSTRIZIONE – Si sente spesso dire che dobbiamo combattere la degenerazione dei soldi pubblici dati ai partiti ma che in linea di principio il finanziamento pubblico alla politica è una cosa buona, serve solo piùmoderazione. Chi scrive invece pensa che non esista un solo motivo valido per il quale una parte dei nostri soldi venga devoluta obtorto collo a quelle entità chiamate partiti. Non è vero che il finanziamento pubblico stronca lacorruzione, non è vero che aiuta a far fare carriera politica a chi non è ricco, non è vero che in definitiva favorisce il processo democratico di un Paese. Questo “rimborso elettorale” assomiglia molto ad un’altra truffa italiana, quella dell’otto per mille. Truffa nella quale la Chiesa Cattolicasi mangia ingiustamente la grandissima parte della torta a disposizione. Il meccanismo è sempre quello: non esiste la volontarietà dell’offerta, esiste solo la costrizione in nome di un fantomatico “bene comune superiore”. I partiti non devono guadagnarsi le nostre donazioni, non devono chiedere nulla, a loro tutto è dovuto e fanno gli offesi e gridano al “rischio per la democrazia” se sei stanco di essere costretto a dare loro soldi. Se vogliamo che l’Italia diventi un Paese più civile, più vivo e più dinamico dobbiamo far sì che la volontarietà diventi la regola comune, altrimenti rimarremo per sempre dei sudditi ai quali viene sempre detto da terzi cosa è meglio per loro. Si limitassero a cacciare i soldi e stare zitti, pensiamo a tutti noi, grazie.

Nessun commento:

OLD-POST: