domenica 31 maggio 2009

Bankitalia: la relazione annuale riforme o non ci sarà ripresa (da ILSole24ore)

Riforma degli ammortizzatori sociali, riduzione dei tempi di pagamento dei debiti delle Pubbliche amministrazioni, temporanea sospensione dell'obbligo di versare all'Inps le quote di Tfr non destinate ai Fondi pensione. E, ancora, mobilitare il risparmio privato nell'edilizia residenziale, accelerare i cantieri già aperti e la realizzazione di opere a livello locale. Federalismo, liberalizzazioni, ma anche elevare la formazione del capitale umano e delle infrastrutture. Questa è la ricetta anticrisi che emerge dalle Considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, illustrate questa mattina all'assemblea dei partecipanti a Palazzo Koch. Considerazioni scritte in un periodo difficile che ha fatto precipitare il mondo nella crisi più grave dalla metà del secolo passato. Uscire dalla crisi, ha sottolineato il governatore, significa ricostruire la fiducia, ricreando posti di lavoro, restituendo vigore alle imprese, riparando i mercati finanziari. «La fiducia – ha detto il Governatore – non si ricostruisce con la falsa speranza: uscire da questa crisi più forti è possibile».
Nel 2009 caduta del 5% del Pil. Pesanti le ripercussioni della crisi in Italia: la crisi mondiale, secondo le previsioni del governatore, determinerà nel 2009 una caduta del Pil del 5%, dopo la diminuzione di un punto nel 2008. Il crollo della domanda estera, ha ricordato un numero uno di Palazzo Koch, ha provocato una forte contrazione della produzione industriale e degli investimenti. Con una reazione delle imprese che ha determinato la provvisoria chiusura di interi stabilimenti o linee produttive, con una riduzione temporanea o permanente della manodopera, rinvio di acquisti di semilavorati e beni capitali e dilazioni lunghe nei pagamenti ai fornitori. Nei 6 mesi da ottobre 2008 a marzo 2009 il Pil è caduto in ragione d'anno di oltre 7 punti percentuali. Draghi ha puntato l'obiettivo sulla crescita del debito e ha invitato a interventi rapidi, con tagli di spesa da fare «subito» e contrasto all'evasione fiscale che «consentirebbero di ridurre aliquote legali», far calare le tasse, «diminuendo distorsioni e ingiustizie».
È allarme consumi e disoccupazione. Il governatore nel suo intervento ha lanciato l'allarme sui consumi, legandolo alle stime sulla disoccupazione. Il primo rischio «per la fase ciclica che attraversiamo é una forte riduzione dei consumi interni, a cui le imprese potrebbero reagire restringendo ancora i loro acquisti di beni e capitali e di input produttivi». I lavoratori in cassa integrazione e coloro che cercano una occupazione sono già oggi intorno all'8,5% della forza lavoro, una quota che potrebbe salire oltre il 10%: proseguirebbe la decurtazione del reddito disponibile delle famiglie e dei loro consumi, nonostante la forte riduzione dell'inflazione. Nelle Considerazioni Draghi ha ricordato anche che «gli interventi governativi a supporto delle famiglie meno abbienti e gli incentivi all'acquisto di beni durevoli stanno fornendo un temporaneo ausilio».
Ripresa nel 2010, ma ci attendono ancora mesi duri. Per Draghi non é ancora possibile individuare con certezza una definitiva inversione ciclica, anche se si prevede che la crescita riprenderà nel 2010». Purtroppo, però, «l'attesa generale per i prossimi mesi é di riduzioni di occupazione, di reddito, accompagnate dal permanere di volatilità sui mercati finanziari, con riflessi negativi sui consumi e sugli investimenti».
Combattere l'evasione per abbassare le tasse. «Semplificazione normativa ed efficacia dell'azione pubblica sono condizioni necessarie per ridurre il peso dell'economia irregolare, stimato in più del 15 per cento dell'attività economica». Secondo il governatore di Bankitalia «progressi nel contrasto alle attività irregolari consentirebbero di ridurre le aliquote legali, diminuendo distorsioni e ingiustizie».
Allarme chiusura per le piccole imprese. Rischiano la chiusura le piccole imprese con meno di 20 addetti, duramente colpite dalla crisi economica. Mario Draghi ha, infatti, sottolineato che «a risentire della crisi sono soprattutto le imprese piccole, sotto i 20 addetti; nella sola manifattura se ne contano in tutto quasi 500.000, con poco meno di due milioni di occupati. Per quelle che operano in qualità di sub-fornitrici di imprese maggiori, da cui subiscono tagli degli ordinativi e dilazioni nei pagamenti, è a volte a rischio la stessa sopravvivenza». Per il governatore «il passaggio dei prossimi mesi sarà decisivo: una mortalità eccessiva che colpisca per asfissia finanziaria anche aziende che avrebbero il potenziale per tornare a prosperare dopo la crisi è un secondo, grave rischio per la nostra economia». In generale le imprese si attendono un calo del fatturato oltre il 20% e la grande incertezza sulla durata della crisi spinge a piani di riduzione dgeli investimenti del 12% nell'industria e nei servizi e di oltre il 20% nel manifatturiero.

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