domenica 25 novembre 2012
venerdì 23 novembre 2012
FAMIGLIA CRISTIANA: Lasciateci la festa firma anche tu contro l'apertura dei negozi la domenica
Siamo una associazione di piccoli esercenti del commercio .Stiamo sostenendo la campagna "LIBERA LA DOMENICA" Ci dia una mano a sostenere domeniche libere dal lavoro e vicini alle nostre famiglie.SE QUESTA VITA HA SENSO !
- Enzo Bianchi · Top CommentatorCredo sia molto importante che la domenica sia davvero libera, cioè che ci sia un giorno in cui simultaneamente in cui gli uomini e le donne non lavorano e possono vivere la vita comune, l'incontro, la distensione insieme. Ne va del cammino di umanizzazione. Senza un giorno in cui tutti affermano la signoria dell'uomo sul lavoro e la possibilità di dedicarsi a ciò che è gratuito, la convivenza umana risulterebbe più misera.
martedì 20 novembre 2012
"No ai negozi aperti la domenica". La battaglia di Bregantini: raccolta di firme davanti alle chiese
Bregantini durante la conferenza stampa di questa mattina
Una mobilitazione nazionale contro l'apertura domenicale dei negozi. E' quella lanciata stamattina, con una conferenza stampa, dal presidente della Commissione Cei Lavoro, Giustizia e Pace, monsignor Giancarlo Bregantini. L'arcivescovo di Campobasso, insieme ad alcune associazioni di commercianti, ha presentato l'iniziativa «Libera la domenica», iniziativa che mira all'abrogazione, con una mobilitazione popolare, della legge che lo scorso anno ha liberalizzato gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Per questo domenica prossima davanti a tutte le chiese italiane saranno raccolte le firme per sostenere la richiesta. «Puntiamo a superare le 50mila adesioni», hanno spiegato i promotori.
«L'apertura domenicale deve essere l'eccezione e non la regola», ha sostenuto Bregantini, che allo stesso tempo ha sottolineato anche che «questa non è una battaglia per la messa». Poi ha evidenziato che in molti altri paesi europei «a differenza dell'Italia, i negozi la domenica restano chiusi».
L'arcivescovo ha poi fornito tre motivi che sono alla base di questa campagna: «Il primo motivo è antropologico, perché le persone hanno bisogno di riposo; il secondo è la famiglia perché una mamma che deve andare al lavoro non può stare con i figli nell'unico giorno della settimana in cui i bambini sono a casa; infine c'è un motivo economico, perché ci si è accorti che non è vero che questo provvedimento di liberalizzazione delle apertura abbia dato beneficio e i negozi sono sempre in difficoltà».
Bregantini ha quindi concluso: «Per questi tre motivi chiediamo un ripensamento della legge. Non chiediamo che i negozi siano sempre chiusi, ma che vengano regolamentati. La competenza dunque torni a livello locale, in modo tale che la decisione sulle aperture venga presa solo di fronte a necessità concrete». Le associazioni presenti, Federstrade, Commercio Attivo e Confesercenti, hanno anche annunciato la pubblicazione imminente di un libro con centinaia di testimonianze di persone, commercianti e commesse, e la prefazione dello stesso Bregantini. (el)
«L'apertura domenicale deve essere l'eccezione e non la regola», ha sostenuto Bregantini, che allo stesso tempo ha sottolineato anche che «questa non è una battaglia per la messa». Poi ha evidenziato che in molti altri paesi europei «a differenza dell'Italia, i negozi la domenica restano chiusi».
L'arcivescovo ha poi fornito tre motivi che sono alla base di questa campagna: «Il primo motivo è antropologico, perché le persone hanno bisogno di riposo; il secondo è la famiglia perché una mamma che deve andare al lavoro non può stare con i figli nell'unico giorno della settimana in cui i bambini sono a casa; infine c'è un motivo economico, perché ci si è accorti che non è vero che questo provvedimento di liberalizzazione delle apertura abbia dato beneficio e i negozi sono sempre in difficoltà».
