domenica 27 aprile 2014

Ecco il regalo di pasqua alle banche, ma la sorpresa ce l’hanno gli italiani! piazza affari chiude a +3,44%, balzo delle banche! cittadini, portate via i soldi dalle banche!
banche
Ecco il regalo di Pasqua alle banche. Peccato però che la sorpresa, per nulla gradita, ce l’avranno gli italiani. Piazza Affari, infatti, chiude a +3,44%, un bel balzo delle banche! “Cittadini, portate via i soldi dalle banche”! 
Questo il grido provocatorio di Ivano Giacomelli, Segretario Nazionale Codici.
Si chiede l’ignaro cittadino: come mai, in piena crisi, le banche hanno questo balzo? I consumatori si pongono la domanda perché avvertono velatamente l’arrivo di qualcosa di fastidioso e spiacevole. Ed ecco svelato l’arcano : il Parlamento europeo ha adottato ieri a larga maggioranza un pacchetto di norme che spostano sui cittadini (cioè azionisti, obbligazionisti e semplici detentori dei conti correnti) il peso di intervenire per risanare il fallimento della banca. Cosa vuol dire tutto ciò? Semplice: se una banca realizzasse una serie di operazioni sbagliate, comprasse titoli tossici, desse tangenti, regalasse denaro ai suoi amici , potrebbe stare tranquilla, perché tanto ci sarebbe Pantalone che paga. E sapete chi è Pantalone? E’ l’ignaro consumatore che si vedrà espropriato dei suoi risparmi per risanare il fallimento della banca. Ma stiamo scherzando? Così è spiegato il deleterio meccanismo che può essere messo in pratica da attori scellerati.
Questo comportamento che qualifica il cittadino di strada come il famoso “ortolano”, per cui, come dire, “sono cavoli suoi”, si chiama “bail-in”, che in soldoni significa “basta con salvataggi bancari il cui onere viene scaricato indiscriminatamente sui contribuenti”. Insomma, d’ora in poi a pagare per evitare il fallimento di una banca saranno direttamente i correntisti . Per l’esattezza: in caso una banca si dichiari insolvente, soci, creditori e correntisti copriranno le sue passività. Azionisti e sottoscrittori di bond possono perdere fino al 100% di quanto investito. Mentre sul fronte correntisti in linea di principio l’onere toccherà prima alle grandi aziende, poi ai correntisti individuali e infine alle pmi. Con una certezza: tutti pagano!
Altra chicca: Le regole del "bail-in" si applicheranno dal primo gennaio 2016 al più tardi a tutto il debito esistente come al nuovo. In questo contesto si inquadra il consiglio-provocazione: entro il 2016 portate via i soldi dalle banche!
CODICI 
Centro per i diritti del cittadino

sabato 26 aprile 2014

       EXPO 2015 - Le iniziative della Regione Molise. Convocazione Associazioni di Categoria ed Enti


L’EXPO 2015 è una grande vetrina dove i Paesi partecipanti presentano le loro eccellenze nei settori dell'agricoltura, della produzione industriale, del commercio e della ricerca scientifica con un unico tema:  Nutrire il Pianeta – Energia per la Vita. Una vetrina dove il Paese e le sue regioni incontrano il “mondo”.
   
Il tema di EXPO 2015 affronta il tema della nutrizione per l'Uomo, nel rispetto della Terra sulla quale vive e dalla quale attinge le sue risorse vitali, ma esauribili. Alimentazione, sostenibilità, ricerca e sviluppo sono i focus su cui si concentra l'evento.

La Regione Molise vuole essere protagonista promuovendo le filiere produttive, i prodotti di qualità, la cultura, i paesaggi  e oggi  chiama a raccolta i principali attori delle singole filiere.

Le Associazioni di Categoria e gli enti interessati sono invitati, il giorno 2 Maggio 2014 alle ore 11:00, presso la sede della Regione Molise “Palazzo Vitale” via Genova, 11 al primo appuntamento  per discutere e condividere le varie proposte da mettere in campo per questo evento internazionale.


Paolo di Laura Frattura




lunedì 3 marzo 2014

Questa è una mail inviata da una commessa del movimento 
Domenica no grazie Italia  a Matteo Renzi. La leggerà ? A chi importa delle nostre vite messe allo stremo?


