lunedì 24 dicembre 2012

2012 CADE L'ULTIMO TABU': NATALE APERTI. NO GRAZIE, ANCHE DA COMMERCIOATTIVO.


Sconcerto e preoccupazione tra gli operatori. Inseguendo la vana speranza di un incremento delle vendite.

<> dice Mina Giannandrea, presidente di Federstrade Confesercenti e vicepresidente di Confesercenti di Roma.
<

Lasciare il campo libero alla grande distribuzione, NO, ma la situazione è insostenibile. Siamo ad un punto di non ritorno, forse è l’assalto finale della Grande Distribuzione Organizzata e dei Grandi Centri Commerciali che hanno un solo obiettivo annientare il commercio di vicinato>>.
Attenzione, stiamo spegnendo le città.
Altro che nuovi stili di vita; siamo all’istigazione del consumismo più sfrenato.
Qualcuno sostiene: la crisi impone nuovi modelli di sviluppo; ma, siamo all’ennesimo inganno.

Inoltre, è legittimo chiedersi: una donna, che di solito è il principale operatore del comparto, in e con queste condizioni di lavoro, come potrà conciliare famiglia e lavoro.
Tutti parlano di famiglia, di sostegno alla stessa, di Costituzione e poi nel quotidiano avviene l’esatto contrario.
Le liberalizzazioni, vere sono altra cosa: meno balzelli burocratici, tassazione più equa, maggiore attenzione da parte delle istituzioni.
Auspichiamo nuovi modelli si sviluppo anche del tempo libero e della cultura.
In Italia le liberalizzazioni, debbono e possono essere tali, per tutti i settori che coinvolgano trasporti, tariffe, energia, servizi locali, farmacie e taxi.
Il commercio di vicinato deve ri-nascere, deve tornare ad essere popolare.
Deve servirsi di un linguaggio chiaro, diretto, efficace, immediato, di un rinnovato rapporto di fiducia tra consumatore e commerciante.
<> prosegue Mina Giannandrea.
Nel giorno della festa non si va a comprare, lo shopping possiamo farlo durante la settimana.
Poi, in un momento come questo di contrazione dei consumi, in cui i negozi fatturano di meno, rimanere aperti anche nei giorni di festa comporta solo costi, specialmente per i piccoli commercianti, quelli che più di tutti risentono della crisi e sono al collasso.
Gli stessi che per stare al passo con la grande distribuzione si trovano in difficoltà economiche pur di affrontare  spese insostenibili.
Chiediamo - come FEDERStrade-Confesercenti - una mobilitazione generale che coinvolga tutti: gli operatori del commercio, i lavoratori e degli stessi consumatori, un cambio di passo deciso per un riordino del settore.
Lo scorso 7 novembre è stata lanciata da Confesercenti, con Federstrade  e CommercioAttivo Molise, una campagna di raccolta firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare denominata Liberaladomenica che si pone l’obiettivo di riportare nell’ambito dei poteri delle Regioni le decisioni sulle aperture domenicali e festive.
Liberaladomenica ha ricevuto il sostegno da parte dei Presidenti delle Regioni Emilia Romagna, Toscana, Piemonte e Veneto oltre a quello di tantissimi imprenditori commerciali, sindacati ed associazioni che operano nel sociale.
Anche la Chiesa, per tramite della della Conferenza Episcopale Italiana, si è apertamente schierata in difesa della domenica e delle festività.
Ma, la stessa ci tiene a sottolineare, con le parole di Mons. Bregantini che <>.
L’iniziativa sta riscuotendo un notevole successo. Si tratta per noi di un obiettivo importante, che ci permetterà di contattare migliaia di imprese e lavoratori del settore. Il sostegno e l’apporto di tutti gli attori coinvolti è determinante.
Oggi siamo in una situazione difficile, drammatica, abbiamo bisogno di ricominciare a sperare che possa esistere un futuro migliore.
Ci lasciamo alle spalle un pesante passato; all’orizzonte si delinea un anno nuovo dove ri-cominciare a sperare deve essere un imperativo.
Con la consapevolezza che senza la forza di volontà ed il coinvolgimento diretto di noi tutti, non si va da nessuna parte.
In due parole: fiducia e speranza.
Però, senza illusioni che ciò possa avvenire senza conflitti, senza intaccare interessi e posizioni privilegiate.
Il motivo è semplice: non si tratta di fotografare la realtà dei rapporti sociali in essere, ma di modificarli. 

Roma, 23 dicembre 2012

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