sabato 1 agosto 2015

TOTALMENTE DISTRUTTA DALL'EURO E DALLA UE, L'ITALIA TRA DIECI ANNI NON ESISTERA' PIU'. E' QUANTO ASSERISCE IL PROF. ROBERTO ORSI DELLA LONDON SCHOOL OF ECONOMICS.

Degrado di Roma
















“Gli storici del futuro probabilmente guarderanno all’Italia come un caso
 perfetto di un Paese che è riuscito a passare da una condizione di nazione
 prospera e leader industriale in soli vent’anni in una condizione di
desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica,
di rampate terzomondializzazione, di caduta verticale della produzione
culturale e di un completo caos politico istituzionale. Lo scenario di un
 serio crollo delle finanze dello Stato italiano sta crescendo,
con i ricavi dalla tassazione diretta diminuiti del 7% in luglio, un rapporto
 deficit/Pil maggiore del 3% e un debito pubblico ben al di sopra del 130%.
E peggiorerà”.
Così Roberto Orsi, professore italiano emigrato a Londra per lavorare presso
la London School of Economics, prevede il prossimo futuro del Belpaese.

Il termometro più indicativo della crisi italiana, secondo Orsi, è lo smantellamento
 del sistema manufatturiero, vera peculiarità del made in Italy a tutti i livelli:
 “Il 15% del settore manifatturiero in Italia, prima della crisi il più grande in
 Europa dopo la Germania, è stato distrutto e circa 32.000 aziende sono scomparse.

Questo dato da solo dimostra l’immensa quantità di danni irreparabili che il Paese
 subisce. Questa situazione ha le sue radici nella cultura politica enormemente
degradata dell’élite del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato
 numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse
economico del Paese e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione”.
“L’Italia – prosegue lo studioso della prestigiosa London School of Economics – non avrebbe
potuto affrontare l’ultima ondata di globalizzazione in condizioni peggiori. La leadership del
Paese non ha mai riconosciuto che l’apertura indiscriminata di prodotti industriali a basso costo
dell’Asia avrebbe distrutto industrie una volta leader in Italia negli stessi settori. Ha firmato i
trattati sull’Euro promettendo ai partner europei riforme mai attuate, ma impegnandosi in politiche
di austerità. Ha firmato il regolamento di Dublino sui confini dell’UE sapendo perfettamente che
l’Italia non è neanche lontanamente in grado (come dimostra il continuo afflusso di immigrati
clandestini a Lampedusa e gli inevitabili incidenti mortali) di pattugliare e proteggere i suoi confini.
Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di strutture giuridiche che rendono la scomparsa
completa della nazione un fatto certo”.

Quando si tratta di individuare le responsabilità, Orsi non ha dubbi nel puntare il dito contro
 la politica: “L’Italia è entrata in un periodo di anomalia costituzionale. Perché i politici di partito
hanno portato il Paese ad un quasi collasso nel 2011, un evento che avrebbe avuto gravi
conseguenze a livello globale. Il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti
dall’ufficio dell’ex Presidente Repubblica, i burocrati di diversi ministeri chiave e la Banca d’Italia.
Il loro compito è quello
di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo.
Questo è stato finora raggiunto emarginando sia i partiti politici sia il Parlamento a livelli senza
 precedenti, e con un interventismo onnipresente e costituzionalmente discutibile del Presidente
 della Repubblica , che ha esteso i suoi poteri ben oltre i confini dell’ordine repubblicano”.




“L’interventismo dell’ex Presidente è stato particolarmente evidente – prosegue il professor Orsi –
nella creazione del governo Monti e dei due successivi esecutivi, che sono entrambi espressione
diretta del Quirinale. L’illusione ormai diffusa, che molti italiani coltivano, è credere che il
Presidente,
la Banca d’Italia e la burocrazia sappiano come salvare il Paese. Saranno amaramente delusi.
L’attuale leadership non ha la capacità, e forse neppure l’intenzione, di salvare il Paese dalla rovina.
Sarebbe facile sostenere che solo Monti ha aggravato la già grave recessione. Chi lo ha sostituito
ha seguito esattamente lo stesso percorso: tutto deve essere sacrificato in nome della stabilità.
I tecnocrati condividono le stesse origini culturali dei partiti politici e, in simbiosi con loro, sono
riusciti ad elevarsi alle loro posizioni attuali: è quindi inutile pensare che otterranno risultati
migliori, dal momento che non sono neppure in grado di avere una visione a lungo termine per
il Paese. Sono in realtà i garanti della scomparsa dell’Italia”.
Micidiale.
Fonte: www.quifinanza.it – che ringraziamo.
Tratto da Il Nord
Nota: Questa volta non sono i “complottisti” a fare queste fosche previsioni ma gli esperti dei centri
studi economici di Londra.Nelle foto sopra ad al centro: immagini del degrado di Roma, la capitale
d’Italia

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