matteo@governo.it

"Egregio Signor Presidente del Consiglio,
Ho 24 anni. Una vita avanti a me. Ma quando mi guardo indietro preferirei non andare avanti.
Mio padre ha lavorato una vita, per dare a me e alla mia famiglia una possibilità. Ha lavorato fino a spaccarsi letteralmente il cuore in 2 parti. E tutt'ora, non so con quale forza, continua a lavorare. Quando arriva a casa piange perché non si sente bene. Piange perché non riesce a pagare l'auto, le bollette, la casa. Piange perché la sua primogenita che tanto anelava ad un futuro universitario, ha dovuto lasciare tutto per andare a lavorare.
E oggi piango anche io!
Ho rinunciato a tutto! Ho rinunciato a ciò che mi piaceva di più: studiare per crearmi un futuro. Ho bisogno di un tempo pieno al lavoro per aiutare la famiglia, che mi ha messa al mondo e mandare avanti la mia.
Lavoro dal primo giorno che ho compiuto 18 anni; nel mentre andavo a scuola. Tornavo alle 3 del mattino dal pub e passavo la notte sui libri a cercare di studiare bene.
Tutto sommato le mie rivincite dalla vita me le sono prese. Ma quanta fatica, quanto sforzo, quanti pugni in faccia ho preso per arrivare dove sono!
E non sono nessuno!
Non è il lavoro che avrei scelto per me, ma ho imparato a rispettarlo e ad amarlo. Ma non ho più una vita.
Vedo mio marito solo alla sera, per un ora o due. Non abbiamo figli perché non posso permettermi di assentarmi dal lavoro. Oggi la gravidanza è vista come una malattia, come un problema.
Ho 4 domeniche libere l'anno e le passo a fare le pulizie a casa tutto il giorno.
Non so più cosa significhi avere una vita sociale! Non ho più amici. Io e mio marito siamo soli. Ci hanno abbandonato perché non potevamo mai uscire con loro o permetterci di farci qualche giorno in montagna tutti insieme!
E dobbiamo ringraziare la liberalizzazione delle domeniche se io vedo gli altri essere felici al posto mio.
Vorrei tanto che venisse di persona a farsi un giro nelle realtà italiane grandi e piccole per constatare quanto realmente il tasso di disoccupazione si sia alzato e non abbassato come era stato previsto dalla liberalizzazione. Gli incassi qui si sono spalmati, subiamo continue vessazioni dalle aziende per scontrini medi, storici e conversione! E solo nel mio negozio (una catena di abbigliamento da bambino leader quasi in tutto il mondo) nell'ultimo anno sono state licenziate due ragazze.

Abbiamo bisogno di un aiuto da parte sua e del suo team.
Abbiamo bisogno di essere ascoltati. Abbiamo bisogno del calore delle nostre famiglie. 
Distinti saluti"

venerdì 14 febbraio 2014

Credo che sia prioritario tornare in carne e ossa se vogliamo continuare a lottare.

14 Febbraio 2014

Cari amici vi riporto un commento dei nostri cari amici imprenditori di Imprese che Resistono perché davvero pare che la misura della sopportazione sia colma ora.Di questo passo ,di anestesia in anestesia moriremo...l'Italia non può farcela senza di noi.


Siamo a venerdì, altri uomini si sono tolti la vita nel silenzio generale, quasi come se ormai si trattasse di una cosa normale. Un paese che sotto anestesia si concentra su sporchi giochini di potere dei responsabili di tragedie umane che poco hanno a che spartire con un paese sedicente "civile" o "democratico". Ognuno tira acqua al mulino del proprio interesse facendo dell'autoconservazione il solo obiettivo della propria azione politica. Un paese allo stremo che subisce di fatto il terzo governo imposto dall'alto, facendo scempio della parola "democrazia popolare", si passa da tecnici a larghe intese ed infine alla nuova accozzaglia come se ormai pensare ad un governo eletto dai cittadini fosse cosa anacronistica. La politica è ormai solo apparizione mediatica, scomparsa nel concreto dalla vita delle persone, delle famiglie, delle imprese. Programmi di governo scritti sulle righe del buon senso della casalinga di Voghera, condivisi da tutte le parti perchè ovviamente conosciuti come necessari, dalle associazioni industriali ai sindacati, vengono puntualmente disattesi nella forma pratica. Parole e chiacchiere, scandali e menzogne, litigi insulti e tristi pantomime sono all'ordine del giorno, mentre la gente svilita, rassegnata e inebetita guarda talk show ripetitivi, demenziali e svuotati di ogni significato giornalistico.
Non so più che pensare in questo venerdì, se non avvertire questo processo deleterio come incontrastabile. Tutto si è trasformato in "social" virtuale, che rimane degli incontri veri? Quelli dove anche stringersi la mano e guardarsi in faccia ci fa sentire meno soli e più forti?
Voglio ripartire da qui, dal trovarci, dall'incontrarci, dallo stringersi le mani, dal guardarci negli occhi discutendo su cosa poter fare per arrestare questo scempio, voglio sale piene, voglio contatto umano, perchè credo che sia prioritario tornare in carne e ossa se vogliamo continuare a lottare.
Contiamoci sul serio, usciamo dalla rete in tutti i sensi.
Chi ci sarà? Oppure siamo diventati tutti "giornalisti" narratori?

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