mercoledì 12 gennaio 2011

NON CI ARRENDIAMO! AL VIA LA PETIZIONE POPOLARE DI RACCOLTA FIRME

Lettera appello di CommercioAttivo alle Istituzioni

Oggetto: calendario aperture domenicali e revisione legge commercio.
A seguito della pubblicazione ( a noi peraltro non pervenuta ) dell'ordinanza sindacale del 30/12/2010 del calendario delle deroghe alle chiusure domenicali e festive degli esercizi commerciali. Il Comune di Campobasso dava seguito a quanto stabilito dalla legge regionale N° 20/2010 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Molise. Nell'incontro con l'assessore al commercio Pasquale Colarusso il 28 /12/ 2010 il Comune di Campobasso dava seguito a quanto stabilito dalla legge regionale n° 20 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 1/12/2010 della Regione Molise,confermando un calendario con 32 aperture festive. In quella sede CommercioAttivo ribadiva la sua contrarietà ad una liberalizzazione eccessiva e distruttiva
recando la disponibilità ad un calendario recante una una apertura di inizio mese tale da essere punto di riferimento preciso per i consumatori. La posizione di svantaggio in cui viene posta la categoria dei piccoli esercenti del commercio regionale resta sotto gli occhi di tutti e trova un ampio dissenso tra gli esercenti di tutto il territorio regionale.
Davano parere contrario nel suddetto incontro anche le organizzazioni sindacali di categoria Filcams-Cgil, Uiltucs - Uil e Fisascat - Cisl.
La legge scritta avvalendosi del parere delle due organizzazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti arriva ben oltre delegando i sindaci ad ulteriori e indefinibili deroghe, inoltre è priva di tutele al commercio di vicinato in considerazione di forme di commercio organizzato quali la GDO e gli outlet che praticano vendite scontate 365 giorni l'anno o sottocosti lesivi della nostra categoria ed in particolari settori merceologici.
Ulteriormente dichiariamo che nella ipotesi di bilancio la Regione Molise non prevede capitoli di di spesa adeguati al rilancio ed al sostegno delle tante piccole imprese locali del commercio. Tale posizione sarà a dir poco distruttiva nel breve termine ,data la grave congiuntura in atto.
Siamo preoccupati per il nostro destino e per il grave nocumento che sarà arrecato ai consumatori che subiranno le conseguenze del vistoso appiattimento delle varietà merceologiche presenti sul mercatoe ad un deperimento della qualità del prodotto agroalimentare locale strozzato dalle maglie concorrenziali della GDO.
Riteniamo doveroso inoltre denunciare il declino della vivibilità ,dei servizi e delle funzioni sia nelle zone centrali che nelle periferie. Tutto ciò accade in un momento assai delicato per le scelte federali che vedranno il Molise perdente per la scarsa e critica presenza di produttività locale e per il disagio esistenziale procurato al territorio in grave deficienza a livello di trasporto pubblico, di servizi sociali e sanitari. Arrivare alla economizzazione della vita sarà come distruggere ogni dimensione umana. Non si vive solo di beni materiali bensì esistono i cosiddetti “ beni relazionali” cioè i normali e vitali rapporti di coesione sociale.La enorme presenza di lavoratrici donne nel commercio non sarà sostenuta da presidi sociali festivi,nè vi sono elementi di compensazione ai normali tempi di cura della propria vita e di quella dei propri cari ( vedi lg. N° 53 di rif.). Ci sentiamo pertanto concordi con la contrarietà già espressa dalla Filcams e dalla Uiltucs nel sottoscrivere una petizione popolare che veda coinvolti esercenti ,lavoratori del commercio e privati cittadini per chiedere a gran voce alla Regione Molise una profonda revisione della legge in oggetto alla quale abbiamo con impegno cercato di portare note di miglioramento e cautele rimaste inascoltate. Le aperture indiscriminate non portano occupazione aggiuntiva bensì causano la morte ed il deperimento di tanti esercizi di vicinato e di molti più posti di lavoro non affatto considerati dalla politica ( da qui ai prossimi 10 anni scompariranno 55.000 piccoli negozi con una perdita di 135.000 posti di lavoro dati Sole 24ore, e si stima dati Camera di Commercio che nei primi 9 mesi 2010 il saldo negativo conta 10.000 piccoli negozi in meno- dati nazionali).Denunciamo e ribadiamo inoltre il danno procurato ai consumatori , che avranno sempre minori opportunità di scelta merceologica a causa dell'imponente ricaduta negativa a catena su tutte le piccole e medie imprese nazionali nostre fornitrici. La torta del consumo resta sempre la stessa ma divisa tra i vari competitori con la prevalenza dei più grandi. Sviluppo ed innovazione saranno la nostra risorsa ,la scelta di consorziarci e fare rete potrebbe farci uscire dalla crisi ma si necessita di risorse e forme adeguate al rilancio . Bisogna avere il coraggio di tornare indietro ,prima di e ssere del tutto sazi ma profondamente disperati.
Giulia DAmbrosio –Presidente CommercioAttivo -CB 

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