Bregantini ha quindi concluso: «Per questi tre motivi chiediamo un ripensamento della legge. Non chiediamo che i negozi siano sempre chiusi, ma che vengano regolamentati. La competenza dunque torni a livello locale, in modo tale che la decisione sulle aperture venga presa solo di fronte a necessità concrete». Le associazioni presenti, Federstrade, Commercio Attivo e Confesercenti, hanno anche annunciato la pubblicazione imminente di un libro con centinaia di testimonianze di persone, commercianti e commesse, e la prefazione dello stesso Bregantini. (el)
venerdì 16 novembre 2012
Joseph Stiglitz: fuori dalla crisi senza l'euro La ricetta del premio Nobel
http://www.huffingtonpost.it/
Grande appello al passato … e alla cara vecchia lira. “Uscire dall’euro è meglio che seguire politiche suicide”.
Così l’economista americano Joseph Stiglits. Il Premio Nobel rompe le righe e va controcorrente, in una fase tutta europeista. Stiglitz condanna i piani rigidi di austerità, critica la flessibilità senza protezioni nel mercato del lavoro. E trova nel ritorno al passato la ricetta per uscire dalla crisi. Dalle monete nazionali alla riduzione del potere bancario che ha preso il sopravvento sul quello politico.
Così l’economista americano Joseph Stiglits. Il Premio Nobel rompe le righe e va controcorrente, in una fase tutta europeista. Stiglitz condanna i piani rigidi di austerità, critica la flessibilità senza protezioni nel mercato del lavoro. E trova nel ritorno al passato la ricetta per uscire dalla crisi. Dalle monete nazionali alla riduzione del potere bancario che ha preso il sopravvento sul quello politico.
Il premio Nobel risponde alle domande dei lettori del settimanale francese Le Nouvel Observateur http://www.rue89.com/rue89-politique/2012/09/13/joseph-stiglitz-la-fin-de-leuro-ne-serait-pas-la-fin-du-monde-235315 in un’intervista fiume. “Diventa urgente che l’Europa e gli Stati Uniti cambino la loro struttura economica”. “Nel diciannovesimo secolo siamo passati”, spiega Stiglitz, “dall’agricoltura all’industria. I lavoratori agricoli erano più del necessario e hanno dovuto fare le fabbriche. Ora siamo nella stessa situazione. L’industria è molto produttiva ma fornisce molti
lunedì 12 novembre 2012
venerdì 9 novembre 2012
DOMENICA 25 NOVEMBRE IL VIA LIBERA SUI SAGRATI DELLE CHIESE ITALIANE ALLA RACCOLTA FIRME DA INVIARE AL PARLAMENTO PER DARE LO STOP ALL'APERTURA DOMENICALE DEI NEGOZI. INIZIATIVA PROMOSSA DALLA CEI FEDERSTRADE ROMA CONFESERCENTI E COMMERCIOATTIVO. L'intervista a mons. Giancarlo Bregantini .
Uno stop all’apertura domenicale dei negozi. Lo hanno chiesto Confesercenti e Conferenza Episcopale Italiana, lanciando la campagna “Libera la domenica”, per chiedere l’abolizione dell’apertura degli esercizi commerciali introdotta dal decreto ‘Salva-Italia’ meno di un anno fa. Domenica 25 novembre si darà il via, sui sagrati delle chiese italiane, alla raccolta di firme da inviare in Parlamento. Le domeniche aperte, denuncia Marco Venturi, presidente di Confesercenti, non hanno incentivato i consumi, inoltre hanno favorito la grande distribuzione penalizzando gli esercizi piccoli e medi. In questo modo, denuncia mons. Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali e il lavoro, un’intera dimensione antropologica e sociale viene ad essere compromessa. Francesca Sabatinelli lo ha intervistato:
R. – La domenica è un giorno da rispettare nel riposo. Dopo la petizione popolare si potrà pensare di chiudere la legge statale delle liberalizzazioni estreme e di riprendere la legge che regolamenta l’apertura domenicale in base alle esigenze territoriali di ogni regione. Questo è il nocciolo. Noi non vogliamo combattere battaglie estreme, o tutto aperto o tutto chiuso, ma diciamo che Dio ci ha fatti per
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